di Gianluca Albanese
SIDERNO – Loro, i pericoli derivanti dall’entrata in vigore dell’autonomia differenziata li hanno denunciati sei anni e mezzo fa, autoconvocandosi per la prima volta il 22 ottobre 2017 “contro il referendum secessionista voluto dai presidenti di Lombardia e Veneto”. Oggi, i cittadini, intellettuali e attivisti che per questo motivo si firmano “Autoconvocati del 22 ottobre 2017” si danno appuntamento per sabato 2 marzo alle ore 16 a Siderno chiedendo a chi la pensa come loro di autoconvocarsi, ove possibile, nella stessa giornata e alla stessa ora, per dare vita ai comitati unitari per l’Italia unita e per la difesa della Costituzione, pensando anche a una grande manifestazione da denominare “Tanti Tricolori a Roma per l’unità d’Italia”.
Si alza il livello di attenzione e mobilitazione, dunque, degli “autoconvocati” tra cui c’è anche l’intellettuale meridionalista e garantista Ilario Ammendolia, scrittore ed ex sindaco di Caulonia, che ha anticipato agli organi d’informazione il contenuto dell’ordine del giorno che verrà discusso nell’assemblea del 2 marzo, con l’intento di creare ovunque dei gruppi d’azione partendo dal basso.
«La Costituzione – è scritto nella bozza dell’Odg – vuole l’Italia “una e indivisibile” mentre è scritto all’art 3 “… È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…».
Non manca un riferimento a quello che oggi viene individuato come il punto di partenza della revisione sostanziale dell’Unità d’Italia, ovvero al legge 3/2001.
«Ignorando lo spirito della Carta, già nel 2001 sono state approvate – si legge nella bozza – le famigerate modifiche al titolo V della Costituzione ed oggi il Senato della Repubblica ha già votato un disegno di legge che qualora venisse approvato dal Parlamento ridurrebbe l’Italia a pezzi. Senza retorica alcuna, sentiamo il bisogno di dire che l’unità della Patria è in pericolo come non mai in quasi due secoli di storia. Ciò costituisce – aggiungono i suoi estensori – un tradimento verso il Risorgimento, verso la memoria di centinaia di migliaia di ragazzi che in nome dell’Italia furono sacrificati nella prima guerra mondiale, verso il Manifesto di Ventotene e verso la Resistenza. Oggi, e per una volta ancora, si sacrifica vigliaccamente il Sud ma in breve tempo l’Italia intera sarà condannata alla irrilevanza politica e economica e allo sfascio totale. Particolarmente in alcuni settori nevralgici come sanità e scuola. All’appuntamento con l’Europa che la Storia vuole unita, l’Italia si presenterebbe ridotta a brandelli per responsabilità trasversale delle proprie classi “dirigenti”».
Ciononostante, gli autoconvocati lanciato il proprio appello e annunciano che «faremo quanto è nelle nostre possibilità perché ciò non accada e non lo faremo come parte politica ma come italiani. Nei momenti difficili della storia, quando l’eversione parte dall’alto e scende verso il basso, minacciando la convivenza civile, l’unità nazionale, la democrazia e l’uguaglianza dei cittadini, spetta ad ognuno di noi fare la propria parte, ricordando a noi stessi – conclude l’Odg – che “la sovranità appartiene al popolo”».