di Antonio Baldari
《Giù le mani dalla Jonio – Tirreno: difendiamo la Locride! Si decide di chiudere per due anni l’unica strada che permette di essere collegata con il resto della Calabria. Ma per fare quali lavori? Non è dato sapere!》. Lei ci aveva provato, era partita lancia in resta salendo sul rogo delle polemiche più accese ma “Giovanna d’Arco” Fragomeni, sindaco di Siderno, è rimasta inascoltata ancorché il Pd calabrese, e pochissimi altri per la verità, avesse provato a sostenerla su questa strada.
Che lei, poi, una volta riunita l’Assemblea dei Sindaci della Locride, ha inteso comunque riprendere rincarando la dose: 《Muoviamoci tutti, che la chiusura sia di 10, 20 o 30 mesi poco cambia, non reggeremo sotto nessun punto di vista, sarebbe la morte della Locride, la Jonio – Tirreno è il nostro “Ponte sullo Stretto”, senza i necessari collegamenti che cosa amministriamo?》; già, bel punto di domanda, che cosa amministrano gli amministratori della Locride se non hanno la possibilità di amministrare?
Ed il “parlamentino” locrideo, periferia delle periferie d’Italia che fa? Chiede l’intervento della Meloni! Come dire, agevolando con il classico adagio, che “la montagna ha partorito il topolino”, in buona sostanza il resto di niente! Lo zero assoluto! Perché è chiaro che colei che al momento ha ben altri catinazzi per la testa, tra bombe russe in territori stranieri; vie setose del Sol Levante; sbarchi di carne umana d’origine controllata africana e rendicontazioni economico-aziendali a stelle e strisce, non può agire, neanche per farsi la messa in piega!
Come potrebbe mai il primo presidente del Consiglio donna della storia italica avere a che fare con una corposa documentazione, o dossier che dir si voglia, su una strada che, a malapena, saprebbe indicare sulla cartina geografica? Non ce ne voglia il presidente ma è così, lo sappiamo e la comprendiamo benissimo: il problema reale e concreto è che, a non saperlo, o che fingono di non sapere, sono proprio i Signori sindaci della Locride, i quali ancora una volta decidono di…non decidere.
Nel senso più stretto del termine, e cioè che demandano ad altri ciò che, al contrario, dovrebbero essere loro a fare, decidendo, non fosse altro per il fatto che sono loro a vivere, ogni giorno!, il territorio e non la Meloni! Sono loro a combattere con le criticità relative alla viabilità, con le varie arterie da coprire quotidianamente che non sono affatto nelle condizioni di essere quantomeno “presentate”, e non dev’essere un atto del governatore regionale a far aprire improvvisamente gli occhi: “Ohibò, ci chiudono la Limina per due anni!!!”, come se loro non ne fossero già a conoscenza.
E invece no, come dei sommessi “bamboccioni” giacciono sulle proprie, comodissime, poltrone e delegano! Peraltro, chiedendo ciò che è del tutto irricevibile, vedi, tanto per citare un esempio, la percorribilità della Sp 5 che, come esaustivamente dimostrato dai Colleghi di “Gazzetta del Sud”, Gianluca Albanese e Francesco Iannello, al massimo può essere utile per bici e quad! Cos’altro aggiungere? Solo una cosa: ma perché i Sindaci della Locride, “bamboccioni” comodamente seduti sulle proprie poltrone, non decidenti per sé stessi e per i concittadini che essi rappresentano, non si dimettono?
Perché non si dimettono consegnando il territorio a chi ha quantomeno la capacità di prevenire i mali piuttosto che curarli?