LOCRI – Rieccoli. Era dallo scorso 11 settembre che i gruppi di opposizione, di solito così attenti censori della condotta amministrativa della giunta Lombardo e della sua maggioranza consiliare, oltre che muniti di un ufficio stampa tra i più efficienti, non si facevano sentire.
All’epoca denunciarono l’esistenza di un vero e proprio “Caso Locri”, determinato, a loro dire, da una serie di atti dalla dubbia legittimità da parte dell’amministrazione Lombardo tanto da votare, in occasione della seduta consiliare in cui bisognava eleggere il vicepresidente del consiglio comunale, il ministro dell’Interno Cancellieri. Una chiara provocazione, quella messa in atto da Calabrese, Sainato, Macrì, Passafaro e Capogreco. Che però non rimase tale perché alla stessa seguì una fitta corrispondenza col prefetto di Reggio Calabria al quale i cinque consiglieri si appellano affinché possa fare luce su quello che definiscono “Il caso Locri”. Ora, due settimane dopo, tornano alla carica, diffondendo agli organi di stampa il comunicato che abbiamo pubblicato integralmente. Insistono sul “caso Locri” prendendo spunto dal pagamento di una fattura alla Geo Ambiente, società di Belpasso (provincia di Catania) che l’anno scorso si è aggiudicata l’appalto del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani in città. Pomo della discordia, la mancanza del Durc (documento unico di regolarità contributiva) della “Geo”, anzi, la presentazione di un Durc scaduto. Tecnicamente, il rilievo ci sta tutto, perché riguarda l’importanza del Durc per quello che significa rispetto della legalità nei rapporti coi proprio dipendenti e gli istituti previdenziali ad essi preposti. A onor del vero, nel contratto di appalto ci sarebbero altri aspetti da approfondire, tipo la mancanza di una clausola che prevede lo scioglimento immediato del contratto qualora dovessero mai insorgere misure interdittive in ordine alla certificazione antimafia per una società finita da tempo nel mirino della Dia di Catania. Ma questa è un’altra storia.
Oggi, invece, l’opposizione di Locri insiste sul Durc scaduto e alza la posta, scrivendo alle massime cariche istituzionali nazionali, provando a sensibilizzarle sul “caso Locri”, dimenticando, però, quanto accaduto lo scorso 13 settembre, ovvero l’arrivo, in Comune della relazione Cervellini, quella che ha fatto luce su sprechi e inefficienze degli ultimi cinque anni di amministrazione, quando gli attuali consiglieri di minoranza governavano. Di questa non c’è alcuna menzione nel comunicato. Come se non fosse mai arrivata.
GIANLUCA ALBANESE