R. & P.
Ricorre, quest’anno, il 170° anniversario della fucilazione dei cosiddetti Martiri di Gerace (Bello, Salvadori, Verduci, Ruffo e Mazzone). Nella Locride, la prima manifestazione per ricordare l’eccidio e le figure dei giovani eroi è stata quella promossa ieri mattina, dall’Istituto Comprensivo “M. Macrì” in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Bianco.
Tema dell’incontro con gli studenti: I Cinque Martiri di Gerace ed il Risorgimento calabrese. Relatori: Domenico Romeo (storico), Aldo Canturi (sindaco di Bianco) e Domenico Stranieri (sindaco di Sant’Agata del Bianco).
A dire il vero, quella di oggi è la fase conclusiva di un percorso di studio che le insegnanti Scordo Rosamaria, Capponi Carminella e Grecò Carmela hanno intrapreso già da qualche mese, nella consapevolezza che un popolo che non conosce il proprio passato non potrà capire davvero il presente che sta vivendo.
Ad aprire il dibattito è stato Domenico Romeo, autore di numerosi volumi (editi soprattutto da Arti Grafiche Edizioni) che raccontano l’insurrezione del 1847 nel Distretto di Gerace. Romeo ha descritto l’ambiente dove i cinque giovani hanno studiato e dove hanno respirato ideali di libertà e giustizia sociale. Ha parlato dell’organizzazione della rivoluzione che si avviava nella speranza di sollevare contemporaneamente Reggio, Messina, Gerace, Palmi e Catanzaro fino ad arrivare a Napoli. L’intervento si è concluso con una bella galleria fotografica dei luoghi e dei protagonisti dell’epoca.
Domenico Stranieri, sindaco ma anche giornalista, ha spiegato agli studenti che nella storia spesso si sono scontrate due visioni contrapposte: una che vuole tenere fermo il mondo ed il tempo, ed un’altra, invece, che la storia la vuole cambiare, perché il corso degli eventi è in movimento e non può rimanere come sospeso. Stranieri ha poi delineato la figura di Rocco Verduci (nato a Caraffa del Bianco nel 1824) rivoluzionario non solo per indole ma anche perché “ardimentosi” erano stati il nonno (uno dei fondatori della Repubblica partenopea) ed il padre (che partecipò al moto carbonaro di Napoli del 1820 e, persino dopo la morte del figlio, continuò le sue battaglie di libertà).
Di seguito, il sindaco Aldo Canturi (che da sempre è cultore di storia locale) ha sottolineato che egli predilige definire il moto rivoluzionario in questione: Insurrezione di Bianco del 1847. Quindi, ha evidenziato il ruolo importante di tanti cittadini di Bianco (come uno zio di Domenico Salvadori che era presidente del Tribunale di Reggio C.) nel periodo in cui la rivolta si stava organizzando (e nel distretto di Gerace si avvertiva un clima di tensione e attesa). Infine, Canturi ha ricordato la bandiera tricolore issata, nel 1847, in una finestra della Chiesa di Pugliano e tanti personaggi fondamentali di un periodo storico che i posteri, anche con il silenzio, hanno troppo facilmente tradito.