di Simona Masciaga
LOCRI – Autorità e potere, leggi umane e leggi divine sovrastate da una volontà tirannica fondata sui princìpi di una legge sovrana posta all’apice di ogni fondamento morale e giuridico: ecco la tematica dell’Antigone di Sofocle rappresentata ieri dal Centro Teatrale Meridionale, per la regia di Giuseppe Argirò, al Tempio di Marasa’ di Locri.
Messa in scena per la prima volta ad Atene nel 442 a.C. in occasione delle Grandi Dionisie, l’opera appartiene al ciclo dei drammi che coinvolgono la città di Tebe e le sorti dei figli di Edipo: Antigone, Eteocle, Polinice e Ismene sottomessi alla tirannide dello zio Creonte.
Antigone, interpretata da una splendida e passionale Jun Ichikawa, è una donna di carattere, forte, capace di rinunciare all amore del suo futuro sposo e a un’eventuale famiglia per un amore più grande: la giustizia e il dovere morale di dare degna sepoltura al corpo del fratello Polinice considerato dallo zio un traditore. Ma ecco Creonte, zio e futuro suocero della giovane, re e tiranno di Tebe che le impone la morte per tradimento; sepolta viva per aver trasgredito al suo volere.
Qui, la principessa tebana diviene paladina dei diritti civili, combatte con determinazione e femminilità ogni tipo di abuso, violenza e sopraffazione fino ad accettare la morte.
Già Sofocle, aveva, pur non schierandosi apertamente, sottolineato lo scontro tra cittadino e Stato, tra diritti umani e totalitarismo, ma Giuseppe Argirò, riscrivendo tale opera aggiunge e mette in luce la disobbedienza civile, il coraggio di lottare per cambiare leggi assurde e prive di logica; quel tipo di disobbedienza che fa grande la storia e le sorti di un paese, di un governo più impegnato a legiferare che proteggere, più dedito alla sua giustizia che alla morale e ai diritti umani.
Antico attuale quindi, incontro-scontro tra possibile e impossibile, tra presunzione e ragione, tra arroganza e sensibilità.
Ottima rappresentazione in un ambiente unico e naturale dove anche una rosseggiante luna di mezza estate ha contribuito allo scenario e la leggera brezza estiva, come per magia va a scoprire le gambe di una statuaria Antigone distesa su pietre millenarie morta nel fiore degli anni per volontà di un tiranno solo per aver troppo amato.
Ben otto minuti di applausi hanno elogiato gli attori: Jun Ichikawa, Maurizio Palladiano, Renato Campese, Maria Cristina Fioretti, Filippo Velardi, Silvia Falabella e Alberto Caramel. Stasera la compagnia replicherà l’opera al castello di Roccella Jonica.