(fotocollage e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI – Riparte “sold out” dopo nove anni di assenza, la quattordicesima edizione del Festival di Musica Etnica e …Dintorni “Ai Confini del Sud”, una manifestazione che in passato, ha coinvolto personalità note del panorama musicale, dai cantautori italiani e internazionali ai musicisti jazz e di musica etnica, promuovendo in tal senso, nuove collaborazioni e l’ampliamento delle contaminazioni musicali e dei confini geografici.
Ideatore e direttore artistico dell’evento, Massimo Cusato, il cui intento in questa tre giorni, è “riportare la cultura Euro-Mediterranea, attraverso il confronto tra le millenarie memorie musicali, cresciute sulle sponde e a ridosso del Mediterraneo”.
Proprio a Cusato ieri sera, l’Amministrazione comunale ha conferito il premio Musica “Città di Locri” “per l’indiscusso merito di aver rivoluzionato con tenacia e profonda intuizione emotiva il mondo delle percussioni e dell’etnomusicologia calabrese. I suoni antichi della nostra terra, scaturenti dalla scintilla primitiva della musica greca ed araba, e l’eclettico linguaggio musicale trasformano l’artista in un interprete autentico delle emozioni interiori. Dalle note coinvolgenti della Tarantella al calore della Musica etnica, ai ritornelli Pop, all’energia del Funk, fino alle strutture del Rhythm & blues. Il suo “ABC del Tamburello calabrese” è un affascinante viaggio nelle radici culturali delle nostre tradizioni artistiche che proiettano vibrazioni capaci di far battere a ritmo del cuore anche gli scenari internazionali”.
Il primo artista ad esibirsi ieri sera nel giardino della Fondazione Zappia, è stato Mario Venuti, cantautore raffinato siciliano, accompagnato da Tony Canto, anche quest’ultimo cantautore, arrangiatore e chitarrista siciliano.


Una collaborazione la loro, iniziata durante il primo lockdown, nel marzo 2020, quando nasce l’idea di Tropitalia.
Nel suo nuovo progetto discografico, Mario Venuti interpreta undici brani che dagli anni trenta ai duemila, hanno segnato a loro modo la musica italiana.
Venuti racconta tre decenni di carriera, tre decenni di musica italiana, attraverso delle sonorità sudamericane, una costante della sua (quasi) quarantennale carriera, un amore verso il Brasile, dichiarato ed espresso, sin dai tempi di Fortuna, primo singolo del suo esordio da solista nel 1994.
L’artista rivisita in chiave brasiliana, brani classici del pop italiano, avvalendosi della complicità di Tony Canto, anche lui amante della musica tropicalista.
Un duo perfetto che con voce e chitarra ieri sera hanno riportato sul palco, nell’arrangiamento più puro, dai colori dei tropici, successi come “Ma Che Freddo Fa” di Nada, versione ritmatissima, “Figli Delle Stelle” di Alan Sorrenti, cantata sempre in modalità ‘’tropicana’’; e ancora, “Maledetta Primavera” di Loretta Goggi, per poi dare spazio alla cover di “Xdono”, uno dei brani di successo di Tiziano Ferro e a “Voar (Nel Blu Dipinto Di Blu)”, cantata in lingua portoghese.
Mario Venuti per raccontare il suo mondo, accompagnando la sua voce solo con chitarra, da un sound e un timbro inconfondibile, ha cantato anche alcuni dei suoi pezzi storici come “Fortuna”, “Crudele” e “Veramente”.
«Sono un provinciale che guarda al mondo – ha detto alla stampa l’artista, prima dell’inizio del concerto – pur amando la mia terra. In “Tropitalia”, riporto melodie italianissime con una veste brasiliana. L’idea di Tropitalia – ha spiegato – è nata durante il lockdown nel marzo 2020, mi sono ritrovato a casa e per passare il tempo, andavo su You Tube a guardare vecchi filmati, come Canzonissima. Da qui, iniziai a buttare giù gli accordi, tra le mie mani questi testi cambiavano con un’armonia più sofisticata, trovando così il complice perfetto in Tony Canto. La scelta degli undici brani – ha aggiunto – è stata dettata dall’istinto, con un criterio temporale, cercando di scandagliare varie decadi. La mia passione per le sonorità sudamericane, è nata all’inizio degli anni ’90 e ciò, mi ha permesso di cambiare il modo di porre la musica italiana, con uno stile più pacato, rispetto alla vocalità classica italiana che tende ad essere più tenorile, mentre la musica brasiliana si focalizza su un canto suadente, molto confidenziale, meno retorico, con la chitarra classica, protagonista indiscussa».
Stasera e domani invece, a salire sul palco del Festival, saranno Marco Zurzolo Quintet e Tony Bungaro con Antonio Fresa.






VIDEO CON INTERVISTA INTEGRALE A MARIO VENUTI