SIDERNO – In principio fu il Comune di Siderno a tagliare sugli affitti degli immobili in locazione che non vengono più utilizzati. Ora, grazie a una recente normativa del Governo Monti, anche altri enti sono impegnati nella ricognizione degli immobili per i quali pagano un canone di affitto senza però utilizzarli. Dicevamo di Siderno. Coi tempi tradizionalmente rapidi della gestione commissariale, lo scorso 8 ottobre, l’Ente di piazza Vittorio Veneto decise di rescindere i contratti di affitto del primo piano della stazione ferroviaria (nella foto) e del palazzo Lanzafame di via Regina Margherita. Il primo ospitò all’inizio alcuni uffici comunali, durante i lavori di ristrutturazione del palazzo di città, poi venne adibito a comando della Polizia Municipale, mentre erano in corso i lavori di costruzione dello stabile di via Francesco Macrì. Da un paio d’anni era inutilizzato e il commissario Rotondi ha deciso di rescindere il contratto. Perchè? Perchè non serve più e il Comune, che ha chiuso in perdita il bilancio consuntivo 2011 non si può permettere di pagare affitti a vuoto. Idem per palazzo Lanzafame. L’antico stabile avrebbe potuto essere la risposta sidernese a palazzo Nieddu deu Rio di Locri, ma in realtà è stato utilizzato col contagocce e, come chi scrive evidenziò già lo scorso anno in fase di approvazione del bilancio di previsione 2011, rappresentava un debito che il Comune non poteva più sostenere. Fin qui Siderno, laddove la dinamica snella e all’insegna del detto-fatto del commissario Rotondi ha permesso di tagliare subito la testa al toro. Ma, come dicevamo, anche altri Comuni stanno pensando a una drastica riduzione dei rami secchi. E’ il caso di Roccella. La giunta Certomà, lo scorso 15 novembre, ha deliberato un atto d’indirizzo in cui si dà mandato ai responsabili delle aree interessate di verificare la possibilità di dichiarare, di fatto, non più utili due immobili di privati per i quali l’Ente paga l’affitto. Si tratta di un immobile in via Sonnino, adibito a mezzi e materiali per le attività afferenti l’area tecnico-manutentiva, che ora giacciono nell’isola ecologica, e dei piani che stanno sopra la sede distaccata dell’Agenzia delle Entrate, che negli anni scorsi sono stati utilizzati dalle delegazioni dell’Afor e dell’Unical e dalla Consulta Giovanile. Ora non servono più e l’intenzione del Comune è quella di tenere sono il piano terra. Stesse intenzioni ha manifestato l’esecutivo di Caulonia con a capo il sindaco Ninni Riccio anche se, in questo caso, la deliberazione dello scorso 20 novembre contenente l’atto d’indirizzo è più vaga e l’attività dell’Ente del “paese che balla” è ancora ad uno stadio primordiale, visto che, come anticipato dal presidente del civico consesso Mimmo Lia nel corso della seduta consiliare di giovedì scorso “E’ opportuno procedere alla ricognizione delle locazioni passive mantenendo in essere solo quelle che rispondono alle finalità istituzionali”. Insomma, la spending review sta contagiando un po’ tutti, e di questi tempi, conviene, visto che gli Enti hanno i mezzi legali per poterla attuare.
GIANLUCA ALBANESE
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