DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DEL SEGRETARIO DEL CIRCOLO DI LOCRI DEL PARTITO DEMOCRATICO GIUSEPPE FORTUGNO
LOCRI – “Mi chiedo se Pino Mammoliti mi faccia la guerra come rappresentante di una sparuta minoranza del Partito Democratico, oppure nella qualità di avvocato difensore dei mandanti dell’omicidio di mio padre”. Lo afferma Giuseppe Fortugno, segretario del circolo PD di Locri, in relazione alle ultime affermazioni dell’esponente dell’opposizione interna alla locale sezione.
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Il figlio del compianto vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Fortugno rompe gli indugi dopo “l’ennesimo, gratuito attacco portato da un soggetto che e’ stato sempre bocciato dagli elettori e ha la pretesa di impartire lezioni di legalità e di buona politica. Osservo che per Mammoliti è molto facile svestire la maglietta del PD per indossare la toga a tutela della famiglia Marcianò. Nessuno, per carità, gli impedisce di svolgere la sua attività professionale. Ma certamente questo conflitto d’interessi è motivo di palpabile imbarazzo politico: perciò, se proprio non riesce ad astenersi dal fare politica, mettendo in difficoltà tutto il partito, Mammoliti abbia quanto meno il buon gusto di evitare di lanciare strali che anche ai più ingenui appaiono fortemente interessati”.
Il segretario del circolo locrese, in questo senso, chiede “ufficialmente al segretario regionale Magorno di intervenire per porre fine a un’anomalia macroscopica che non giova assolutamente al PD calabrese. Bisogna uscire da questa condizione di ambiguità che mina alla base il progetto del Partito Democratico della Locride, il cui contributo sono certo sia ancora più importante nella particolare fase politica che sta attraversando la Calabria”.
Per Giuseppe Fortugno, “la nostra regione ha bisogno di un progetto che sia innanzitutto contraddistinto dalla trasparenza e dal coraggio. Proprio ciò che manca all’avvocato Mammoliti, che mantenendo una condotta politicamente “omertosa”, mi si conceda il termine volutamente enfatico, da anni continua a parlare di me e della mia famiglia senza neppure avere la capacità di citarci per nome e cognome, come invece facciamo noi che siamo persone libere e limpide. Ad esempio, Mammoliti nella sua ultima delirante uscita parla di un mio ‘parente strettissimo e lontanissimo dalla gente’ eletto nell’assemblea regionale del partito. Si riferisce a Domenico Fortugno, il fratello di mio padre, e dice l’ennesima bugia perche’ il consenso democratico di mio zio e’ indice della sua vicinanza alla gente, peraltro testimoniata anche dall’impegno missionario con cui vive la professione di medico”.
“Le accuse di Mammoliti, oltre che politicamente inconsistenti, appaiono menzognere e calunnione secondo uno stile ormai ampiamente consolidato – prosegue Giuseppe Fortugno -. Addirittura ci attribuisce dichiarazioni che non abbiamo mai reso sull’elezione di Calabrese, ci accusa di non aver sostenuto un candidato a sindaco che non era espressione del partito ma aveva il requisito di essere amico suo e, soprattutto, esprime giudizi negativi sull’attuale sede del circolo che secondo lui non andrebbe bene. Siccome anche in questo caso Mammoliti si contraddistingue per una piccineria politica che gli impedisce di parlare il linguaggio della chiarezza, saro’ io stesso a svelare il motivo del suo mal di pancia: il circolo e’ ospitato in un immobile di mia proprieta’, che ho messo gratuitamente a disposizione del PD e del quale pago io, personalmente, ogni utenza e ogni tributo. Siamo arrivati a questo punto: che mi venga ‘rinfacciato’ di essermi privato di un bene che avrebbe potuto costituire una fonte di reddito mettendolo al servizio del Partito Democratico per evitare che, come avvenuto in passato, il partito stesso si esponesse anche a situazioni di difficolta’ non essendo nelle condizioni di pagare il canone di locazione”.
“Adesso basta: per il senso della Politica e delle Istituzioni che mi è stato inculcato dalla mia famiglia – conclude Giuseppe Fortugno – e per il rispetto che devo ai tanti nostri elettori, meglio fermarsi qui e non rispondere più a provocazioni che nella maggior parte dei casi non producono altro effetto che indispettire quanti leggono, ormai stanchi da questo modo di fare politica demolitorio e privo di proposte”.
Locri, 30 marzo 2014