di Vincenzo Tavernese
Caro Direttore,
ritorno a scriverti dopo qualche giorno riguardo ai parcheggi a pagamento di Marina di Gioiosa, perché purtroppo le cose non sono andate affatto come auspicavo. È vero che augurarsi resipiscenze da parte della commissione coloniale straordinaria era alquanto irrealistico, ma non avrei mai immaginato che la vicenda avrebbe preso una piega tanto grottesca quanto quella che solo una certa ottusità burocratica può regalarci. Si badi, quando parlo di “commissione coloniale” e “ottusità burocratica” non intendo certo ingiuriare i nostri commissari – dei quali personalmente ho potuto constatare la cortesia – ma semplicemente esprimere la convinzione che loro stessi agiscano imbrigliati in un sistema normativo e di prassi amministrativa degno dell’Impero delle Indie Orientali.
Ferragosto è stata una giornata di tragedia e di farsa. La tragedia, pur avvenuta a Genova, ha colpito tutti noi, ricordandoci ancora una volta quanto le nostre strade abbisognino di interventi straordinari, mentre troppo spesso i pedaggi esigiti non vengono impiegati per la manutenzione e gli investimenti, ma per realizzare utili da destinare a dividendi. La farsa invece, come avrai intuito, si è svolta a Marina di Gioiosa: mi rifiuto infatti di credere che la scelta di rendere esecutivo il provvedimento circa le soste a pagamento (preso a marzo scorso!) a partire dal 15 di agosto sia una coincidenza dovuta all’attesa di tempi tecnici e non una beffa ben congegnata. Ovviamente, come ci insegnano i grandi comici, la riuscita di ogni gabbo è nei particolari.
Decidere, ad esempio, di dipingere le strisce blu senza prima concordare nulla con cittadini e commercianti, senza organizzare in maniera affidabile la distribuzione dei tagliandi per il pagamento o altre forme di riscossione, è stata già una buona trovata. Molti, infatti, hanno vagato a lungo nella ricerca infruttuosa di un gratta e sosta: come era ovvio, per avere la collaborazione dei pubblici esercizi alla vendita era necessario che i gerenti di questi ultimi fossero d’accordo col provvedimento e così non è stato. Soprattutto i turisti sconcertati hanno esposto sul cruscotto della macchina sconsolati biglietti di scuse per non aver potuto pagare la sosta come avrebbero voluto… A questo punto, decidere di sguinzagliare in giorno festivo i poveri vigili urbani, sottratti all’affetto delle proprie famiglie per essere fatti bersaglio degli improperi di automobilisti inviperiti, è stato il tocco finale per colorire una vicenda che sarebbe ridicola se non peggiorasse i rapporti, già precari, dei cittadini di questo nostro povero comune con le istituzioni. Se infatti la decisione è stata presa a livello locale, chi l’ha assunta rappresenta lo stato. E non aggiungo altro per non passare dall’ironia alla sfrontatezza.
Ma tra tragedia e farsa una morale comune forse c’è. Le nostre leggi prevedono che proventi di tariffe imposte e multe inflitte sulle nostre strade debbano essere investiti per il miglioramento della viabilità, troppo spesso invece servono ad altro: arricchire concessionari quotati in borsa e società di riscossione, riportare in equilibrio bilanci comunali, mentre c’è chi a causa di buche, sottopassi allagati o ingombri, frane e crolli perde la vita. È veramente ora di finirla.