LOCRI – «Il mare è sporco; l’acqua è pulita». Ricorrendo a questo efficace ossimoro, il presidente dell’Osservatorio Ambientale “Diritto per la vita” Arturo Rocca, ha spiegato efficacemente le risultanze delle ultime analisi sullo stato di balneablità delle acque del mar Ionio, nel corso dell’incontro dibattito “Mare pulito? Quale progetto d’intervento per la depurazione nella Locride”, organizzato dal movimento politico “Libera Polis”, che ha avuto luogo ieri sera a piazza Nosside e moderato da Teresa Celestino.
«Le analisi microbiologiche – ha proseguito Rocca – rivelano valori di Escherichia Coli ed Enterococchi» inferiori al massimo consentito, e quindi nella norma».
Una balneabilità “formale”, dunque, con Rocca che ha individuato nel metodo della fitodepurazione, l’unica soluzione possibile per una depurazione efficace delle acque.
«L’ambiente – ha concluso – è l’unica carta che ci possiamo giocare, senza scimmiottare progetti di sviluppo industriale che non ci appartengono e servono, ora più che mai, progetti di restauro ambientale e riqualificazione urbana».
Il concetto di balneabilità “formale” delle nostre acque è stato efficacemente approfondito da Francesco Salomone, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Ambientale “Diritto per la vita”, che ha spiegato che «L’attuale normativa che fissa i parametri citati prima da Arturo Rocca – ha esordito Salomone – è in vigore dal 2008 e recepisce una direttiva dell’Unione Europea. Il Dpr del 1982 che era precedentemente in vigore, invece, controllava ben 13 parametri ed era molto più stringente. Oggi, dunque, possiamo dire che l’acqua è pulita “per legge” e che per l’Unione Europea potremmo fare il bagno anche nel detersivo».
Dopo gli illuminanti interventi di Rocca e Salomone, sono intervenuti alcuni sindaci, tra cui quello di Bovalino Vincenzo Maesano che ha detto, tra l’altro, che «Dobbiamo prendere atto che la Regione finanzia con 1.200.000 euro un depuratore nato con difetti di progettazione», mentre il suo omologo di Ardore Giuseppe Grenci ha ricordato che «tutte le volte che sono stato sindaco non ho mai dato ad altri la delega all’Ambiente perché è un tema che sento particolarmente e voglio affrontarlo in prima linea, sempre con la partecipazione e i suggerimenti dei cittadini, tanto che spesso convochiamo delle assemblee pubbliche. Il nostro depuratore ha sede in Ardore e sono collettati anche i comuni di Ardore e Sant’Ilario. Siamo consorziati – ha detto Grenci – ma finora ha sempre pagato solo Ardore i costi di gestione».
E se il vicesindaco di Caulonia Domenico Campisi ha detto pubblicamente di volere un rapporto di stabile collaborazione tra l’Osservatorio Ambientale “Diritto per la vita” e l’amministrazione comunale insediata da poco nella sua cittadina, Arturo Rocca ha concluso auspicando la ripresa di un tavolo tecnico permanente sulla depurazione, in modo che ci si possa occupare della questione tutto l’anno, e non solo a ridosso dei mesi estivi.
Una proposta, questa, condivisa da Libera Polis, per bocca della sua dirigente Teresa Celestino.
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sembra la storia della centrale nucleare di cernobil (scritto come lo so pronunciare) i parametri di contaminazione per le verdure erano molto alti quindi per “legge” i nostri politici li alzarono e rientrammo nella norma mangiando insalate contaminate;
è da tempo che mi vergogno di essere italiano!