(fotogallery e Video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- Atterra alle 8,30 circa all’Aeroporto di Lamezia Terme, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; ad attenderlo lì, un elicottero che a sua volta, lo conduce per un nuovo atterraggio, nella zona antistante il Teatro Greco Romano di Portigliola.
Sono le 10,17 circa invece, quando Sergio Mattarella giungerà allo Stadio Comunale di Locri a bordo della macchina presidenziale, accompagnato da Rosy Bindi, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia e il Ministro dell’Interno, Marco Minniti.
Ad attenderli all’ingresso dell’area riservata alle varie autorità intervenute e ai familiari delle vittime innocenti di mafia provenienti da diverse parti d’Italia, il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio e il presidente di “Libera- Associazioni, Nomi e Numeri contro le Mafie,” Don Luigi Ciotti.
Tra le altre autorità presenti, il vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, Mons.Francesco Oliva, i vescovi di Oppido Mamertina e di Lamezia Terme, Mons. Francesco Milito e Mons. Luigi Antonio Cantafora e gli arcivescovi di Catanzaro e Reggio Calabria, Mons. Vincenzo Bertolone e Mons. Giuseppe Fiorini Morosini nonché il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, Nunzio Galantino; e poi diversi sindaci del comprensorio locrideo, il sindaco della Città Metropolitana e primo cittadino della Città dello Stretto, Giuseppe Falcomatà, il procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio, il presidente del Tribunale di Locri, Rodolfo Palermo, i procuratori della Repubblica di Reggio Calabria e Catanzaro, Federico Cafiero De Raho e Nicola Gratteri, mentre tra le autorità militari, il vice comandante dell’Arma Generale dell’Arma dei Carabinieri, Antonio Ricciardi e il comandante interregionale Carabinieri “Culqualber” Silvio Ghiselli.
Tanti altresì, i cittadini che hanno occupato gli spalti dello Stadio Comunale.
La più alta carica dello Stato che, di fatto ha conosciuto la violenza e il dolore che le mafie possono infliggere, già nei giorni precedenti l’odierna manifestazione, aveva confermato la sua presenza e dunque la volontà a testimoniare un alto senso di impegno civile, incontrando i familiari di chi è caduto sotto i colpi della criminalità organizzata, in occasione della XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno promossa da Libera e Avviso Pubblico, in collaborazione con la Rai Responsabilità Sociale, Conferenza Episcopale Calabra e con il patrocinio del Comune di Locri e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, che quest’anno si svolgerà nella cittadina locrese e in contemporanea in 4000 luoghi di tutta Italia, il prossimo martedì 21 marzo, primo giorno di primavera.
E’ dopo la toccante lettura delle 950 vittime innocenti della mafia, preceduta dagli interventi di Debora Cartisano, referente provinciale di “Libera Locri”, Mons. Francesco Oliva, vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, Daniela Marcone, responsabile nazionale di “Libera Memoria” e Don Luigi Ciotti, che il Presidente Mattarella, esordisce con il suo discorso conclusivo a corredo della cerimonia.
<<Un saluto alla Locride, alla Calabria, a Don Ciotti, agli organizzatori di questo incontro, ai presenti e ai tanti giovani testimoni di speranza. È davvero con grande partecipazione che prendo la parola, tra di voi familiari delle vittime innocenti di questa terra. Abbiamo assistito alla lettura di nomi di quasi mille persone, un elenco doloroso ed istruttivo che comprende sindacalisti, appartenenti alla forze dell’ordine e alla magistratura che, combattevano con coraggio, capacità e onestà la criminalità organizzata; e poi ancora, giornalisti, medici, avvocati, imprenditori, commercianti, funzionari pubblici che non si sono piegati alla sopraffazione ed hanno rifiutato l’omertà; politici, amministratori onesti che guardavano all’interesse della loro gente; esponenti del volontariato, sacerdoti, caduti perchè diffondevano valori di legalità, di non violenza, di riscatto, di resistenza, di perdono. Persone uccise per rapporti di parentela o di amicizia o per uno scambio di persona, perché si trovavano nel posto sbagliato. Persone inconsapevoli, perchè hanno visto cose che si volevano tenere nascoste. Centinaia di uomini, donne e bambini. Le mafie non esitano a colpire chiunque diventi un ostacolo al raggiungimento dei loro obiettivi: denaro, potere, impunità, per questo la lotta alla mafia riguarda tutti, nessuno può dire non mi interessa, nessuno può pensare di tirarsene fuori, è una necessità per tutti, per la propria dignità, per la società che vuole essere libera, democratica, solidale, senza padri e padrini e per lo Stato che deve tutelare i propri cittadini, senza zone franche, un’esigenza morale e civile. Le mafie sono la negazione dei diritti, minano i legami familiari e sociali, opprimono, esaltano l’abuso e il privilegio, usano le armi del ricatto e della minaccia>>.
<<L’Italia- ha aggiunto-ha compiuto passi in avanti nella lotta alla mafia, negli anni sono state affinate tecniche investigative, seguendo le intuizioni di uomini illuminati, spesso vittime della mafie. Leggi efficaci, azioni di repressione. Sono state create strutture di indagine e giudiziarie che consentano una capillare conoscenza sul territorio del fenomeno criminale. Occorre sostenere il lavoro quotidiano, la professionalità e l’intelligenza di tante migliaia di donne e uomini dello Stato che difendono la nostra vita sociale e la libertà personale ,con azioni di prevenzione e repressione. È bene ricordare che questa lotta così dura, è stata condotta e viene condotta sul terreno della legalità e del diritto, senza mai venire meno ai principi che contraddistinguono uno Stato democratico. Ma è necessario non fermarsi, la mafia è ancora forte e presente, cerca di dominare in ogni ambiente, bisogna azzerare le zone grigie, terreno di coltura e di tante trame corruttive. La repressione è inseparabile dalla resistenza civile. La lotta al fenomeno mafioso non avrebbe potuto raggiungere livelli così alti, se non fosse stato per la profonda consapevolezza dei nostri concittadini, senza un forte cambio di mentalità. I giovani e le associazioni come Libera, sono stati i promotori di questo radicale cambiamento. Dove prima c’era connivenza e rassegnazione ora c’è crescita culturale, crescita che deve continuare nel tempo, senza mai considerarla acquisita una volta per tutte, una crescita che presuppone un forte impegno nell’ambito formativo e educativo. Occorre un tessuto sociale più solido attraverso l’effettiva possibilità di lavoro e un buon livello dei servizi sociali e sanitari, occupazione e qualità dei servizi assicurano dignità e rendono i cittadini più capaci di essere protagonisti; un tessuto sociale solido e con questi profili, resiste meglio alle influenze e alle pressioni mafiose. Come diceva Giovanni Falcone, “la lotta alla mafia non può fermarsi ad una sola stanza ma coinvolgere l’intero palazzo. All’ombra del muratore deve affiancarsi quella dell’ingegnere“. Questo è l’orizzonte politico, giudiziario, di ordine pubblico, culturale, sociale, del nostro impegno alla lotta alle mafie>>.
Infine, rivolgendosi ai familiari delle vittime innocenti <<Voi portate il carico maggiore per la violenza mafiosa, avete visto padri, madri, figli, fratelli e sorelle, mogli e mariti strappati a forza dalla vostra vita, dai vostri affetti, dalla vostra intimità domestica, portate una ferita che non si può rimarginare. Quanti progetti e speranze spezzati. Tutta l’Italia vi deve solidarietà per il vostro dolore, rispetto per la vostra dignità, riconoscenza per la vostra compostezza, sostegno per la vostra richiesta di verità e giustizia. La morte e la paura non possono piegare il desiderio di giustizia e di riscatto, per questo, desidero dirvi che le vostre ferite sono le ferite della nostra società e di tutta l’Italia. Vi ringrazio per essere qui e per il vostro coraggio>>.
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