di Antonella Scabellone
SIDERNO-Il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, accogliendo la richiesta degli avvocati Giuseppe Calderazzo e Davide Lurasco, ha scarcerato oggi Santo Rumbo, arrestato nel corso dell’operazione Bacinella del 2014, concedendogli gli arresti domiciliari.
Una vicenda giudiziaria, quella di Rumbo, molto travagliata, che ha visto i suoi legali impegnati in una serie di ricorsi in Cassazione per ottenere l’annullamento della misura cautelare dopo che il 20 agosto del2014 lo stesso era stato tratto in arresto nell’ambito del procedimento “Bacinella” per i reati di associazione mafiosa, esercizio abusivo del credito ed usura.
La misura cautelare, confermata dal riesame nell’ottobre del 2014, era stata annullata dalla VI sezione della Corte di Cassazione e, nel successivo giudizio di rinvio, il TDL ( giugno 2015) ha escluso la sussistenza del reato associativo confermando nel resto l’imputazione. Anche questo provvedimento era stato impugnato davanti alla Suprema Corte che nel gennaio del 2016 lo ha annullato senza rinvio ordinando la scarcerazione del Rumbo; cosa che in realtà non è avvenuta poiché nelle more – ossia a maggio del 2015 – il Rumbo era raggiunto, nell’ambito dello stesso procedimento (c.d. Bacinella 2), da un nuovo provvedimento cautelare per una ipotesi di usura commessa nel 2011. Tale ultimo provvedimento cautelare – confermato dal TDL nel luglio del 2015 – il 2 marzo scorso è stato, a sua volta, annullato con rinvio dalla VI sezione della Corte di Cassazione. Oggi il TDL, decidendo sul nuovo rinvio, ha concesso a Rumbo Santo gli arresti domiciliari.
Rumbo nel gennaio di quest’anno è stato assolto dal Gup di Reggio Calabria dall’accusa di aver partecipato ad una associazione mafiosa e condannato peri reati di usura ed esercizio abusivo del credito alla pena di anni 5 e mesi 8 di reclusione.