di Antonio Baldari
BIVONGI – Un sorriso di quelli che era nell’aria da tempo. Antonello Alfarone è tra i “magnifici” sei giovani del Partito Democratico assunti nella struttura del neo-assessore regionale Federica Roccisano con la qualifica di autista.
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Una notizia di quelle che ingenerano soddisfazione a cominciare dalla cittadina da cui Alfarone proviene, ossia Bivongi, nell’entroterra dell’Alto jonio-reggino e quindi nel cuore della vallata dello Stilaro: una notizia, dunque, accolta con piacere rispetto ad un giovane da sempre e coerentemente impegnato in politica a sinistra e nella fattispecie il Pd, in special modo è stata giustappunto la coerenza quella che ha visto riconoscere il meritato “premio” a colui che, peraltro, riveste da tempo la carica di segretario cittadino del partito, una coerenza di ferro e solida nel tempo e nello spazio in rapporto anche e soprattutto a vetusti marpioni che, al contrario, hanno ballato un po’ di qua ed un po’ di là arrivando a sottoscrivere persino il manifesto politico-programmatico del nemico, quel Nuovo CentroDestra di scopellitiana memoria di cui non è rimasta traccia e, per questo, con un controesodo alla casa madre piddina.
Che ha riaccolto con qualche, comprensibile, mal di pancia gli esodati di ritorno al di sopra dei quali lui, Antonello Alfarone, si è brillantemente distinto per fermezza, linearità e correttezza di comportamenti arrivando anche a pesanti contrapposizioni interne nel momento in cui, nell’autunno dello scorso anno, in piena campagna elettorale per le elezioni regionali, Alfarone dettava la linea di partito dando una chiara indicazione di voto facilmente riconducibile a Seby Romeo nel mentre altri lavoravano nel sottobosco dell’antipolitica frammentando le preferenze a destra ed a manca per mero quanto sterile ritorno di borsello: aveva visto bene lui, aveva avuto ancora una volta ragione lui, Antonello Alfarone, stante il fatto che, alle risultanze delle urne il 24 novembre, proprio quel Seby Romeo è stato il più votato tra i candidati piddini e, di riflesso, nominato quale capogruppo in seno al neo-eletto Consiglio regionale.
Ad ogni buon conto, Bivongi, e non solo quella che vira a sinistra, gioisce per l’escalation positiva del giovanotto che però, e stavolta solo a sinistra, apre il dibattito ed un’inevitabile insorgenza di punti interrogativi su cosa farà, ora, il segretario: resterà in carica nonostante il nuovo incarico o si dimetterà? Di certo c’è che non sarà una partita facile, perché il cosiddetto “passaggio del testimone”, al momento, non vede suoi, degni, eredi. Quantomeno di schiena, dritta ovviamente.