di Simona Ansani
ROCCELLA IONICA – Prosegue il giro di incontri con i candidati al consiglio regionale. Oggi è il turno di Vincenzo Bombardieri, unico locrideo in corsa nella lista del Pd, che ha rilasciato questa esaustiva dichiarazione sulla sua priorità programmatiche:
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«Credo – ha esordito – che una delle direttive della futura azione amministrativa regionale, di strettissima attualità, sia quella dell’azione nel settore ambientale, inteso in senso lato. l tema dell’ambiente, della gestione del ciclo dei rifiuti, dalla loro raccolta e del loro smaltimento è, oggi, in Calabria e nella locride centrale. Inutile soffermarsi sulle ragioni della crisi, tante volte analizzate, e sulle quali si ritiene vi sia ormai generale condivisione. Esse risiedono, come noto, in un sistema non adeguato, perchè costruito sull’errato presupposto che in Regione si realizzino percentuali medie di RD pari o superiori al 40%. Ciò ha determinato un sotto dimensionamento del sistema delle discariche di servizio, che non sono in grado di accogliere quantità di scarti derivanti da RSU in quantità di molto superiori a quelle previste dal progetto iniziale predisposto dell’ufficio del commissario.
La regione in questi anni si è limitata a gestire l’emergenza, senza pensare alla necessità di iniziare da un anno zero, a partire dal quale fosse necessario costruire un organico progetto di superamento stabile dell’emergenza. Si vuol dire che la gestione delle crisi non è un fatto negativo in sè. Lo diviene, invece, se una tale attività non è accompagnata da un’azione che sia finalmente di prospettiva.
Dunque, accanto alla spesa per il trasferimento dei surplus di rifiuti fuori Regione, che ha impegnato risorse per oltre 80 milioni di euro, occorre tornare indietro e cominciare a ragionare secondo una logica che interpreti correttamente il senso della filiera della gestione dei rifiuti:
1.Incentivi per la realizzazione sistemi di raccolta che aumentino la percentuale di raccolta differenziata;
2.creazione o stimolo alla creazione, per ambiti sub provinciali, di impianti di trattamento delle frazioni secche derivanti da RD in convenzione con CONAI;
3.Creazioni, per ambiti sub provinciali, di impianti per il trattamento della frazione umida derivante da RD;
4.Creazione per ambiti sub provinciali di discariche esclusivamente di servizio che servano per lo smaltimento degli scarti derivanti dagli impianti di trattamento del RSU (indifferenziato) già esistenti (esempi: Siderno e Sambatello).
1. Come noto, sino all’entrata in applicazione del TUA (testo unico ambiente), che prevede la creazione di ambiti territoriali ottimali per la raccolta di rifiuti nei quali la raccolta dovrà essere assegnata a società di ambito, la raccolta dei rifiuti è assegnata in privativa ai singoli comuni.
Occorre che la Regione Calabria individui (magari e se possibile riducendo lo stanziamento per l’avvio dell’RSU fuori regione) delle risorse per finanziare, in tutti i comuni calabresi, di sistemi di raccolta differenziata preferibilmente PAP. Occorre recuperare e migliorare l’esperienza pilota della Giunta Loiero, che realizzò una convenzione con CONAI, che fu preliminare ad un bando con il quale si finanziarono la realizzazione di centri di raccolta e raggruppamento comunali, nonchè nuovi servizi di raccolta PAP. Questa volta occorrerà aumentare gli stanziamenti tenendo conto delle reali esigenze per l’avvio dei nuovi servizi, e creare una cabina di regia presso l’assessorato all’ambiente che sia in grado di monitorare, step by step, sia la fase di progettazione del servizio, sia la fase di start up, realizzando non modelli teorici, ma sistemi tailor made, tagliati su misura sulle singole comunità. Il bando che concede i finanziamenti dovrà prevedere l’obbligo di costituire, nei primi mesi di avvio del servizio, una cabina di regia della quale dovranno far parte i responsabili del Comune, un esperto dell’assessorato ed uno di CONAI. (E’ la copiatura del modello Salerno che ha ottenuto straordinari risultati). Tutto questo perchè non è concepibile, nè accetabile che i comuni utilizzino male, o peggio, come avvenuto in passato, non utilizzino affatto i fondi posti a disposizione dalla Regione.
L’avvio a regime dell’azione n. 1 determinerebbe, sin da subito, una sensibile riduzione dell’RSU e l’aumento delle frazioni differenziate con ovvie ricadute sul complessivo sistema di gestione dei rifiuti.
2. A sostegno della azione n. 1 occorrerà avviare investimenti per stimolare (o creare direttamente) la nascita nei singoli sotto ambiti di impianti per il trattamento delle sole frazioni secche differenziate (plastiche, carta vetro, legno, ecc) convenzionate con il sistema CONAI. Facendo in modo che ogni sotto ambito provinciale abbia nella vicinanze una piazzola di trattamento. Ciò ridurrebbe grandemente i costi di trasporto che i comuni devono affrontare per inviare le frazioni secche differenziate presso il sistema CONAI, costi che incidono sensibilmente sui business plan dei vari servizi di raccolta differenziata. Una tale iniziativa, se affidata a privati, consentirebbe la creazioni di buona occupazione derivante dalla trasformazione del rifiuto in risorsa.
3. Anche questa azione costituisce sostegno ai sistemi di raccolta differenziata. Occorrerà realizzare impianti di trattamento dell’umido che siano facilmente raggiungibili nei singoli sottoambiti. Per fare un esempio: oggi la città di Reggio Calabria trasporta la frazione umida a Siderno con notevolissimo aggravio di costi di trasporto, così fa la citta di Paola o altre del Cosentino, con un conseguente intasamento dell’impianto di Siderno e i gravi disagi per la popolazione di quella cittadina. Ogni sottoambito provinciale dovrà avere un impianto di trattamento della frazione umida che, come noto è trasformabile in risorsa. Infatti da questo trattamento deriva gas da utilizzare per la produzione di energia e compost da utilizzare come fertilizzante;
4. Infine il punctum dolens: occorrerà creare delle discariche solo di servizio da utilizzare per conferire gli scarti degli impianti di trattamento dei RSU. Tali impianti sono presenti abbastanza capillarmente nei sotto ambiti. Il problema è che gli scarti debbono essere poi trasportati presso l’unica discarica presente in Calabria, vale a dire Pianopoli. Dunque: da Siderno a Pianopoli, da sambatello a Pianopoli e così via. E’ il triste fenomeno, ormai conosciuto in Calabria e presente molto più che in altre regioni, dei viaggi autostradali dei containers pieni di scarti di RSU, che determina il lievitare dei costi e l’insorgere delle crisi nei casi in cui la discarica si riempia, o quando qualche magistrato ritiene intelligente sequestrare, sia pur momentaneamente, l’impianto.
Ricordiamo che uno dei principi fondamentali della legislazione comunitaria, recepita dal Decreto legislativo Matteoli (testo unico dell’ambiente) è quello dell’autosufficienza di ogni singolo sotto ambito e della vicinanza degli impianti al luogo di produzione dei rifiuti. Ciò significa che ciascuna comunità deve smaltire i rifiuti prodotti nel proprio territorio.
Dunque occorrerà nella primissima fase di governo, anche a costo di creare scontenti, chiarire che anche in calabria, in ogni parte del territorio della calabria, si deve applicare questo principio. Dunque dovranno individuarsi discariche di servizio, nei singoli sottoambiti, ove smaltire esclusivamente gli scarti del trattamento degli RSU.
Infine una considerazione sul piano Regionale dei rifiuti proposto dalla Giunta.
Stop a modelli “sulla carta”. Il nuovo governo dovrà avviare una grande azione di consultazione e coinvolgimento della popolazione e delle realtà locali per la predisposizione di un piano di tutti, che coniughi conoscenza della realtà, azioni condivise e estensione della responsabilità a tutti gli attori del sistema, a partire dai cittadini e dagli amministratori. Perchè nessun sistema funziona se non abbracciato con convinzione da coloro che devono concretamente attuarlo. Questo nel quadro di un’azione programmatica della nuova Giunta che scommette tutto sull’ambiente. Su cos’altro si deve concentrare l’azione del Governo calabrese se non sull’ambiente, inteso come gestione dei rifiuti, della depurazione, tutela e promozione della più grande risorsa che questa regione possiede? Credo che questo, si tutti, debba essere il tema della prossima campagna elettorale.
Io direi, poi, a partire dalle (poche) esperienze pilota calabresi (Saracena, Roccella, Cittanova e altri piccoli comuni) che devono avere un ruolo di guida nei rispettivi sottoambiti e non debbono, invece, essere diluite in fallimentari gestioni consortili, come previsto dal piano regionale.
Ed ancora in ogni singola attività il Governo dovrà coinvolgere tutte le realtà che operano volontariamente nel settore della promozione e della tutela dell’ambiente (Legambiente, WWF, FAI, FEE, comitati locali ecc.) nonchè gli organi istituzionali (arpacal) che dovranno essere più veloci nel comunicare i dati relativi ai sistemi di raccolta, in modo che si possa monitorare in tempo reale l’andamento del sistema, immaginando poi la creazione di sistemi di incentivo sulle tariffe di smaltimento degli RSU.
Un intervento deciso e coerente nel settore della filiera dei rifiuti, portando in pochi anni la percentuale della raccolta differenziata dall’attuale 16% (la Calabria è dopo la Sicilia fanalino di coda in Italia) almeno al 40%, consentirebbe di recuperare le risorse che oggi vengolo “buttate in discarica”, consentendo, a parità di risorse, investimenti per il miglioramento dei servizi di raccolta e la creazione, in tutta la Regione di migliaia di buoni posti di lavoro, a partire dalla stabilizzazione di LSU e LPU. Si pensi che solo a Roccella sono stati stabilizzati 7 lavoratori LSU LPU e si sono creati 2 posti di lavoro nell’indotto.
L’azione sui rifiuti è propedeutica ad una complessiva azione nel settore ambientale inteso in senso lato.
Occorrerà, infatti, intervenire per il miglioramento dell’intera rete della depurazione in Calabria, utilizzando le risorse comunitarie disponibili per tali infrastrutture.
Ciò costituisce la necessaria condizione per lo sviluppo turistico della Regione, mediante la valorizzazione delle straordinarie risorse naturali di cui la regione è ricchissima.
Occorrerà un serio lavoro per la valorizzazione, la cura e la manutenzione del territorio, della montagna e delle foresta calabresi, mediante l’impegno produttivo dei lavoratori del settore forestale, il cui ruolo va valorizzato e professionalizzato, quali costodi delle immemse risorse naturali della regione.
In questo senso, molte delle risorse economiche sottratte alla discariche mediante un’azione avveduta e possibile nella gestione dei rifiuti potranno e dovranno essere utilizzare per creare una regione verde, in cui i parchi, la montagna, la collina e i tanti scenari naturalistici disseminati per la nostra terra divengano – ha concluso – uno straordinario attrattore di risorse».