di Adelina B. Scorda
BENESTARE – Continua a far parlare di sè la fiumara Careri e questa volta a sentire il peso della responsabilità è il Comune di Benestare che questo pomeriggio ha inteso convocare una conferenza stampa per metter in risalto le gravi criticità in cui versa la fiumara.
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Tutti sanno che la fiumara come tutti i bacini di acqua è a competenza statale e nello specifico del demanio, che dipende dalla Provincia. Le autorizzazioni per intervenire con lavori di pulizia, scolmatura, riposizionamento del corso d’acqua devono essere rilasciate dal demanio.
L’assenza di queste opere provoca nelle stagione invernale il naturale deflusso delle acque, provocando, ingenti danni soprattutto nelle aree private che limitano con il letto della fiumara. Questo è quanto accaduto circa quattro anni fa: era il 2009 quando a causa delle forti piogge e delle condizioni di abbandono del Careri l’acqua sfondò delle mura di recinzione, entrò in terreni privati e distrusse anche un pezzo della rete fognaria del comune di Benestare.
Sopralluoghi e richieste pressanti hanno consentito al Comune di ottenere un finanziamento per la realizzazione del muro crollato sotto la forza dell’acqua, tuttavia le lungaggini burocratiche e l’assenza di manutenzione del Careri hanno fatto sì che nel frattempo – quattro sono gli anni trascorsi – la fiumara ha distrutto altri centocinquanta metri di muro a cui si aggiungono i 70 iniziali, con ulteriori danni a terreni e alla rete fognante.
I danni non finirebbero qui, “In contrada Esopo – spiega Daniele Nastasi – sono caduti altri muri più a valle ed altri sono in grave pericolo, questo è solo un esempio di ciò che accade con questo tipo di gestione”.
Quello che andrebbe fatto con urgenza è innanzitutto la rimozione del materiale che ostruisce il passaggio dell’acqua, ricreando così lo spazio naturale per il deflusso della fiumara, “Ma servono – prosegue Nastasi – centinaia di migliaia di euro chi può rimuovere questo materiale senza spendere soldi che non abbiamo? La Provincia con le sue lungaggini burocratiche non ci aiuta, per quale motivo dobbiamo lasciare all’abbandono un area enorme che diventa giorno dopo giorno sempre più una discarica”.
Il Careri è una bomba pronta a scoppiare da un momento all’altro e i danni che potrebbe causare sono enormi. Una gestione preventiva eviterebbe il caos dell’emergenza consentendo di risparmiare ingenti somme di denaro. Il Careri potrebbe essere una risorsa economico ambientale, uno spazio da valorizzare e ad oggi è solo il deposito di enormi quantitativi di eternit e di materiale inerte, una fogna a cielo aperto ricca di scarichi abusivi che nauseano l’aria e inquinano il terreno “attendiamo delle risposte concrete , azioni che possano dare spazio a nuove possibilità anche per questa piccola ma importante fetta del nostro territorio, prima che i costi possano superare i benefici e allora abbandonare l’idea di un suo recupero diventi sempre più plausibile in un’ottica sempre più economica”.