di Gianluca Albanese (foto e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – Non esiste una regia politica nella cattiva gestione della discarica di rifiuti di Casignana. E’ questo il principale significato della sentenza pronunciata intorno alle 21 dal presidente Alfredo Sicuro, a capo del collegio composto anche dai giudici Concettina Garreffa e Adriana Cosenza. Lo si evince dall’assoluzione per l’ex sindaco di Casignana (all’epoca dei fatti contestati) e attuale consigliere regionale Pietro Crinò e del suo omologo di allora a Gioiosa Ionica Mario Mazza.
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Insomma, nel dispositivo letto in maniera assai celere dal presidente Sicuro si evince che gli organi di direzione politica (e l’ufficio tecnico del Comune di Casignana) non hanno giocato sporco e se illiceità nei comportamenti si possono ravvisare, sono tutte da ascrivere alla gestione tecnica del mega impianto attualmente chiuso.
Sono stati condannati, infatti, il socio della Zetaemme sas Giuseppe Saverio Zoccoli, il responsabile tecnico della società con sede in Bianco, ovvero l’ingegner Antonio Giovanni Crinò, e il direttore tecnico della Leonia (società che gestiva la raccolta e lo smaltimento di rifiuti a Reggio Calabria) Giorgio Stiriti.
Un anno e nove mesi di condanna a Zoccoli; un anno e sei mesi a Totò Crinò e quattro mesi a Stiriti. Queste le condanne comminate dalla Corte, con pena sospesa alla condizioni di legge per Crinò e Stiriti, che comunque, come tutti i condannati, dovranno pagare le spese processuali.
Assolti, invece, l’architetto Massimo Lafronte e Tallariti Stefano (per non aver commesso il fatto), l’ex sindaco di Gioiosa Ionica Mario Mazza (perché il fatto non sussiste), così come Crinò Salvatore Antonio.
Insomma, secondo la sentenza, è colpa dei tecnici e dei soci della Zetaemme sas, tanto che Giuseppe Saverio Zoccoli e Antonio Giovanni Crinò sono stati interdetti dai pubblici uffici per il periodo di un anno, interdetti dalle rispettive professioni per un anno, interdetti dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e dalle imprese per la durata della pena principale e incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno.
Ma non solo. Zoccoli e Totò Crinò dovranno risarcire le parti civili WWF Italia e Legambiente Onlus per il danno cagionato (quantificato in 2.500 euro a testa) ed è stata confiscata la Zetaemme con relativo compendio aziendale.
Insomma, se in capo alla Zetaemme gravano tutte le responsabilità, poche ore fa è terminato il lungo calvario (inteso come gogna mediatica) dei due sindaci dell’epoca, finiti sulla graticola per un fatto che, alla luce della sentenza, non sussiste.
Visibilmente sollevato Mario Mazza, stimato avvocato penalista con la passione della politica (c’è chi lo indica come probabile candidato a consigliere regionale) e il consigliere regionale Pietro Crinò (nella foto di Enzo Lacopo durante la lettura del dispositivo della sentenza) che è anche socio del Centro Radiologico di Siderno, un’importante struttura sanitaria privata convenzionata col servizio sanitario nazionale.
E se Mazza ha accolto con un sospiro di sollievo la lettura del dispositivo della sentenza, Pietro Crinò non ha inteso rilasciare alcuna dichiarazione. Il consigliere regionale (che non ha intenzione di ricandidarsi a palazzo Campanella alle elezioni di novembre, mentre competerà alle elezioni il fratello Franco, ex senatore) ha subito salutato il pubblico ministero per uscire repentinamente dal tribunale e commentare la sentenza con gli avvocati Antonio Speziale e Angelica Commisso e con i numerosi congiunti presenti al momento della lettura.
Finisce oggi, dunque, il calvario di due politici usciti puliti da una vicenda che ha suscitato un grande clamore mediatico e, alla luce di quanto deciso oggi dal tribunale, giudizi forse affrettati da parte dei loro nemici politici che, con una serie di condotte poco ossequiose dello Stato di Diritto, si sono comportati come se la sentenza fosse stata già scritta al momento della loro iscrizione nel registro degli indagati.
Entro 90 giorni verranno depositate le motivazioni della sentenza. Oggi, in ogni caso, si chiude un ciclo.
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