DAL CONSIGLIERE COMUNALE DI LOCRI MARIA ANTONELLA GOZZI RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
L’apertura delle porte della Casa Comunale alla Massoneria consegna definitivamente al pubblico ludibrio la Città di Locri.
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Fatico a comprendere le ragioni di una tale “ospitalità”; tanto discutibile quanto inverosimile se, a concepirla, è addirittura un’istituzione che dovrebbe non solo garantire eguaglianza ai cittadini, ma rimuovere ogni ostacolo che limita detta eguaglianza, impedisca il pieno sviluppo della persona umana nonché l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ed è questo il principio di uguaglianza “sostanziale” che puntualmente viene violato.
E già, perché la massoneria (o Arte Reale) nasce come un’associazione iniziatica, un patto da intendersi non come un’operatività socio-politica, ma come tensione collettiva, di tutti gli affiliati all’associazione, alla via di perfezionamento delle più elevate condizioni dell’umanità.
Ma quali siano le vie ed i canali scelti dall’organizzazione per raggiungere “le più elevate condizioni dell’umanità” è noto a tutti. E’ chiaro ai milioni di laureati ai quali master di specializzazione, qualificati corsi di formazione non bastano più per accedere dignitosamente al mondo del lavoro. E’ chiaro alle aziende, pubbliche e private. E’ chiaro anche allo Stato che, quando ha di fronte a sé la possibilità di trattare interessi di un certo spessore, non solo chiude un occhio, ma tende anche la mano.
La sala consiliare è sacra, il suo “altare” profanato invoca una ribellione collettiva. E la prima forma di protesta è la non partecipazione. Il mio appello, finalizzato al recupero di etica e moralità e contro ogni loro devianza, è quello di invitare i cittadini di Locri ad affrancare, da questa iniziativa, il luogo istituzionale deputato al dibattito e alla dialettica politica.
Nessuno, Carta Costituzionale alla mano, può impedire alla massoneria di riunirsi segretamente e perseguire i propri obiettivi. Allo stesso tempo, la vogliamo fuori dalla Casa Comunale.