(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- Si chiama “Colombiani d’Aspromonte “ l’operazione conclusa alle primi luci dell’alba di stamane che, ha portato complessivamente all’arresto di 42 soggetti (tra il 2013 e il 2015), nei centri aspromontani di San Luca e Delianuova.
Duecento militari del Comando Provinciale CC di Reggio Calabria, unità cinofile, dell’8° Nucleo Elicotteri CC di Vibo Valentia e dello Squadrone CC Eliportato Cacciatori “Calabria”, su ordine delle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Locri e Palmi, hanno tratto in arresto, in esecuzione di 2 Ordinanze di Custodia Cautelare, emesse dal Giudice delle Indagini Preliminari dei rispettivi Tribunali, 27 persone per i reati di traffico illecito di numerose armi clandestine, alcune provento di furti perpetrati tra la Lombardia ed il Piemonte, porto e detenzione illegale di armi, traffico illecito di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti come marijuana, cocaina ed eroina, furti venatori e caccia di frodo. Altre 15 persone, erano già state tratte in arresto tra il 2013 ed il 2014.
Ulteriori dettagli, sono stati resi noti durante la conferenza stampa di questa mattina, tenutasi presso il Comando Gruppo Carabinieri di Locri, alla presenza dei Procuratori della Repubblica di Locri e Palmi, Luigi D’Alessio e Ottavio Sferlazza, della dottoressa Rosanna Sgueglia, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, il colonnello Lorenzo Falferi, del tenente colonnello del Gruppo di Locri, Pasqualino Toscani e dei Comandanti delle Compagnie Carabinieri di Bianco e San Luca, Soriano e Loiudice.
A sottolineare l’importanza dell’operazione, il colonnello Falferi, le cui indagini, condotte dai militari del Gruppo CC Locri, del Comando Stazione CC di San Luca e dello Squadrone CC Eliportato Cacciatori “Calabria”, sono scaturite da un attento monitoraggio dell’area aspromontana dei due centri calabresi traendo origine, nell’anno 2013, dopo aver individuato una vasta piantagione di canapa indica in alta montagna, proprio nel Comune di San Luca <<Determinante- ha premesso Falferi- l’impegno degli uomini sul territorio, in particolare, il ruolo svolto dai Carabinieri della Stazione di San Luca che, assieme agli organi investigativi del Gruppo e al Sistema Arma sul territorio provinciale, ha consentito oggi di giungere a questo rilevante risultato operativo. Inoltre, grazie all’intervento e al sostegno delle due Procure, mi preme evidenziare l’importanza che, simbolicamente ha questa operazione, al di là del dato tecnico, numerico, operativo. E’ la dimostrazione che l’Arma dei Carabinieri della Provincia di Reggio Calabria, non lascia in nessun suo reparto, nulla al caso. Ogni singolo reparto, anche quello apparentemente più piccolo, estrinseca una capacità di penetrazione operativa e informativa di assoluto prestigio e di assoluto livello, sotto la preziosa guida di entrambe le Procure. L’Arma della Locride e segnatamente quella di San Luca, ha infetto un duro colpo; segno che non vi sono zone franche nel territorio della Provincia. Segno che l’Arma dei Carabinieri, non trascura alcuno elemento. Segno che ogni singolo uomo di questo Comando Provinciale non lesina l’impegno, la dedizione e il sacrificio. Se un reparto come la Stazione di San Luca è riuscita a mettere a sistema sinergie investigative e approfondimenti operativi di tale pregio, credo che questo costituisca per ognuno di noi, un viatico ottimo per il futuro>>.
<<Di questa operazione-ha poi aggiunto il procuratore della Repubblica di Locri D’Alessio– mi piace cogliere il rapporto tra le due Procure, Locri e Palmi. Con il Procuratore Sferlazza ci siamo anche confrontati sul fatto che tutto sommato, non amiamo l’aspetto mediatico, al quale però, dobbiamo ottemperare anche per rendere omaggio alle Forze dell’Ordine e in questo caso, ai Carabinieri, in special modo a quelli di San Luca che, hanno operato così bene in questa circostanza. Le Procure di questo Distretto, riescono anche a lavorare in sinergia. Non ci sono territori sui quali si possa registrare da parte delle Procure, margini di caduta di collegamento. Le vicende si sono sviluppate in territori estremamente impervi. Non esiste territorio che, non venga a brandelli conquistato e controllato dalle Forze dell’Ordine. Non ci deve essere margine per qualunque tipologia di finalità, di impunità su qualunque tipo di territorio, anche su uno così difficile, come può essere quello della Locride, dell’Aspromonte e della fascia tirrenica. Noi cerchiamo di contrastare su qualunque tipo di territorio, l’eventuale commissione di reati. Le Procure del Distretto insieme alle Forze dell’Ordine, lavorano sul ripristino del controllo totale del territorio>>.
Il procuratore della Repubblica di Palmi, Ottavio Sferlazza, ha ribadito la spiccata professionalità messa in atto ancora una volta, dall’Arma dei Carabinieri in questa indagine, rispondendo con efficienza operativa a quel controllo sul territorio che, la criminalità organizzata, anche non di stampo mafioso, riesce ad esercitare in una realtà così difficile <<Sono bel lieto-ha chiosato Sferlazza- di aver avuto la possibilità di collaborare in stretta collaborazione con la Procura di Locri, cui va il merito principale di tale indagine come anche alle Forze dell’Ordine del territorio, perchè noi abbiamo ereditato un troncone di questa stessa indagine. E, nonostante le difficoltà, le sfasature di ordine temporale che derivavano dai tempi diversi della giustizia nei due circondari per varie ragioni, siamo riusciti comunque, a seguire questa operazione congiuntamente, sebbene fossimo stati investiti dalla citata indagine solo successivamente. In una realtà come quella calabrese, dei nostri due circondari, la disponibilità di ingenti quantitativi di armi, destinate al bracconaggio, ma anche di grossi quantitativi di stupefacenti, non è un fenomeno da sottovalutare, nonostante la presenza di una tradizionale organizzazione di stampo ‘ndraghetistico. La risposta che le Procure e le Forze dell’Ordine devono dare alle esigenze di giustizia che il territorio pone, deve riguardare qualunque tipo di criminalità; dunque, il controllo del territorio e il ripristino della legalità va esercitato a tutti i livelli, senza sottovalutare alcun tipo di fattispecie. Noi avevamo chiesto 11 ordinanze di custodia cautelare e 1 di arresti domiciliari, tant’è che il Gip ha accolto tutte le nostre richieste anche se ha graduato in modo diverso la tipologia di misure, in relazione alla personalità o alla capacità criminale di questi soggetti che, anche se in larga misura incensurati, hanno tuttavia dimostrato una spiccata pericolosità sociale. Spesso i peggior criminali, sono quelli che riescono ad avere il certificato penale bianco>>.
<<L’Arma dei Carabinieri- ha commentato il tenente colonello del Gruppo di Locri Toscani- che da oltre 200 anni esplica la sua attività con i presidi territoriali fino ai minimi livelli, quindi fino alle Stazioni, riesce ad avere una capacità penetrativa e conoscitiva in ogni territorio e in ogni dove; anche nella Locride, a San Luca e nelle zone impervie dell’Aspromonte. I soggetti coinvolti, facevano la loro attività, credendo di agire indisturbati; i Carabinieri invece, con metodologia e con tecniche investigative anche all’avanguardia, sono riusciti a dimostrare che il territorio è controllato, sottoposto costantemente all’attenzione delle Forze dell’Ordine>>.
Toscani ha poi riportato alcuni dati, oggetto dell’attività d’indagine: 27 i soggetti colpiti da ordinanza di custodia cautelare; tratte in arresto 15 persone in flagranza di reato, denunciate in stato di libertà, altre 7; sequestrati complessivamente 46 fucili, 8 pistole, 2.420 munizioni per fucili e pistole, 762 grammi di cocaina, 2 kg di eroina, 416 grammi di sostanza da taglio, circa 2 quintali di marijuana, 2.419 piante di canapa indica (in otto distinte piantagioni), 300 capi circa di fauna protetta ed attrezzatura varia per la loro cattura.
IL VIDEO
Riepilogando, i soggetti colpiti da O.C.C. sono: CUTRI’ Andrea cl. 87; GIAMPAOLO Antonio cl. 86; GIAMPAOLO Domenico cl. 89; GIORGI Antonio cl. 62; GIORGI Francesco cl. 93; GIORGI Francesco cl. 85; GIORGI Giovanni cl. 42 (arresti domiciliari); GIORGI Salvatore cl. 58; MAMMOLITI Domenico cl. 86; MAMMOLITI Giuseppe cl. 58; MAMMOLITI Saverio cl. 84; PELLE Antonio cl. 69; PIPICELLA Giuseppe cl. 56; SERGI Donato cl. 68; STRANGIO Giuseppe cl. 55; CAGLIOSTRO Giuseppe cl. 83; CARBONE Basilio cl. 78; CARBONE Giuseppe cl. 76; CARBONE Raffaelangelo cl. 80; DEMARTE Rocco cl. 87; GUADAGNINO Giovanni cl. 66; ITALIANO Domenico cl. 74; ITALIANO Francesco cl. 84; LIROSI Angelo cl. 57; LIROSI Michele cl. 90; LIROSI Rocco cl. 87; RECHICHI Alessio cl. 89.
Arrestati in flagranza di reato: SERGI Donato cl. 68 (armi e stupefacente); ITALIANO Francesco cl. 84 (armi); LIROSI Rocco cl. 87 (armi); SCOPELLITI Domenico cl. 92 (arrestato 2 volte) (armi e stupefacente); MAMMOLITI Maria cl. 67(stupefacente); PIZZATA Antonio cl. 59(stupefacente); PIZZATA Domenico cl. 95(stupefacente); PIZZATA Giuseppe cl. 88 (stupefacente); GIORGI Sebastiano cl. 95 (munizioni e stupefacente); VIOLI Rocco cl. 74 (armi e stupefacente); VIOLI Francesco cl. 77 (armi e stupefacente); IARIA Massimo cl. 92(armi); MAMMONE Giuseppe cl. 85 (armi); PIZZATA Antonio cl. 92(stupefacente).
Deferiti in stato di libertà, GIORGI Sebastiano cl. 76; CARBONE Giuseppe cl. 76; GUADAGNINO Giuseppe cl. 62 e RECHICHI Alessio cl. 89.