R. & P.
Lo scorso 8 Aprile, nella sala del Consiglio Comunale di Siderno si è svolto un convegno- seminario organizzato dal Comune in collaborazione con il WWF e con l’Istituto Alberghiero di Locri “I.P.S.S.A.R. DEA PERSEFONE”.
Il seminario ha avuto come tema: “La conservazione della biodiversità nell’ecosistema marino- costiero”.
Al tavolo dei relatori, il dott. Augusto Polito dirigente di II fascia Area I, in rappresentanza della Commissione Straordinaria attualmente alla guida di Siderno; presenti anche gli altri membri, quali la dott.ssa Stefania Caracciolo – viceprefetto e la dott.ssa Matilde Mulè – viceprefetto.
Il dott. Augusto Polito ha aperto i lavori, presentando il tema del convegno, di grande spessore scientifico, come prestare più attenzione alle problematiche ambientali, limitando le emissioni sia atmosferiche che marine.
Il primo relatore, il comandante dell’ufficio Locale Marittimo di Siderno, Umberto Surace, ha evidenziato le competenze del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, specificando che lo stesso dipende dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ma opera in regime di dipendenza funzionale dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Nell’ambito delle proprie attribuzioni funzionali, svolge tale attività di tutela ambientale attraverso le diverse componenti operative specialistiche di cui è dotata, capaci di esprimere una presenza sul territorio capillare e qualificata e di offrire risposte efficaci e tempestive in caso di minaccia all’ecosistema marino e costiero.
E’ stato illustrato il concetto di pesca sostenibile, alla base della quale c’è innanzitutto il rispetto per il mare, inteso come patrimonio naturale e bene comune minacciato dal preservare.
Sul piano pratico, questo significa evitare i comportamenti più dannosi per le specie ittiche e per gli ecosistemi marini che le ospitano, come i prelievi eccessivi, gli sprechi inutili e le tecniche distruttive per i fondali. Le civiltà umane praticano la pesca fin dalla preistoria, un’attività che da sempre assicura approvvigionamento alimentare e lavoro. L’industrializzazione ha però cambiato drasticamente l’impatto ambientale di questo settore, sulla spinta di una domanda in costante crescita, che spesso non considera sufficientemente i ritmi naturali del mare.
A seguire, è stato fatto un confronto tra le tecniche di pesca dannose con i metodi sostenibili, specificando che i metodi di pesca si distinguono per le specie ittiche alle quali mirano e per il grado di selettività che riescono ad attuare. Considerando l’impatto ambientale sugli ecosistemi marini, le differenze possono essere molto significative.
Infine, sono stati esposti alcuni reati commessi nell’ecosistema marino-costiero, come: la pesca del dattero di mare, poiché causa gravi danni ai substrati rocciosi e agli habitat marini rischiando la desertificazione della costa. La vendita dei datteri di mare è illegale. La pesca del novellame di sarda e alice (c.d. bianchetto), la pesca del Pesce Spada e del Tonno Rosso, consentita solo ad un numero ristretto di imbarcazioni.
Il secondo relatore di Vibo Valentia, in rappresentanza del WWF, la dott.ssa Jasmine De Marco, ha parlato dei “problemi di conservazione e valorizzazione naturalistica delle coste calabresi”, spiegando le criticità attuali del nostro mare.
Infatti, il Mediterraneo o “Mare Nostrum” come lo chiamavano i latini, culla di civiltà, presenta oltre 17.000 specie. La biodiversità rappresenta, a seconda dei gruppi tassonomici, dal 4 al 25% della diversità di specie marine globali. Il Mediterraneo contiene circa il 7.5% delle specie mondiali in una superficie pari a 0.82%, di conseguenza la ricchezza di specie per area è circa 10 volte superiore alla media mondiale. Il dato 24 milioni di dollari, rappresenta la produzione economica annuale mondiale del mare, ovvero il Prodotto Marino Lordo. Il Mediterraneo da solo, fornisce il 20% del cosiddetto Prodotto Marino Lordo degli Oceani del pianeta, pur essendo circa solo l’1% della superficie degli oceani secondo i dati del WWF. La Regione Calabria con i suoi circa 800 Km di costa, detiene il 10 % dell’intero patrimonio costiero d’Italia e presenta la più grande ed esclusiva varietà di spiagge formate da rocce e sabbie particolari con il susseguirsi di baie, promontori, bianche spiagge e mare cristallino.
Il nostro mare è minacciato da fenomeni che incidono sulla biodiversità e sul delicato equilibrio su cui si regge il suo l’ecosistema:
1. PESCA ECCESSIVA ED ILLEGALE – Il 30% degli stock ittici di loro si trova infatti al di sotto dei limiti biologici di sicurezza e rischia pertanto di non essere più in grado di ricostituirsi;
2. INQUINAMENTO – rappresenta una delle principali minacce sia alla biodiversità, sia alla salute delle persone. L’85% dell’inquinamento si registra presso foci di fiumi, canali e scarichi sospetti. Dodici milioni di abitanti sono senza depuratori. Principali fonti dii inquinamento sono: eccessivo afflusso di nutrienti, scarichi industriali e urbani, fuoriuscite di petrolio, rifiuti solidi, tra i quali la plastica. I grandi pezzi di plastica feriscono, strangolano e causano spesso la morte di animali, incluse specie protette e a rischio, come le tartarughe marine. Ma sono le microplastiche, frammenti più piccoli e insidiosi, a raggiungere nel Mediterraneo concentrazioni record quasi 4 volte superiori a quelle registrate nell’ “isola di plastica” del Pacifico settentrionale costituiti da Polietilene, Polipropilene e Polietilene Tereftalato (PET), ovvero le tipologie di plastica più comunemente utilizzate per produrre imballaggi usa e getta;
3. TRAFFICO MARITTIMO – in continuo aumento;
4. INVASIONE DI SPECIE ALIENE – la diffusione delle specie aliene nei mari italiani, oltre alla minaccia alla biodiversità, è responsabile di problemi economici e di rischi sanitari associati alla loro presenza. Tra le specie aliene ricordiamo il pesce scorpione, il pesce maculato;
5. ACIDIFICAZIONE DELLE ACQUE;
6. CAMBIAMENTI CLIMATICI – è necessario quindi un cambio culturale che porti all’abbandono delle visioni meramente economicistiche in cui l’ambiente è considerato solo un costo, per passare alla visione dell’ambiente come risorsa, base e snodo per lo sviluppo della società del futuro nonchè maggior attivismo e partecipazione sociale.
Il terzo relatore, è stato il dott. Salvatore Urso, responsabile del progetto Caretta Calabria Conservation. Sono stati rilevati, nella sua attività, 98 nidi nel triennio 2016-2018, 3235 piccoli assicurati al mare. Questi, i numeri comunicati da “Caretta Calabria Conservation”; il referente dell’associazione ha infatti approfondito le problematiche di conservazione della specie, analizzando le possibili soluzioni, auspicando maggiore rispetto per le spiagge sempre più martoriate da operazioni di pulizia meccanica e spianamento degli arenili. La tutela di Caretta Caretta passa attraverso la tutela attiva delle spiagge ma non deve pregiudicare la fruizione turistico/balenare delle stesse. La presenza dei nidi di tartaruga marina e dei turisti è possibile, cosi come avviene in Grecia e in altri paesi in cui la specie si riproduce, basta promuovere il monitoraggio degli arenili e la tutela delle nidiate.
Caretta Calabria Conservation è un’associazione ONLUS appositamente fondata per il monitoraggio e la tutela dei nidi di Caretta Caretta in Calabria. Il rinvenimento dei nidi avviene tramite monitoraggio giornaliero delle spiagge a piedi o per mezzo di fatbike a pedalata assistita. Il personale esperto dell’associazione è coadiuvato da numerosi volontari provenienti dall’Italia e dall’estero che, nell’ambito di appositi campi di formazione e ricerca, sorvegliano ogni nidiata garantendo l’arrivo al mare di ogni piccolo nato.
Poi è intervenuto Filippo Armonio, responsabile del centro recupero di Brancaleone che ha parlato di “Tutela e conservazione: problemi riguardanti la pesca e l’inquinamento” ,evidenziando i pericoli che minacciano le tartarughe in mare e il lavoro che viene svolto nel centro in cui opera per recuperarle.
Le tartarughe sono minacciate dall’inquinamento, dalla pesca accidentale, ragion per cui viene richiesta la collaborazione dei pescatori che a volte, per non essere controllati dalla Guardia Costiera, preferiscono ributtare in mare le tartarughe pescate con l’amo ingoiato, piuttosto che farle ricoverare e salvarle.
L’inquinamento dovuto alla plastica ha visto molte tartarughe spiaggiarsi e morire per soffocamento.
In occasione del convegno dell’8 aprile scorso, all’ingresso del Comune si è tenuta una mostra sulle tartarughe ed al contempo, è stato predisposto dal socio Dino Audino, un punto info del WWF.
Il dottor, Augusto Polito della Commissione Straordinaria, ha al termine, ringraziato i collaboratori del convegno: l’Istituto Alberghiero di Locri ” I.P.S.S.A.R. DEA PERSEFONE” nella persona della prof.ssa Maria Giuliana Fiaschè e la dott.ssa Ida Evoli, presidente dell’OA, Provincia di Reggio Calabria.
Presente per la sezione provinciale del WWF di Reggio Calabria, anche la vice presidente Martina Comito con delega all’ educazione ambientale nelle scuole locridee, nonché impiegata nel Settore 6 del Comune di Siderno (promotore del convegno) e il delegato del WWF Calabria, la dott.ssa Beatrice Barillaro.
Alla fine dei lavori, l’ingegnere Pietro Fazzari, responsabile del settore 6 LL PP del Comune di Siderno, ha ringraziato i convenuti e i relatori, descrivendo l’attività posta in essere dal Comune per salvaguardare l’ambiente, preannunciando altre iniziative.
Presenti tra i convenuti anche il dott. Arturo Rocca, presidente dell’ ”Osservatorio Ambientale Diritto alla Vita” che ha elencato alcune criticità ambientali, riguardanti il territorio di Siderno ma ha anche sottolineato l’ottima qualità dell’acqua potabile del Comune.
Il dott. Polito della Commissione Straordinaria ha accolto le proposte pervenute, promettendo di attivarsi per risolvere le criticità del territorio.
Altri ringraziamenti poi sono stati espressi dalla presidente del WWF OA di Reggio Calabria, dott.ssa Ida Evoli, al Comune di Siderno per aver organizzato l’evento, anticipando che sono in itinere iniziative per la campagna “Plastic free” riferite alla rimozione della plastica dall’ambiente.
Un lauto banchetto a base di pesce, dell’Istituto Alberghiero di Locri ha deliziato i convenuti. Ciò a rappresentazione di come sia possibile adottare l’alta cucina e allo stesso tempo, rispettare l’ambiente attivandosi a favore di una pesca sostenibile.