di Gianluca Albanese
LOCRI – Nel 2001 ha sfiorato l’elezione a sindaco di Locri, la sua città. Oggi il dirigente bancario Dario Marando tenta la scalata ad uno scranno in consiglio regionale. Abbiamo rivolto anche a lui le tre domande che stiamo ponendo a tutti i candidati consiglieri regionali.
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Perché ha scelto di candidarsi con questa lista e in questa coalizione?
«Il Centro Democratico rappresenta il partito in cui milito da oltre un anno. Inoltre è notorio che sono storicamente legato da profonda amicizia e comunanza politica con il Coordinatore Regionale Senatore Pietro Fuda, per cui appare scontato candidarmi con tale forza politica. Con riferimento alla coalizione, è appena il caso di ricordare che il Centro democratico, sin dalla sua nascita, è stata una forza politica saldamente ancorata allo schieramento di centro sinistra. In sintonia con la nostra identità, appare quindi scontata la nostra alleanza con il Pd e le altre forze di centro-sinistra con candidato a presidente Mario Oliverio».
E’ più importante, per lei, il rinnovamento della classe politica o l’esperienza e la competenza?
«Non vi è dubbio che l’esperienza ed ancora di più la competenza siano delle qualità necessarie, oserei dire indispensabili, per gestire al meglio la cosa pubblica. In egual misura il rinnovamento è una componente importante per eliminare incrostazioni di potere e trasversalismi che hanno sino ad oggi penalizzato ed umiliato la nostra regione. Ciò detto, tuttavia, voglio precisare che per me il rinnovamento non si identifica esclusivamente con il rinnovamento anagrafico, – abbiamo visto in questi anni troppi “giovani” muoversi con spregiudicatezza e con metodi che ricordano gli anni bui della prima repubblica – ma con una nuova visione politica che avvii processi di rinnovamento radicali nei metodi e negli strumenti dell’azione di governo. A questo proposito ritengo che il candidato a presidente Mario Oliverio, ancorché non giovanissimo, sia su tale lunghezza d’onda e si adopererà per favorire il cambiamento di cui la Calabria ha fortemente bisogno».
Le sue priorità programmatiche
«Il presidente Scopelliti ed il centro-destra, in questi ultimi cinque anni, con un’azione di governo spregiudicata ed al limite della legalità, hanno emarginato la Calabria determinando nel nostro territorio una drammatica situazione sociale ed economica che mina la stessa coesione sociale. Significativo, a tale proposito, è il grido d’allarme lanciato dalla Svimez la scorsa settimana: tutti gli indicatori rappresentano la nostra regione come ultima tra tutte le regioni italiane. Si tratta dunque di intervenire subito per assicurare a questo nostro splendido territorio un futuro degno di essere vissuto. Nella Calabria delle mille emergenze, al primo posto metterei il problema del lavoro che non c’è. Occorre intervenire con tempestività favorendo investimenti e creando occupazione. A tal fine è necessario cambiare registro utilizzando i fondi della programmazione europea 2013-2020 e cercando, nel contempo, di spendere quelli relativi al programma 2007-2013. Altra emergenza è quella legata all’assistenza sanitaria: qui una politica scellerata attuata con un’applicazione selvaggia del piano di rientro ha determinato lo smantellamento e il depotenziamento della rete ospedaliera. Occorre inoltre invertire tale processo, investendo sulle strutture pubbliche e potenziando i servizi territoriali e, altresì, dotando i servizi, che sono deputati all’emergenza, dei necessari operatori. Altra criticità, che merita una particolare attenzione, è quella legata alle infrastrutture ed ai trasporti, si tratta di far uscire la Calabria dalla palude dell’isolamento, specie quella ionica, finanziando in tempi brevi i tratti mancanti della nuova 106, e poi ancora potenziando la ferrovia ionica da troppo tempo abbandonata».