di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
BOVALINO – L’esenzione del ticket sanitario per gli inoccupati e la rimodulazione delle fasce di esenzione. È una delle tre proposte elaborate dal circolo “Quasar” del Nuovo Centrodestra di Bovalino, presieduto da Bruno Squillaci, e presentate dal consigliere regionale Pietro Crinò ai ministri del partito di Alfano, in un recente incontro capitolino.
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Questo il testo integrale della proposta, redatto a cura di Bruno Squillaci e indirizzato al ministro della salute Beatrice Lorenzin:
Egregio Sig. Ministro,
Il Consiglio Direttivo del CIRCOLO NCD QUASAR BOVALINO ha elaborato la seguente proposta che sottopone alla Sua attenzione:
Un recente studio ha evidenziato che oltre l’11% degli italiani, a causa della crisi oramai dilagante, ha rinunciato a curarsi, non riuscendo più a sostenere i costi di esami ed analisi di laboratorio, non garantiti gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale per determinate fasce di popolazione. La mancata gratuità di tali prestazioni, a fronte di un risparmio immediato per lo Stato, potrebbe però costituire un aggravio dei costi in futuro, in quanto la prevenzione evita l’insorgere di patologie facilmente diagnosticabili ed il loro successivo ed oneroso trattamento di cura.
L’articolo 32 della nostra Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Tra questi ultimi vi sono anche categorie di cittadini che oggi non godono dell’esenzione del ticket sanitario, come ad esempio i cosiddetti inoccupati, coloro cioè che nella loro vita non hanno mai avuto l’opportunità di lavorare regolarmente, neanche per un solo giorno, e che purtroppo a causa di questo loro “status” non godono di alcuna esenzione dal pagamento del ticket sanitario. Nell’attuale sistema infatti l’esenzione viene garantita esclusivamente ai disoccupati, a coloro cioè che hanno perso il posto di lavoro e sono in cerca di una nuova occupazione, creando un’ingiusta ed inspiegabile disparità di trattamento.
Tale evidente anomalia penalizza pesantemente una particolare e sfortunata categoria di cittadini che non ha mai avuto la possibilità di lavorare e che di conseguenza non dispone di alcun reddito. Stesso disagio, inoltre, si registra per gli ex lavoratori autonomi che, all’atto della chiusura della loro attività, si iscrivono ai centri per l’impiego risultando anch’essi inoccupati, non avendo mai svolto in precedenza attività di lavoro dipendente.
Ma anche per i disoccupati vi sono dei limiti oggettivi che devono essere necessariamente superati. Il riferimento al reddito dell’anno precedente, ad esempio, è uno di questi. Se un lavoratore dipendente viene licenziato divenendo quindi disoccupato, rischia comunque di non poter godere del beneficio dell’esenzione in quanto l’attuale sistema prevede che il reddito da prendere come riferimento è quello dell’anno precedente. Ma quel reddito purtroppo non è più disponibile in quanto ha cessato di esistere all’atto del licenziamento.
Il limite di reddito previsto per i disoccupati ed i pensionati al minimo, inoltre, risulta essere particolarmente basso. Fino a qualche anno fa il parametro per l’esenzione era costituito dall’ISEE, un indicatore che valuta la capacità reddituale in funzione della composizione del nucleo familiare. L’attuale sistema invece considera esclusivamente il reddito ai fini IRPEF e, nel caso di nuclei numerosi, la presenza di un reddito appena sufficiente al sostentamento della famiglia preclude spesso il riconoscimento del diritto all’esenzione ed alle necessarie cure.
La nostra proposta prevede pertanto l’estensione del diritto all’esenzione dal ticket sanitario anche per gli inoccupati e la necessaria ed indispensabile rimodulazione delle fasce di reddito, soprattutto per ciò che concerne anziani e disoccupati con nuclei familiari numerosi.
Certi della Sua attenzione l’occasione ci è gradita per porgerLe i più cordiali saluti.