di Antonio Baldari
STILO – Lo diciamo subito: è tutto vero. Incredibilmente vero l’episodio che andiamo a raccontare e che, se non fosse per i debiti riscontri effettuati, anche al cronista sarebbe risultato assai difficile poter dare credito ad una vicenda che ha del grottesco, a dir poco. È il primo pomeriggio dello scorso fine-settimana e, sull’autobus di una prestabilita corsa per una nota ditta di autolinee della Locride, sale un uomo, turista fra quelli che sono ancora presenti nel comprensorio affollando le nostre spiagge ed i nostri locali che, con chiaro accento settentrionale e non da emigrato di ritorno, riconoscibilissimo, partecipa al conducente la tratta che lo riguarda per l’emissione del biglietto: “Ho visto questo signore salire e prendere posto in autobus dopodiché, all’approssimarsi della fermata che lo interessava, gli chiedo del tratto di strada percorso perché potessi rilasciargli il titolo di viaggio senza il quale, ad un eventuale controllo, avrebbe potuto incorrere in una multa salatissima – ci partecipa il signor F. G., autista – e lui, di rimando, mi dice “Da Roccella a Monasterace”, senonché gli comunico che sono 2 euro, giusto una moneta”.
Ma a quel punto accade l’incredibile. Leggete, “Per tutta risposta mi sento dire: “Posso pagare con il bancomat?” che francamente non mi sarei mai e poi mai aspettato di sentire con le mie orecchie, e neanche i tanti passeggeri in quel momento presenti in autobus – riprende F. G. – potevano credere a quell’assurda richiesta a cui, chiaramente, ho risposto di no ma per un motivo molto semplice, e cioè che in autobus non è previsto il pagamento con bancomat e carte di credito varie del resto, come ho fatto notare a questo fin troppo zelante passeggero, non ci sono indicazioni di adesivi all’interno o all’esterno del mezzo di trasporto che indicano e, di riflesso, autorizzano il pagamento con il bancomat per l’appunto”.
Ma non finisce qui, il “fin troppo zelante passeggero” ha cominciato ad inalberarsi pretendendo assolutamente di potere onorare il titolo di viaggio a lui spettante, 2 euro!, proprio con la modalità da lui indicata e quindi insistendo di pagare con il bancomat, “Che non sarebbe stato in ogni caso possibile perché non siamo attrezzati per quella tipologia di pagamento, proprio perché non prevista – chiosa F. G. – in ogni caso ho suggerito a questo signore di frugare bene nelle proprie tasche e vedere un po’ di assolvere l’impegno per il biglietto che gli avevo già staccato perché mai e poi mai avrei immaginato che andasse a finire così, ma lui ancora insisteva nel fare in quel modo, come diceva lui, a quel punto ho fermato l’autobus e gli ho detto chiaramente che glieli avrei messi di tasca mia e di chiuderla lì – conclude l’autista – ma chissà perché, come per magia, lo vedo tirare fuori dalla tasca una monetina da 2 euro, con il sospiro di sollievo per l’epilogo dell’incresciosa vicenda, mio e soprattutto dei passeggeri oltremodo spazientitisi nel frattempo”.
Meditate gente, meditate! I pagamenti, piccoli o grandi che siano, vanno sempre onorati soprattutto quando si usufruisce di un servizio pubblico, come quello di trasporto, al Sud come al Nord e viceversa. Con spiccioli in tasca, please!