di Emanuela Alvaro
SIDERNO – «La decisione di scendere in campo nasce dalla volontà di esprimere un candidato della coalizione di centrodestra ed è stata maturata dopo una serie di riunioni, nel momento in cui mi sono reso conto che sulla mia persona tutti avevano trovato un punto di incontro e condivisione. C’erano state altre disponibilità, tra tutte quella di Mimmo Catalano a cui vanno i miei ringraziamenti per aver ritirato la sua disponibilità nel momento in cui ha capito che tutto il centrodestra si è indirizzato verso la mia candidatura». Pietro Sgarlato prosegue sul percorso avviato in vista delle elezioni amministrative alle quali si candiderà alla carica di sindaco della città di Siderno, supportato da due liste, una partitica con il logo di Forza Italia e la seconda civica. Una coalizione di centrodestra nella quale Forza Italia è il cardine.
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Un passato politico certo non facile, quello che viene attribuito a Sgarlato, vicesindaco e assessore al bilancio dell’amministrazione Ritorto, durata in carica poco meno di un anno, fino a quando prima con le dimissioni del ex sindaco e poi con lo scioglimento per mafia, Siderno ha trascorso gli ultimi anni amministrata da una triade commissariale. «È bene ribadire che mi sono candidato per la prima volta alle elezioni dove è stato scelto Riccardo Ritorto come sindaco, nel 2011. La mia esperienza politico – amministrativa è breve, poco meno di un anno. Naturalmente su quello che io ho fatto in questo anno mi assumo tutte le responsabilità, un periodo nel corso del quale come amministrazione abbiamo avviato tutta una serie di progetti, non proseguiti per lo scioglimento per mafia».
Una decisione quella che ha portato allo scioglimento del comune per infiltrazione mafiosa sulla quale Sgarlato vuole precisare alcuni passaggi. «Mi preme ribadire anche, come si può leggere nei documenti relativi allo scioglimento, considerato proprio il nostro breve periodo, lo stesso è ricaduto si sull’amministrazione Ritorto, ma le cause segnalate nella relazione sono tutti fatti risalenti alle precedenti amministrazioni. Mi sento di porre in evidenzia un altro aspetto che spesso è riportato erroneamente da qualche giornale e sito web. Nella relazione in modo errato si parla di contiguità tra l’amministrazione Ritorto e l’amministrazione Figliomeni, portando a titolo di esempio Domenico Commisso, l’unico consigliere coinvolto. Lo stesso Domenico Commisso che nell’amministrazione Figliomeni non era consigliere di maggioranza, ma di opposizione, candidatosi a suo tempo con Domenico Panetta. Errore questo che è stato fatto più volte e in più occasioni ripetuto dagli organi di stampa».
Programma 2011 e programma 2015 quali le novità?
«Cambia molto, prima di tutto perché sono cambiati i tempi e Siderno si trova in una situazione drammatica. Non ho alcuna intenzione di fare il “programma dei sogni”, ritengo che sia fondamentale puntare su un programma snello, realizzabile. Oltre alle questioni contingenti come il lungomare, per il quale credo sia fondamentale intervenire prima per prevenire ulteriori danni invece di realizzare un’opera e poi assistere ad un’altra distruzione, punterò sull’aspetto ambientale e, se verrò eletto, ad inizio mandato procederò con la revoca immediata dell’esternalizzazione del servizio di raccolta rifiuti, espletandolo con una gestione interna, in modo da ottimizzare i costi e migliorare la qualità del servizio. Internalizzandolo si controlla meglio l’andamento dello stesso, intervenendo immediatamente per affrontare le criticità, tutto questo con il personale interno, arrivando alla stabilizzazione dei lavoratori LSU ed LPU».
Questione lavoratori precari che per Sgarlato si è estremizzata per come la stessa è stata gestita. «LSU ed LPU fino ad ora non hanno avuto una posizione stabile e garantita all’interno delle amministrazioni, questo ha portato molti di loro a produrre poco. Più in generale credo che sia fondamentale investire nella formazione dei dipendenti perché i tempi e la burocrazia sono cambiati è c’è necessità di continui aggiornamenti per far funzionare la macchina amministrativa».
Cosa ha sbagliato la politica in tutti questi anni a Siderno?
«Io ho fatto una battaglia sulla lista unica, dovuta al fatto che, secondo me, a livello politico e dirigenziale c’è stato in questi anni un livellamento verso il basso. Il sistema elettorale che adotta Siderno ritengo essere sbagliato. Utilizziamo il proporzionale per il numero degli abitanti al di sopra dei 15 mila, sistema che in un certo senso ti “impone” di presentare più di una lista collegata al sindaco. Questo porta alla frammentazione del voto, dando l’opportunità a tante persone di arrivare in consiglio comunale pur non avendone le capacità. Negli anni passati si sono commessi molti errori e ci siamo ritrovati consiglieri comunali che nel corso del loro mandato non sono mai intervenuti per la città. Chi si siede in consiglio comunale ha ottenuto un mandato dai cittadini e non impegnarsi non è un buon modo per far valere la volontà dei cittadini. Dal 2011 tante cose sono cambiate e per Siderno, facendo questa scelta della lista unica, avrebbe significato vera discontinuità. Non sono certo che Pietro Fuda fosse convinto fino in fondo di questa possibilità. Solo Mimmo Panetta e Siderno Libera in un primo momento si sono dichiarati favorevoli alla lista unica. Fuda ha detto di essere d’accordo, adducendo nel contempo tutta una serie di paletti che a mio avviso si sarebbero potuti aggirare. L’unico partito che ha sempre sostenuto di volersi presentare con una propria lista è il PD, ma io ritengo che in una coalizione espressione di più soggetti è il candidato a sindaco che deve dettare il percorso da seguire, senza nascondersi dietro il fatto che, in questo caso il PD, non è d’accordo sulla lista unica».
Una sua idea politica dei candidati che concorreranno alla carica di primo cittadino.
«A Pietro Fuda riconosco grandi doti di amministratore, però ritengo e questo lo dicono anche i fatti, che lui è stato un grande amministratore quando faceva parte del centrodestra, schieramento con il quale ha ottenuto importanti risultati. Poi ha deciso di cambiare casacca politica e mi sembra che in termini di risultati sia rimasto anonimo. Peppe Caruso è un’ottima persona, un ottimo professionista, ma dal punto di vista politico non mi posso esprimere perché ritengo sia al momento ingiudicabile».