di Emanuela Alvaro
SIDERNO – “Donne protagoniste nel mondo del lavoro. Quali opportunità?”, il tema dell’ incontro organizzato dal Coordinamento provinciale donne Cisl Reggio Calabria e da Confindustria, moderato da Rosario Condarcuri.
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Nella sala consiliare si è parlato della situazione generale in cui versa il mondo del lavoro in Italia, delle miopie che hanno generato dei meccanismi sbagliati, delle politiche attive da portare avanti e di quelle passive da ridurre, cercando, però, di non far venire meno i diritti dei cittadini.
Lavoro che si spera possa ripartire da “Garanzia Giovani” per dare nuove opportunità lavorative ai giovani in generale e alle giovani donne in particolare.
La senatrice Erica D’Adda, componente della II Commissione Lavoro e Previdenza, ricordando un concetto nel tempo talmente sfumato da risultare inconsistente, che la politica esiste per essere a servizio dei cittadini, si è detta contenta di essere sul territorio per capirlo meglio. Territorio dove la crisi profonda che ormai ha cambiato i connotati sociali mondiali, viene vissuta due volte per difficoltà pregresse di cui la politica non si è mai preoccupata fino in fondo. Si è soffermata sulle azione previste per il lavoro, fondamentali per capire il percorso da fare, creando opportunità per le donne che vogliono lavorare, ma non barattare la creazione di una propria famiglia. Inevitabile l’accenno, tra gli altri punti, a dimissioni in bianco e buste paga non veritiere.
Ad intervenire Mario Diano, presidente della Consulta cittadina, Teresa Pellegrino, presidente dell’associazione “Cambi@menti”, Nausica Sbarra, responsabile del coordinamento donne Cisl, Giuseppe Gullace, dirigente del Centro per l’impiego di Locri, Elisa Grande, amministratore di “Comunica srl Confindustria”, Sonia Lombardo, responsabile dell’“Unsic Locride”, Domenico Serranò, segretario generale Cisl Reggio Calabria.
Esperienze personali, percentuali che rispecchiano la situazione attuale nella quale la donna pur nei progressi, ancora non ha fatto il salto di qualità, i ruoli apicali sono ad appannaggio di poche, troppe poche. Centri per l’impiego che con “Garanzia Giovani” hanno e avranno un ruolo fondamentale, i quali però sembra non siano convincenti nel lavoro svolto. Il cattivo funzionamento dei Cpi preoccupa e non poco.
Nino Tarsia, M5S, Paolo Guarnaccia, vice presidente della Cooperativa “Felici da Matti” e Michelangelo Vitale, presidente club Forza Italia cittadino, dalla platea hanno posto l’accento su quello che dovrebbero essere e su quelle che in zona sono le prassi lavorative, ognuno per la propria esperienza.
Quello che con “Garanzia giovani” si vorrà fare è costruire servizi e politiche a favore dei giovani. Si usa l’acronimo “Neet, (not in education, employment or training), cioè ragazzi che non si stanno formando e non stanno lavorando, per meglio comprendere la situazione. Un ruolo fondamentale lo ha la comunicazione e per questo ci si è interrogati sul perché le reti Rai non pubblicizzano più il progetto.
Altro ruolo importante in questo percorso è affidato ai Centri per l’impiego che, entro sessanta giorni dalla registrazione dei giovani sul sito, dovranno chiamarli per proseguire con il percorso che, si spera, li farà entrare nel mondo del lavoro. Percorso che deve essere ben compreso dai giovani che spesso non hanno ancora focalizzato “cosa fare da grandi” e gli obiettivi da raggiungere.
Serranò ha parlato di problemi con la Regione e con Azienda Calabria Lavoro, «di quest’ultima si comprende poco il ruolo e il modo di lavorare, tutta una serie di questioni poco chiare, compreso il modo di valutare titoli e lettere di motivazioni».