Non è l’argomento pasoliniano relativo alla perdita dell’aura del mondo pre-moderno e, dunque, alla scomparsa delle lucciole. Qui si tratta di un’altra cosa. Molto più terra terra. Molto meno intellettuale.
Fine settembre, 30 gradi, sole agostano, bagnanti all’opera con creme abbronzanti. E pensare che tradizione vorrebbe l’arrivo della pioggia e la conseguente raccolta delle lumache in concomitanza con la festa dei santi medici Cosma e Damiano. Invece, si va ancora al mare, il due pezzi non è stato riposto e chi ha messo via l’asciugamano l’ha ripescato dall’armadio. A tutt’oggi, qualcuno su Facebook postava i suoi programmi: «Oggi pausa pranzo in spiaggia». In questo Paese in cui si fatica a raccapezzarsi, in cui l’unica abitudine è non avere abitudini, vengono sempre meno anche le certezze stagionali. Il clima è mutato, la Locride è terra che spesso ospita perturbazioni di tipo tropicale: caldo da record e acquazzoni stile mini tornado. Stando alle previsioni, l’agosto settembrino durerà fino al fine settimana.
ANGELO NIZZA