DA LORELLA CAUTERUCCIO, PAZIENTE DELLA FONDAZIONE T. CAMPANELLA RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Esiste un centro in Calabria dove si cura brillantemente l’Amiloidosi cardiaca: il Centro Oncologico d’Eccellenza Tommaso Campanella di Germaneto CZ. Di amiloidosi cardiaca, oggi, se non diagnosticata in tempo o curata adeguatamente si muore, ma io che ho avuto la fortuna di essere seguita in questo centro dai Prof Tassone e Tagliaferri, dal dottor Rossi ed altri membri del team, dopo otto mesi di chemioterapia di nuovissima generazione ancora in corso, sto vincendo la mia battaglia. Ecco la mia storia.
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L’amiloidosi è una malattia rara, un tumore del sangue che, nel mio caso, prende come bersaglio il cuore che progressivamente si inspessisce e non si contrae più come prima. Il principale campanello d’allarme è stata la comparsa di affanno sempre più accentuato. Decido di consultare un cardiologo del posto che mi spiega chiaramente la situazione.
Forte del sostegno dei miei familiari, nel mese di dicembre 2013 decido di ricoverarmi presso il reparto di cardiologia dell’Ospedale Cattinara di Trieste dove viene fatta la diagnosi di amiloidosi cardiaca. Dimessa dall’Ospedale, prendo contatti con il Centro per lo Studio delle Amiloidosi del Policlinico “San Matteo” di Pavia. I medici del Centro, confermano la diagnosi e mi spiegano che devo sottopormi ad una chemioterapia in una struttura vicina alla mia di residenza per avere il minor disagio, così mi consigliano il Polo Oncologico di Germaneto (CZ).
Giunti a Germaneto ci troviamo davanti una struttura immensa: sembra una grande nave da crociera tutta colorata che aspetta i suoi passeggeri per salpare. Salimmo al nono piano. La saletta era gremita di pazienti; ciò che mi colpì di essi furono gli occhi, pieni di luce e di speranza in attesa di essere chiamati prima dagli infermieri per il prelievo, poi dai medici per la visita ed infine di nuovo dagli infermieri per sottoporsi alla terapia.
Quel silenzio e quelli sguardi mi tranquillizzarono e mi accomodai aspettando il mio turno. Quando mi chiamarono per il prelievo notai che il personale era giovanissimo; fui accolta con un sorriso in un ambiente che avvertivo sereno, cordiale e soprattutto professionale. Tutto ciò mi fece sentire a mio agio. Chiamata dal dottor Rossi per la visita, notai che anche il personale medico era giovane e nell’ambulatorio si respirava professionalità, una calma rassicurante e tanta umanità. Dopo avermi visitato, il dottore spiegò come funzionava la terapia soffermandosi sugli effetti collaterali da tenere sotto controllo, tutto con molta serenità. Quello stesso giorno iniziai la terapia con mia grande gioia. Cosi mi recai settimanalmente a Germaneto per la terapia e per qualsiasi dubbio o problema potevo contattare telefonicamente o via e-mail i medici del centro.
Ad otto mesi dall’inizio della terapia, tuttora in corso, la malattia è in REMISSIONE ed io inizio a sentirmi meglio. La mia battaglia contro una patologia grave ed insidiosa, per giunta poco conosciuta procede bene. Mi sto curando in un CENTRO D’ECCELLENZA nella MIA REGIONE, SENZA GROSSI TRAUMI PER I MIEI FIGLI perché sono praticamente a casa, con UNA SPESA PER LO SPOSTAMENTO ACCESSIBILE.
Io adesso mi chiedo, se il centro dovesse chiudere dove continuerò la mia chemioterapia? Potrò affrontare le spese per raggiungere un centro più lontano visto che non ho neanche l’accompagnamento? Avrò il tempo di restare vicina e seguire i miei tre figli? Sarò ancora in grado di affrontare come adesso la malattia? Ma, soprattutto, perché devo rinunciare ad essere assistita in un centro che funziona così bene?
Io penso che quando si effettuano dei tagli si elimina ciò che non funziona, come si fa con i rami secchi di una pianta. Non si può eliminare una struttura che funziona bene, gremita quotidianamente di pazienti già svantaggiati per il tipo di malattia che devono fronteggiare. Il mio grande timore è per la mia cara regione Calabria e la sua gente: il Polo Oncologico di Eccellenza di Germaneto non deve chiudere perché con esso svanirebbe il diritto a curarsi in una struttura ben funzionante nella propria regione e la speranza di noi malati alla continua ricerca di un porto sicuro da raggiungere in un mare in gran tempesta.
Tutta questa gente, PAZIENTI, MEDICI e PARAMEDICI, eroi di tutti i giorni, non meritano di arrivare un giorno a Germaneto e sentirsi dire che la nave si ferma e non parte più.
E’ per tutto questo che chiedo al Governo centrale, ai politici e dirigenti della Regione Calabria di mantenere in vita il Polo Oncologico d’Eccellenza Tommaso Campanella di Germaneto, speranza di tanti malati oncologici, in una regione già duramente provata e assillata da tanti altri problemi.