LOCRI – Gli ormai famigerati “pizzini” rinvenuti nel carcere di Nuoro sono stati al centro del controesame del maggiore Mucci dei carabinieri ad opera dell’avvocato Letterio Rositano, difensore di Salerno Vincenzo, alla sbarra insieme a numerosi imputati del processo “Recupero-Bene Comune”, la cui udienza odierna si è conclusa da un paio d’ore.
Il maggiore Mucci, firmatario di un’informativa del novembre del 2009 acquisita agli atti del processo, ha chiarito che i bigliettini in oggetto non sono in quota dell’informativa, anche se, probabilmente, si procederà ad un nuovo approfondimento riguardante le intercettazioni di cui ha parlato lo stesso maggiore Mucci nell’udienza del I febbraio, delle quali l’avvocato Rositano ha chiesto alla Procura di essere messo a conoscenza e i cui verbali non gli sono ancora pervenuti. Come si ricorderà, nelle intercettazioni in oggetto, il presunto boss di Antonimina Nicola Romano, arrestato nell’operazione “Saggezza” di qualche settimana fa è stato intercettato mentre parlava dell’incarico a un killer siciliano che il clan Commisso, i cui presunti capi e gregari sono alla sbarra nel processo “Recupero-Bene Comune”, avrebbe assoldato per ammazzare gli “scissionisti” fratelli Salvatore e Agostino Salerno, uccisi nell’autunno del 2006. Per avvalorare la tesi, Romano fece riferimento, nelle intercettazioni, a dei “pizzini” pervenuti ad un pregiudicato trapanese e rinvenuti nel carcere di Nuoro, che avrebbero contenuto indicazioni per raggiungere la lavanderia “Ape Green” di Siderno, gestita dal presunto boss Giuseppe Commisso detto “il mastro” e che testimonierebbero i legami tra il sicario siciliano e il clan sidernese, anche se l’avvocato Rositano ha contestato il fatto che i bigliettini sono stati ritrovati un anno e mezzo dopo l’omicidio dei fratelli Salerno. In precedenza, si è proceduto a completare l’esame del teste Mucci, attraverso l’analisi e l’acquisizione di numerose intercettazioni allegate all’informativa. Dialoghi che spesso hanno riguardato momenti di vita privata, come organizzazione di viaggi al Nord Italia e incontri conviviali in ristoranti specializzati nella cucina dello stoccafisso o in abitazioni private, che hanno riguardato alcuni tra i principali imputati del processo, come Antonio Commisso classe ’25, l’ex sindaco di Siderno Alessandro Figliomeni e Vittorio Barranca. La ratio dell’acquisizione dei dialoghi appare chiara: dimostrare il vincolo associativo che legherebbe i soggetti attualmente sottoposti a misure restrittive. Il controesame del teste Mucci è stato aperto dall’avvocato Enzo Nobile, difensore di Sandro Figliomeni, che ha chiesto se siano state svolte attività d’indagine a supporto del contenuto delle conversazioni intercettate a Sandro Figliomeni ,con il testimone che ha dichiarato che «Gli unici rapporti di cui posso riferire sono riportati nell’informativa». L’avvocato Cosimo Albanese, difensore di Antonio Figliomeni detto “Il topo”, fratello dell’ex sindaco di Siderno ha chiesto al testimone se nelle conversazioni acquisite si sia mai fatto riferimento al suo assistito, ai lavori svolti dalla ditta intestata al figlio e a lui riconducibile e alle procedure di aggiudicazione dei lavori appaltati dal Comune di Siderno e al pagamento degli importi oggetto degli appalti e il testimone ha dichiarato che «No, almeno per questo procedimento». Prima della sospensione dell’udienza, aggiornata al prossimo I marzo, l’avvocato Menotti Ferrari, difensore dell’imputato Giuseppe Correale ha chiesto al maggiore Mucci dell’esistenza di attività di riscontro ad alcune frasi intercettate a Correale durante i dialoghi con l’altro imputato Francesco Muià, durante i quali Correale parlava di viaggi all’estero e di una somma di denaro che lo stesso avrebbe pagato nei decenni passati per fare in modo che il fratello Michele (anch’egli imputato) fosse esentato dal servizio di leva militare. Anche in questo caso Mucci ha risposto che non è stato effettuato alcun riscontro sulle dichiarazioni dell’imputato, mentre a proposito dei sacchi neri e bianchi che avrebbero varcato il cancello che delimitava il terreno su cui sono state rinvenute e sequestrate le piantagioni di sostanze stupefacenti in contrada Passoleo, il testimone ha detto che che «I riscontri sono stati fatti con le perquisizioni e i sequestri». Il Pubblico Ministero Antonio De Bernardo ha chiesto l’escussione, nelle prossime udienze, di alcuni nuovi testimoni, tra cui l’ex commissario straordinario del Comune di Siderno Rosalba Scialla.
GIANLUCA ALBANESE
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