di Antonella Scabellone
LOCRI- Continua lo stato di precarietà dei talassemici in cura presso l’ospedale di Locri che lo scorso 28 luglio avevano sporto denuncia ai Carabinieri in quanto era stata sospesa dall’ASP la fornitura degli aghetti necessari alla somministrazione della terapia salvavita a cui quotidianamente si sottopongono.
Dopo la denuncia e la lettera di protesta ai giornali qualcosa è cambiato, ma nessuna garanzia per il futuro è stata data a questi pazienti che si devono sottoporre ogni giorno a cure mediche indispensabili, senza le quali non potrebbero vivere, non producendo i loro organismi emoglobina. Ad informarci dell’attuale situazione, tutt’altro che rosea, è la vice-presidente dell’AIDO (Associazione italina donazione organi) Rosita Coluccio : “Dopo qualche giorno dalla nostra protesta l’Economato dell’Ospedale di Locri ha comprato 300 aghetti, che serviranno a coprire quasi un mese di terapia, all’incirca fino a fine agosto. Una volta finiti questi, però, saremo punto e a capo. Per scongiurare questa situazione, già verificatasi due anni fa, ho personalmente scritto al presidente Oliverio lo scorso 3 agosto chiedendo spiegazioni e rassicurazioni per il futuro, ma ad oggi non ho avuto nessuna risposta. L’unico segnale è stata una telefonata, ieri pomeriggio in cui, senza alcun preavviso, mi si chiedeva di recarmi oggi in Regione alle 17 per essere ricevuta da dott. Fatarella, cosa per me impossibile perché, oltre ad avere problemi di salute, lavoro e non posso organizzarmi a trasferte, tra l’altro faticose, da un giorno all’altro.Mi chiedo come sia possibile che un Presidente di Regione, a cui viene rivolta in modo ufficiale una domanda da un cittadino che si trova in difficolta’ per colpa dell’ente che lui amministra, possa essere ignorato in questo modo; non è possibile che io, con la mia patologia, e con questo caldo, debba percorrere km e km per andare a Catanzaro, e poi a quale scopo?? Loro sanno già come stanno le cose e hanno i mezzi se vogliono risolvere il problema. Sarebbe stato opportuno magari che qualcuno della Regione si presentasse da noi, che siamo la parte debole e che abbiamo diritto alle prestazioni mediche per avere le quali, invece, dobbiamo ogni giorno combattere”.
Rosita Coluccio, in questa protesta, non è sola, ma è portavoce di tante altre persone affette, come lei, da talassemia, che vivono in questi mesi una situazione di precarietà, per uscire dalla quale stanno ancora attendendo una risposta che tarda ad arrivare.
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