DA DEMETRIO COSTANTINO, PRESIDENTE DEL CIDS, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Trascorsi 10 lunghi anni, circa 3.650 giorni, dal feroce agguato a Massimiliano Carbone, giovane Presidente di una cooperativa di servizi sociali a Locri. E, in una terra devastata e disastrata, adoperarsi per creare nuove condizioni, è certo di grande valore e decisamente importante sul piano dello sviluppo economico, sociale, culturale.
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Massimiliano voleva così contribuire anche a fare uscire dall’immagine negativa, spesso data dai media nazionali, per il gravissimo fenomeno delinquenziale costituito da lunghe faide, aspri scontri tra gruppi criminali per il controllo del territorio, feroci omicidi, attentati, intimidazioni, infiltrazioni nelle istituzioni, violenze e collusioni. Non si poteva e non si può oscurare per l’irresponsabilità di pochi le potenzialità di un territorio, l’umanità e l’ospitalità della maggioranza degli abitanti, le bellezze esistenti nei vari Comuni, la storia millenaria, la specificità di tanti prodotti tipici. Massimiliano, cresciuto in una famiglia di educatori – la madre Liliana Esposito Carbone ,donna straordinaria coraggiosa, determinata – non ha potuto realizzare i suoi progetti e sogni, terribilmente spezzati dai colpi di arma da fuoco sparati , con tecnica mafiosa , proprio sotto casa Carbone il 17 settembre 20004 e morto pochi giorni dopo
Il gravissimo fatto di sangue ha sconvolto terribilmente la vita della Signora Liliana e della sua famiglia il cui scopo, dopo la perdita del figlio, è di avere risposte dal Governo sia in ordine all’avvio di investigazioni approfondite per individuare gli autori dell’omicidio , sia in riferimento alla necessità di elaborare e attuare progetti per una grande azione culturale , di educazione alla legalità e aiutare a compiere quell’azione di riscatto necessaria.
Nell’ultimo incontro con la signora Liliana, nel mese di agosto scorso, presso il cimitero di Locri dove è sepolto Massimiliano, lei ricordava minuziosamente i fatti accaduti nei 10 anni trascorsi, l’odissea vissuta recandosi in alcuni Palazzi del potere e le miserie umane alle quali ha dovuto assistere. Perdonaci Liliana se noi non abbiamo potuto fare di più per reagire alle tante inesattezze di rappresentanti istituzionali e di alcuni politici che enfatizzando dicevano che “ lo Stato c’è “ ma che per fare giustizia la strada è lunga. Noi riteniamo che ora occorre: 1) dare impulso alle indagini, in realtà non difficili, attuando i provvedimenti contenuti nel tanto sbandierato Piano del Ministro dell’Interno Alfano con il rafforzamento dei Reparti Investigativi. Questa richiesta è stata già fatta recandoci in delegazione dal Procuratore della Repubblica di Locri Luigi D’Alessio ancor prima del Piano Alfano;
2) Adeguare, da parte del Parlamento, la normativa vigente relativa al sostegno alle vittime o loro familiari dalla criminalità organizzata. 3) programmare alcuni urgenti provvedimenti – anche con il concorso della Regione – per garantire sicurezza al territorio e alle sue popolazioni affinché anche le aziende sane possano operare e competere con tranquillità.
Rivolgiamo un appello alle istituzioni per agire subito, non far passare altri 10 anni e trovarsi allo stesso punto, cioè senza colpevoli, senza verità, senza giustizia facendo accrescere la spavalderia criminale e la sfiducia verso le istituzioni. La famiglia Carbone, colpita dalla più grave delle sventure che possono verificarsi in una famiglia, non può essere lasciata sola. Ma sappia la sfortunata Mamma dello sfortunato Massimiliano, sappia la sua famiglia che, per quel poco che possiamo fare, lo faremo come in questi dici anni e non daremo tregua fino a quando non sia fatta giustizia