(foto di repertorio)
di Redazione
L’Associazione Escursionistica “Gente in Aspromonte” ha reso noto alla nostra testata, l’itinerario scelto per domenica 21 febbraio.
Si tratta del Monte Varraro.
“Facile anello- è scritto nel programma- lungo semplici strade sterrate e mulattiere. Una località che pur essendo vicina a tanti centri abitati è dai più, sconosciuta e sottovalutata. Monte Varraro è un notevole balcone che, per la sua posizione dominante sulle vallate circostanti, offre ai suoi visitatori, panorami mozzafiato. L’altopiano di Varraro è patrimonio di ben quattro Comuni ognuno con un suo rifugio: il rifugio Canolo nel Comune di Ardore, rifugio Varraro nel Comune di Platì, il rifugio GurnaTunda nel Comune di Careri e il rifugio Amusa nel Comune di Benestare”.
Raduno ore: 9,45 Ardore Superiore
Ore: 10.00 partenza per il Bosco di Varraro
Ore: 10.15 partenza escursione
Come arrivare: dalla SS 106 si risale lungo la provinciale che da Ardore Marina porta a Ardore Sup. e dopo si prosegue verso San Nicola di Ardore; seguire indicazione Bosco di Varraro.
“Non serve andare lontano o in luoghi inaccessibili per godere delle meraviglie della natura; l’altopiano di Varraro, facilmente raggiungibile dalla frazione San Nicola di Ardore attraverso un percorso costellato di querce secolari, permette di godere di splendide vedute panoramiche a 360° che spaziano dal mare Ionio al massiccio dell’Aspromonte”.
Descrizione sentiero:
“Si parte dal crocevia del Bivacco “Canolo” di San Nicola, alla prima curva si gira a destra e ci si immette sulla vecchia mulattiera in pietra che collegava le piccole frazioni della vallata del Cirella con i paesi della Jonica. Si sale e dopo pochi minuti di cammino, ci si immergerà gradualmente nell’area più naturalistica e panoramica presente in collina attraverso tratturi e sentieri sterrati tra grandi querce e macchia mediterranea.
Dopo circa 10 minuti si fa una piccola deviazione a sinistra e si arriva al Rifugio di Varraro di Benestare, si torna indietro di pochi metri e si raggiunge il crocevia dell’acqua di Scifo Lauro; si prosegue in salita, seguendo la pista al centro e dopo circa 300 mt si arriva al Muro di Porta Farza,; si gira a destra e si prende la vecchia strada, della vallata della Castagnara, si scende fino al torrente e si segue il comodo sentiero che taglia la fitta boscaglia proseguendo sulla Costa Morabitofino fino a raggiungere la presa d’acqua.
Si prosegue a destra del costone seguendo un viottolo tracciato dal passaggio degli animali, il panorama si apre sulla fantastica valle tra Cirella e Ciminà, e alle spalle si possono ammirare la grande catena delle Rocche dell’Agonia e il simbolico Tre Pizzi.
Il tracciato inizia a prendere quota, niente di eccezionale, una “salitella” da affrontare con tranquillità e dopo circa 800 metri si sbuca in un primo e breve tratto aperto e pianeggiante: i piani di Varraro di Donna Rosa. Da qui, si gode uno dei più spettacolari panorami a 360° della zona;nelle giornate limpide, dall’ampio e pianeggiante pianoro si scorgono tutti i principali gruppi montuosi: il Montalto, la Famosa Pietra Cappa e il cucuzzolo del vecchio Paese di Careri (Panduri).
Si procede lungo la pista di cresta che ci porta alla grande frana che nella notte tra il 2 e 3 gennaio 1973, interessò le pendici di Monte Varraro. Il fenomeno coinvolse una massa di diversi milioni di metri cubi e si sviluppò lungo un fronte di 900 m. per una lunghezza di 2 km e nell’arco di un mese e mezzo, il corpo franoso distruggerà la frazione Grappidà di Careri, un tratto della SS112 ed il ponte del torrente Giulia e Barruca.
Proseguendo si raggiunge il puntone dù Previtegliu dove si trova il Monastero di Santo Teodoro,un importante sito archeologico i cui resti sono ancora ben visibili.
Si continua lasciando il castanito dei Santinicolari e immettendosi nel sentiero del costone du Previtegliu, dopo pochi minuti si raggiunge il rifugio di Careri di GurnaTunda, si prosegue sulla pista che in pochi minuti raggiunge la Portella di Varraro, un breve tratto in discesa e si arriva al Rifugio di Benestare Amusa. Breve sosta e rifornimento.
Si riprende la strada asfaltata per un centinaio di metri e si gira a sinistra sulla strada di Pignataru, dove si possono ammirare le costruzione in Ibussu (Gesso) da cui deriva l’appellativo di Benestare come Paese du Gesso.
Seguendo la sterrata dopo 15 minuti si arriva in contrada du Ibissu Lungo, (Pietre di Gesso Lunghe)ancora un centinaio di metri e si raggiunge l’incrocio di Barvi; proseguendo sulla strada a destra dopo 10 minuti, si arriva al punto di partenza”.