RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
MONASTERACE – Premesso che non “fiancheggiamo” nessuno, com’è stato incautamente affermato, né siamo “contro” qualcuno, è nostra abitudine valutare solo i fatti, in base ai quali esprimiamo il nostro parere sia come cittadini sia come Presidio di Italia Nostra. Pertanto prendiamo atto del punto di vista del sindaco, al netto di qualche frase fuori luogo, ma non abbiamo ricevuto i chiarimenti richiesti, soprattutto riguardo l’esistenza delle cisterne con la nafta e le pratiche da attuare per il loro smaltimento.
Il Bando PON sicurezza “progetto Locride” prevede la concessione dei finanziamenti per il Centro attraverso la ristrutturazione di un immobile confiscato alla mafia o di effettiva proprietà comunale.
Domanda: l’area scelta dall’ AC risponde a questi requisiti?
Se conforme alle linee guida del bando è ovviamente legittima, ma sarà necessario abbattere il deposito fatiscente e bonificare con costi conseguenti: da dove arriveranno i fondi visto che l’area era stata data in concessione molti anni addietro? Sicuramente la spesa per la demolizione del corpo “C” dell’ex Ostello è superiore: ma ha senso lasciarlo nelle precarie condizioni in cui si trova?
Ci dicono che non è più possibile tornare indietro, ma è davvero così? Ma, anche se fosse, questo non significa non poter discutere le scelte fatte, soprattutto per ricevere risposte chiare e inequivocabili sul dove e come verrà realizzato il Centro, e senza allusioni varie che spesso dequalificano chi le fa e non chi li riceve.
Si chiariscano questi aspetti con normalità e senso civico, perché anche noi siamo molto favorevoli al Centro giovanile, ma vorremmo che venisse realizzato secondo le regole del bene comune e non certamente di quello privato.
In aggiunta vogliamo sottolineare che alcune affermazioni del sindaco, con le quali giustifica la nuova location, non sono convincenti per due semplici motivi:
1) come avevamo già detto, ci sono tanti modi per riqualificarla, per esempio realizzando un nuovo spazio verde, ampliando e inserendo quello sportivo già esistente, con tutti i crismi della bellezza e della sicurezza, anche grazie al potenziale milione di euro ottenuto dalla Città Metropolitana.
Non esiste, dunque, solo la cementificazione per respingere i possibili “interessi di natura privatistica”. Ma poi, quale timore c’è: al di là di tutto, l’AC ha il POTERE e il DOVERE di respingere qualsiasi tentativo di speculazione privatistica, senza “se” e senza “ma”.
2) il sindaco afferma, tra l’altro, che è più consono realizzare il Centro giovanile sul lungomare e non in periferia per “valorizzarlo”. Considerare via Aspromonte “periferia” è già alquanto singolare. Comunque, ammesso e non concesso, il punto di vista del Sindaco si colloca fuori dal dibattito, pur non nuovo, sulla necessità della riqualificazione delle periferie, a maggior ragione perché, tra l’altro, è stato riproposto da poco tempo all’attenzione dei cittadini italiani dall’architetto Renzo Piano in termini di “rammendo” dell’esistente attraverso la “fabbrica dei desideri”, finanziata con lo stipendio che percepisce come senatore, individuando cioè aree deboli e/o opere incompiute nelle zone periferiche per rigenerarle attraverso una progettazione realizzata con la partecipazione dei residenti.