di Antonella Scabellone (ph. e video integrale di Enzo Lacopo)
LOCRI- Due colpi di pistola: uno in bocca, sparato dal basso verso l’alto, l’altro alla tempia. Una vera e propria esecuzione, quella con cui è stata uccisa lo scorso 18 agosto, nella propria abitazione di Monasterace, la trentenne Mary Cirillo.
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Questi i primi esiti dell’autopsia conclusa da poche ore dai medici legali Pietro Tarzia e Rocco Pistilisi presso l’obitorio dell’ospedale civile di Locri. A rivelarlo è stata la dottoressa Rosanna Sgueglia, Pm titolare delle indagini sull’omicidio, questo pomeriggio nel corso di una conferenza stampa presso il comando della Compagnia dei Carabinieri di Locri.
L’incontro con i giornalisti è stato convocato dal comandante del Gruppo Carabinieri di Locri, il Colonnello Giuseppe De Magistris, per spiegare nel dettaglio le indagini che hanno portato a quella che per gli inquirenti è la chiusura del caso, la consegna di Giuseppe Pilato, marito della vittima, che questa mattina, alle 12.50, dopo 5 giorni di latitanza, si è costituito ai Carabinieri di Monasterace, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Gervasi.
Un delitto spietato quello di cui è accusato l’uomo, di cui però lo stesso, stando al racconto del suo legale, non ricorderebbe nulla trovandosi in stato confusionale. Secondo il racconto di Gervasi Pilato, che da un anno era in cura per problemi depressivi, si aggirava questa mattina per le vie di Monasterace ignaro che tutte le forze dell’ordine lo stessero ricercando per l’omicidio della moglie. Sarebbe stato proprio l’avvocato a convincere il presunto assassino a costituirsi pur non ricordando lo stesso nulla di quel delitto. Gli inquirenti però non gli credono e, nonostante il segreto istruttorio (che nulla ha fatto trapelare su quanto dallo stesso dichiarato, tranne che è rimasto in silenzio), non hanno dubbi che sia stato lui ad uccidere la moglie.
Gli investigatori sono anche certi del movente del delitto che sarebbe di natura passionale. In questo senso sarebbero stati ricostruiti tutti gli spostamenti di Pilato anche precedenti all’omicidio. Ne è risultato che l’uomo era affetto da una vera e propria ossessione verso la moglie da cui non accettava di separarsi. Mary Cirillo ultimamente era oggetto di minacce, pedinamenti, controlli asfissianti da parte del marito che era arrivato persino a rubarle il telefono per controllare tutti i suoi movimenti.
Il capitano Marco Comparato, comandante della Compagnia di Roccella, ha spiegato che, nonostante i due vivessero separati, pare che ultimamente i rapporti tra loro non fossero pessimi anzi, vi sarebbe stato un tentativo di riavvicinamento.
“Il nostro più grande rammarico-ha dichiarato il colonnello De Magistis – è di essere arrivati in casa della vittima qualche ora dopo l’omicidio (l’orario del decesso della povera Mary è stato stabilito dal medico legale introno alle 15.30) e che sul luogo del delitto sia giunta per prima la piccola Sofia, la figlia maggiore della coppia di soli dieci anni”. Il colonnello ha spiegato poi che le indagini sono state condotte a tappeto, con oltre cento perquisizioni, l’impiego dei reparti speciali dei Carabinieri anche di altre province e l’utilizzo dei cani molecolari.
Al momento nel registro degli indagati non ci sono persone iscritte per favoreggiamento ma non è escluso che ben presto ciò accadrà. Gli inquirenti, infatti, sono certi che nella sua fuga senza speranza Pilato sia stato aiutato da qualcuno. La pistola utilizzata come arma del delitto non è stata ancora trovata.
Pilato, in attesa della convalida del fermo, è stato tradotto presso il carcere di Locri a disposizione dell’autorità giudiziaria.
E intanto domani la città di Monasterace si appresta a porgere l’ultimo saluto a Mary Cirillo. In serata poi, alle 21, sempre a Monasterace, una fiaccolata per ricordare l’ennesima vittima innocente della violenza bruta che attende giustizia
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