(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- Un nuovo appuntamento ha interessato lunedì mattina gli alunni delle classi 3°A, 3°C, 4°C, 3°F, 2°C, 5°B e 5°D del Liceo Scienze Umane e Linguistico G.Mazzini di Locri, nell’ambito del progetto “Il cammino della legalità. Creatività, socializzazione e impegno contro le mafie”, promosso dall’Istituto attraverso il Piano nazionale per la Cittadinanza Attiva e l’Educazione alla Legalità del Miur.
Ideatrice e valutarice del progetto, la professoressa Girolama Polifroni mentre alla professoressa Patrizia Circosta, il ruolo di tutor per la formazione.
Durante il percorso formativo che si concluderà sabato 15 ottobre, ricordando il vicepresidente del Consiglio Regionale della Calabria, Francesco Fortugno (ucciso il 16 ottobre del 2005 a Locri), gli studenti del Mazzini hanno potuto così confrontarsi con magistrati e giornalisti, in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta (al servizio della legalità), avendo avuto al contempo, l’opportunità di avvicinarsi al mondo della professione giornalistica, stimolando la loro formazione di cittadini partecipi e responsabili.
Lunedì è stata la volta di Paolo Pollichieni, direttore editoriale dell’agenzia di stampa AGV-Il Velino, nonchè direttore responsabile del Corriere della Calabria, testata online.
A moderare i lavori, la giornalista Anna Foti che, ha introdotto il tema del dibattito odierno, “L’informazione in Calabria, terra di frontiera” <<Un’occasione-ha esordito- di crescita e di confronto. Abbiamo pensato che Paolo Pollichieni fosse la persona più adatta per affrontare il tema in questione; il suo impegno in Calabria è decennale, di Pollichieni si può dire tanto>>.
Dopo i saluti di Francesco Sacco, dirigente scolastico del Mazzini e del comandante del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia Carabinieri di Locri, il tenente Domenico Testa, che hanno sottolineato, l’uno quanto eventi di questo genere arricchiscano il bagaglio culturale degli studenti, l’altro quanto sia fondamentale avere cura della propria comunità per assicurare un futuro a questa terra, ha poi preso la parola il direttore Pollichieni che fin dalle prime battute, ha parlato di una gioventù costretta ad emigrare per cercare altrove, opportunità a loro negate.
<< Viviamo in una Calabria-ha detto- in cui la meritocrazia è soffocata, in cui il 7% del Pil è sottratto dalla mafia alla crescita del territorio e la maggior parte delle ipotesi di competitività, sono compromesse dal malaffare. Dalla Calabria sono circa trecentomila i giovani emigrati. Nei decenni scorsi, Locri ha assistito ad una storia scandita da omicidi e violenze che ne ha compromesso la possibilità di sviluppo nell’indifferenza generale>>.
Da qui, Pollichieni ha tenuto a precisare come comunicare e informare, siano due concetti distinti e separati <<Gli obblighi del comunicatore non sono gli stessi dell’informatore. Chi informa, deve garantire la genuinità dell’informazione che si va ad offrire senza preoccuparsi delle conseguenze di mercato, sociali e personali. Dire la verità sulle problematiche della nostra società, non è solo doveroso e utile, ma anche indispensabile se si vuole intraprendere un percorso di recupero. In un simile contesto, il ruolo di una buona informazione è cruciale, a patto che sia imparziale e libera >>.
Anche sul concetto di lotta alla legalità, Pollichieni nel ribadirne l’utilità, ha espresso la necessità di avviare una sorta di azione di bonifica sul territorio che << Non può essere delegata solo ai magistrati e alle forze dell’ordine. La ‘ndrangheta è un problema nostro. L’informazione serve a trasferire le responsabilità, da chi governa a chi sceglie chi governa.Fin quando non sarà chiaro, ed in questo anche l’informazione ha la sua responsabilità che la mafia non è solo un fenomeno criminale ma anche sociale, fin quando qualcuno penserà ancora che la cosa non lo riguardi, la sfida aperta contro questo male non potrà essere vinta. L’informazione corretta è la migliore alleata della lotta alle mafie che invece, costruiscono la loro forza e il loro consenso sull’omertà, sulla paura e sulle connivenze.
Chi nega dei fatti – ha evidenziato il direttore – chi non li racconta, alimentando confusione e oblio piuttosto che verità e memoria, in realtà, ruba alla comunità autonomia e libertà. Sono profondamente convinto che raccontare anche le brutture della nostra terra, significhi far conoscere il contesto vero in cui viviamo. Solo così possiamo curare il male da cui siamo afflitti e realizzare un riscatto concreto. La mia generazione – ha concluso rivolgendosi alle classi presenti-non è riuscita a lasciare un mondo migliore di quello che ha trovato, ma spero che una pagina di storia diversa siate capaci di scriverla voi>>.
La referente del progetto, Girolama Polifroni intervenuta, ha assicurato l’impegno per l’istituzione di una giornata della legalità per l’intera Locride.