RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
È tempo di Elezioni Regionali, e come in ogni consultazione elettorale degna – o indegna – di questo nome, iniziano ad arrivare le candidature, e con esse aut aut, ultimatum e minacce. Quanto paventato dal Commissario Regionale del Partito Democratico, Stefano Graziano, ossia l’espulsione dal Partito stesso di chiunque voglia le primarie per scegliere il candidato Governatore, ha tratti autoritari e inaccettabili per chiunque (quasi tutti i Circoli della Locride) abbia richiesto uno strumento democratico e di garanzia per tutti per scegliere, tra i pretendenti, una qualsiasi figura che si confronti con chi è stato alla guida della Regione per cinque anni. Le parole del Commissario Regionale (“Non solo il Governatore, ma chiunque sia iscritto al PD e insista sulle primarie verrà allontanato”) sono tendenti ad escludere un confronto democratico richiesto da centinaia di iscritti della fascia Jonica e non solo e per questo hanno una particolare pericolosità, rischiando di compromettere un normale processo di democrazia interna che non dovrebbe provocare così tanti mal di pancia se non temuto da chissà chi. Le parole di Graziano dovrebbero far indignare chiunque si occupi di vivere civile e politica sana (che non significa fare selfie né aperitivi) in un territorio difficile come il nostro, nel quale sembra che ci si occupi di più di candidature e poltrone che non di persone e servizi. È ovvio che data anche la sua posizione di vertice Graziano si avvalga del diritto – dovere di esprimere la sua opinione, ma mai travalicando la volontà espressa dagli iscritti che a gran voce chiedono di potersi esprimere. Tutto si può in un Partito che si propone di essere “Democratico”, ma non costi quel che costi, non per strizzare ciecamente l’occhio a eventuali partner nazionali, opzione che gli iscritti potrebbero premiare o scartare, con la forza che ci distingue da quasi tutti gli altri partiti: quella della democrazia. Anche perché se il Commissario Graziano dovesse decidere di dare seguito alle sue parole – cosa che in politica non succede spesso – dovrebbe escludere le migliaia di persone che in Calabria rappresentano il Partito Democratico sui territori e nei Comuni, baluardo martoriato da classi dirigenti mediocri verticistiche e proclami elettorali raccapriccianti.
Giuseppe Clemente