di Elia Fiorenza
È morto a Rende in provincia di Cosenza, all’età di 69 anni, lo storico siciliano Filippo Burgarella, professore ordinario di Storia bizantina nell’Università della Calabria. Nato a Trapani nel 1948, Burgarella è stato tra i massimi studiosi della civiltà bizantina e del Mezzogiorno d’Italia, a cui ha dedicato importanti studi e saggi.
Dopo avere studiato all’Università degli Studi di Roma, ha proseguito gli studi a Parigi sotto la guida del grande André Guillou alla “Ecole pratique des Hautes Etudes, VIe section” (l’odierna “Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales”). Nel 1974 lo storico ha conseguito il “diplome” dell’Ecole col “mémoire” «Structures mythique de la généalogie byzantine. L’exemple de l’idéologie macédonienne». Ordinario di Storia bizantina, ha insegnato anche Filologia bizantina, Istituzioni Medievali e Storia della Chiesa medievale e dei movimenti ereticali. Già Presidente del Corso di Laurea in Storia, è stato Direttore del Dipartimento di Storia e membro del Senato Accademico dell’Università della Calabria. È stato anche docente presso il Seminario Teologico Cosentino Redemptoris custos.
I suoi argomenti di studio e ricerca hanno privilegiato soprattutto problemi e aspetti della storia dell’Italia bizantina dal VI all’XI secolo, ma anche le istituzioni bizantine, segnatamente il Senato di Costantinopoli, la storia del monachesimo e della Chiesa greca, nonché i principali esponenti della santità e religiosità italogreche, fioriti tra IX e XI secolo, con particolare attenzione a San Nilo da Rossano. Costante attenzione è stata dedicata inoltre alle relazioni fra Bisanzio e i Normanni, alla questione della sericoltura dell’Italia bizantina tra X e XI secolo, all’influenza della religiosità e della spiritualità orientali e bizantine su San Francesco d’Assisi e sul suo movimento, sulla genesi dei Carmelitani e le loro relazioni con gli ambienti greco-ortodossi, su San Francesco da Paola e la disciplina del suo ordine.
Filippo Burgarella è stato un fine intellettuale, un Maestro attento, un luminare straordinario: così lo ricordano i colleghi e gli allievi che lo hanno amato fino all’ultimo istante di vita.