Da oggi, le pagine virtuali di Lente Locale ospitano una nuova rubrica periodica curata da un ex amministratore comunale e oggi bravo scrittore. Il suo romanzo d’esordio “Il tempo del Mandorlo” (2020, Radici Future) sta riscuotendo un apprezzamento sempre crescente e ora, da buona penna, Rosario Rocca ci regala queste sue riflessioni con quel tratto tipico della sua scrittura, densa della profondità e del romanticismo facilmente riscontrabili nel suo romanzo. Buona lettura. (g.alb.)
Gradazioni libere, dal mio caro ermo colle
di Rosario Rocca*
Quando tutto sarà finito, le nostre vite non saranno più le stesse. Le nostre fragilità rimarranno nude, per molto tempo ancora. Come i nervi della nostra dimensione corporale, scoperti anch’essi. E così i sentimenti, le emozioni, le paure. Saremo diversi anche riguardo alla pratica degli affetti e, più in generale, nei rapporti con gli altri. Diversi. Irreversibilmente. Passeranno questi giorni di amuchina, mascherine e distanze, ne verremo fuori presto. E torneremo a scambiarci il segno di pace in chiesa, a parlarci piano piano da vicino, ad abbracciarci quando segna la nazionale. Poi, se alcune buone norme verranno incorporate nel modo di vivere collettivo, le nostre esistenze saranno migliori. Per esempio, i sorrisi autentici. Dopo la chiusura totale, durante le mie uscite fugaci per andare in farmacia o alla bottega del paese, mi capita spesso di cercare e incrociare lo sguardo dei vicini, della cassiera o di qualche passante. I nostri sorrisi non sono più come prima. Nelle espressioni della gente è tratteggiato il volto della paura, ma vi si può cogliere anche un bisogno insolito di empatia, di relazione. Di raccontare e raccontarsi. Forse un giorno, tra molti, moltissimi anni, sentiremo nuovamente la necessità di narrare questa quotidianità dolorosa. Di parlare di noi, di cosa provavamo l’una per l’altro ai tempi della pandemia, quando ci si sorrideva da lontano per amore e per istinto di sopravvivenza. Quando nei nostri occhi si leggevano versi, si ascoltavano canzoni, si trasmettevano carezze. E dovremo sforzarci a raccontarla bene questa storia, perché i ragazzi che abiteranno le stagioni della nostra senilità non trascurino, mai più, la bellezza di un abbraccio vero.
*: scrittore