di Gianluca Albanese
MARINA DI GIOIOSA IONICA – Dalla prima (e unica) riunione del consiglio dell’Unione dei Comuni “Valle del Torbido” sono trascorsi quasi due mesi. Dopo di allora, l’organismo non si è più riunito, tanto da far credere che quello straordinario percorso avviato dalla fine del 2013 si sia in qualche modo arenato. Per comprendere quanto sta accadendo, abbiamo inteso rivolgere alcune domande all’assessore del Comune di Marina di Gioiosa Isidoro “Sisì” Napoli, l’unico ad avere ricevuto una delega “ad hoc” all’atto dell’insediamento dell’amministrazione Vestito e, senza voler fare torto ad alcuno, l’amministratore che più di ogni altro si è speso per la realizzazione di questo importante e nuovo soggetto istituzionale.
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Assessore, ma è vero che l’Unione dei Comuni sta vivendo una fase di stallo?
Sarebbe ridicolo negarlo. E’ così. Il processo politico che ha portato alla nascita di un nuovo Ente Locale, con i suoi circa 21.000 mila abitanti, il più grande della provincia, dopo la città capoluogo, è fermo. Da due mesi non si riesce a fare proseguire il suo cammino.
Tornando alla prima e unica riunione del Consiglio, l’impressione è che forse alcuni non hanno inteso perfettamente quello che si è realizzato, se ancora qualcuno parlava dell’opportunità di fare una fusione di Comuni piuttosto che un’Unione…
La prima riunione del Consiglio dell’Unione, è stato un fatto di portata storica, per le nostre comunità. Comunque la si pensi in proposito, nessuno può negare il fatto politico più rilevante: per la prima volta nella storia degli ultimi secoli, i Sindaci dei sei Comuni della Valle del Torbido, sfruttando la legge sul riordino delle autonomie locali, hanno riunificato comunità, che storicamente, per cultura e tradizioni, erano state un’unica Comunità.
Del I Consiglio dell’Unione dei Comuni, purtroppo ha avuto risalto l’aspetto polemico di cui taluni hanno voluto caratterizzare l’evento, piuttosto che le importanti novità che rappresentava.
Per venire al merito della domanda, io resto convinto che il processo di Unione, piuttosto che la Fusione, prevista e consentita dalla Legge di riordino, sia il più adeguato a cogliere i potenziali effetti positivi insiti nella sua attuazione. Ma anche sul piano della fattibilità mi pare che la Unione abbia maggiori possibilità di realizzarsi rispetto alla Fusione. Non capisco perché il Sindaco di un piccolo Comune dovrebbe essere felice di fare sparire la specificità, della propria comunità, sciogliendosi in una entità, sicuramente più grande, ma che tende a omologare piuttosto che trarre vantaggio dalla varietà e dalla specificità. Un argomento questo che meriterebbe un approfondimento, ma che al momento non mi pare il cardine attorno al quale dividersi. Il principio che mi interessa far valere è che i Comuni così come sono, da soli, con i continui tagli ai trasferimenti che opera indecorosamente il Governo Nazionale per finanziare spot elettorali, con il blocco delle assunzioni del Personale, con i vari patti di stabilità che si traducono solo in tagli sempre più pesanti ai servizi alle fasce più deboli della popolazione, i Comuni da soli, dicevo, non sono in grado di reggere. E’ obbligatorio che mettano insieme, Unione o Fusione che dir si voglia, le scarse risorse materiali ed umane, provando a fare economie di scala e migliorare i servizi.
Dal suo punto di vista, quanta importanza riveste l’Unione dei Comuni nell’attività quotidiana delle amministrazioni interessate?
Proprio quello cui accennavo prima, è il primo argomento a sostegno della necessità di avviare il processo di Unione. Tante povertà messe insieme non fanno una ricchezza. Ma voglio fare un piccolissimo esempio. A Settembre potrebbe partire un unico servizio di trasporto degli alunni per tutta la popolazione scolastica del territorio dell’Unione. Attualmente ci sono Comuni che hanno la disponibilità di uno o più scuolabus, ma non hanno un numero sufficiente di autisti. Altri Comuni, invece hanno gli autisti ma non hanno gli scuolabus. E’ semplice. Mettendo insieme le risorse, autisti e scuolabus c’è la possibilità di avere un dignitoso servizio. E questo è solo uno dei tanti esempi che potrei elencare.
Ci dica un atto tangibile del nuovo corso dato dall’Unione dei Comuni che vada oltre al semplice “distacco” di un dipendente da un Comune all’altro.
Quello del “distacco” dei dipendenti è un falso problema. Peraltro utilizzato in passato come uno spauracchio verso i funzionari, che ha fatto frenare e fallire simili iniziative avviate una decina di anni fa.
Intanto i funzionari avrebbero la possibilità di far valere meglio le loro professionalità qualora i servizi fossero meglio organizzati. Faccio un esempio. Oggi il capo Ufficio Tecnico di un Comune assorbe sulla propria figura tutte le funzioni che ricadono su questo delicato Ufficio. Urbanistica, Lavori Pubblici, Manutenzione,ecc. Non solo. Lo stesso funzionario svolge contemporaneamente funzione di front-office e back- office. E’ elementare che in questo contesto nessuno, anche il migliore tecnico di cui si dispone, possa essere in grado di produrre niente di concretamente apprezzabile. Una moderna articolazione del lavoro negli Uffici che preveda una netta separazione dello sportello al pubblico, che istruisce le pratiche, ed un Ufficio che si interessa invece di portare a compimento l’iter della stessa. Le moderne tecnologie informatiche, delle quali sono ormai dotati gli Uffici di tutti e sei i Comuni, consentirebbero di assicurare uno sportello in tutti i Comuni per ogni tipo di servizio, ed un back-office concentrato in una sede dove gli Uffici, tra loro, possano interagire. Aggiungo che questa nuova articolazione consentirebbe di potenziare anche i servizi di prossimità ai cittadini. Faccio un esempio personale. Se io sono in condizione di visitare un bambino che si trova nelle Filippine o nella savana in Kenia, credo che sarebbe molto più facile portare a domicilio di una vecchietta che abita ad Aspalmo, una certificazione di cui ha bisogno per espletare una pratica all’ASL. Così come credo che sarebbe facilissimo dotarsi di una “Applicazione” che consenta ad una fetta di popolazione che è sempre più in crescita, di sbrigare una parte dei propri servizi burocratico-amministrativi, direttamente dal proprio telefonino.
Il percorso che ha portato alla sottoscrizione dello Statuto e alla realizzazione dell’Unione è stato bellissimo, a tratti esaltante. Molti hanno parlato dell’unico atto politico rilevante degli ultimi anni. Non è che è già finita la luna di miele tra gli amministratori dei sei Comuni interessati e il nuovo soggetto istituzionale?
Dici benissimo. Ho vissuto da vicino questo percorso e parlare di momento esaltante ed unico per il nostro territorio non è una esagerazione. Non credo di esagerare se affermo che nel 2014 è stato l’evento Politico-Amministrativo più significativo per il nostro comprensorio. E’ stato portato a termine a costo zero. Con l’ausilio, è importante dirlo di alcuni tra i più preparati Dirigenti del Ministero degli Affari Regionali, grazie all’interessamento dell’allora Ministra M.C. Lanzetta, alla quale va tutta la nostra gratitudine. Aggiungo che a supporto del nuovo processo avviato ci è stata data la possibilità, anche questa a costo zero, di usufruire di programmi informatici che permettono l’accesso a numerose banche dati, insieme alla offerta di formazione del Personale addetto a questi moderni presidi informatici, che faranno fare un grande salto di qualità all’azione dei nostri Uffici e Servizi. Un’altra grande opportunità che ci è stata donata a supporto del nostro percorso, viene dal Presidente della Provincia di Reggio Calabria Raffa, che con grande lungimiranza e lucidità politica, ha deciso di sostenere l’impegno economico per la realizzazione di uno studio analitico del nostro territorio da parte del CENSIS. Questo studio consentirà di arricchire gli strumenti urbanistici dei sei Comuni. Questo dei PSC e dei PCS è un tema centrale nella attività degli Enti Locali. Disegnare la Città futura richiede la capacità di sognare ed una buona dose di lucida follia. Pensare alla Città non come ad un ammasso disordinato di case, ma come la stessa Casa della Comunità. L’immagine che sta prendendo sempre più corpo tra gli Amministratori Locali dell’Unione è quella di un bisogno di agire insieme e con coerenza per la riqualificazione delle nostre città, renderle più umane, civili, abitabili per tutti, Uomini, Donne, Bambini, Persone diversamente abili, Anziani. Spostare quote sempre più consistenti di mobilità dalla motorizzazione individuale in automobile e su gomma, alla mobilità collettiva. Privilegiando mezzi di trasporto meno costosi, meno inquinanti, meno consumatori di spazio e di energia. porre al centro della pianificazione urbanistica l’obiettivo della tutela e della valorizzazione dell’ambiente naturale e quello storico-architettonico. Intendendo la qualità dell’ambiente come precondizione indispensabile per uno sviluppo economico sostenibile.
Potendo tornare indietro, rifarebbe tutto quello che ha fatto, nel percorso che ha portato all’Unione o correggerebbe qualcosa?
Poca cosa è quello che ho fatto io. E ti assicuro non è falsa modestia. Se si è riusciti a raggiungere questo impegnativo traguardo, lo si deve ad una particolare combinazione astrale che ha permesso a sei Sindaci, di diversa estrazione e sensibilità politica, anche di età e di esperienze diverse di riuscire a cogliere, nell’attuale momento politico, l’importanza di un percorso che se per alcuni non è obbligato, è sicuramente, per tutti, una grande opportunità. Per un anno e mezzo queste sei persone si sono incontrate con frequenza settimanale ed hanno discusso dei problemi delle rispettive comunità, cercando una soluzione comune. Si è creato tra loro un rapporto, oltre che politico-amministrativo anche umano. Che ha consentito a ciascuno di loro di mettere a tacere i piccoli narcisismi e gli stretti interessi di bottega. Facendo prevalere la visione ampia del Comprensorio. A problemi comuni si risponde con scelte comuni. Delle quali scelte ne traggono vantaggio tutti, alla stessa maniera. L’idea medievale dei castelli protetti da mura altissime e da ponti levatoi ha lasciato il posto alla moderna visione delle città in relazione ed in stretto rapporto col territorio. Che non è più il nemico o il contendente contro cui combattere ma col quale affrontare insieme le sfide che ci propone l’attuale momento storico.
No credo proprio di no. Non c’è nulla nel percorso seguito da cambiare o modificare.
E’ un caso che l’attività dell’Unione si sia, di fatto, arenata dopo le elezioni comunali dello scorso 31 maggio?
Credo proprio di si. E’ un fatto casuale. Dalle elezioni del 31 maggio invece, il progetto di Unione dovrebbe ricevere nuova spinta. I Sindaci che si sono insediati, penso a Grenci ad Ardore, Canturi a Bianco, Fuda a Siderno, Taverniti a Pazzano, tra quelli che conosco meglio, sono tutti lucidamente consapevoli che il futuro della Locride passa attraverso un riassetto complessivo degli Enti Locali che consenta a queste comunità di affrontare meglio attrezzate le sfide in campo, in primis la futura nascita della Città Metropolitana di Reggio Calabria. evento questo che, se affrontato in ordine sparso e senza un forte assetto istituzionale, rischia di procurare gravi penalizzazioni alle popolazioni del nostro comprensorio.
In conclusione, la rappresentatività degli eletti al Consiglio dell’Unione è rimasta tale o si viaggia a velocità diverse, all’interno del Consiglio?
Si è voluto con forza, nella fase di avvio di questo processo politico, favorire il concetto della pari rappresentanza nel nuovo consesso. Convinti che non è nato un C.d.A. dove si aderisce in funzione delle azioni detenute, ma un nuovo Ente Locale che ha la finalità di dare rappresentanza e pari dignità a tutti i cittadini al di là ed a prescindere dalla dimensione della città nella quale vivono. I diritti di cittadinanza non si scandiscono in virtù del numero di abitanti o della estensione territoriale del tuo comune di appartenenza. Sono quindi diritti tra eguali e per eguali.
Mi preme aggiungere una piccola postilla a quanto sinora detto. I sei Sindaci dell’Unione dei Comuni della Valle del Torbido, per il coraggio e la lungimiranza che hanno dimostrato, meritano la riconoscenza di tutti i cittadini interessati al miglioramento delle condizioni di vita in questo territorio. Si assumerebbero una responsabilità gigantesca, difronte agli stessi Cittadini, se per apatia, o peggio per il prevalere di elementi di autoreferenzialità, facessero arenare questo progetto politico. Producendo disillusione nelle centinaia di Persone che hanno creduto e credono che il nostro futuro e quello delle generazioni che verranno, non è segnato una volta e per tutte da un destino cinico e baro. E che la, universalmente riconosciuta, genialità ed intelligenza delle nostre migliori energie, non sia in grado di produrre i miglioramenti necessari per meglio per fare crescere la Democrazia della Partecipazione nelle nostre Comunità