Non ci sono sicuramente sfuggite e – ne siamo certi – hanno catturato anche l’attenzione dei nostri lettori, tre righe della nota stampa diramata questa mattina dal Gruppo di Locri dei Carabinieri, mediante il Comando Provinciale dell’Arma.
Rileggiamole insieme.
“I Carabinieri della stazione di Locri hanno denunciato” “un dipendente di un comune della locride per “rifiuto di atti d’ufficio”. Lo stesso, con reiterate reticenze, avrebbe omesso di consegnare nel termine di legge alcuni documenti formalmente richiesti dal citato reparto”.
Lo scenario che emerge è a dir poco inquietante.
Evidenzia, innanzitutto, che in un non meglio precisato “Comune della Locride” i militari dell’Arma hanno chiesto – formalmente – dei documenti e che un dipendente – poi denunciato – “con reiterate reticenze” avrebbe omesso di consegnare quanto richiesto nei termini di legge.
Naturalmente, come testata, rispettiamo i contorni sfumati scelti dai Carabinieri del Gruppo di Locri (e della locale stazione) nel dare la notizia, e per questo non andremo a condurre ulteriori approfondimenti per risalire al “Comune della Locride” interessato dalle indagini dei militari dell’Arma o, addirittura, all’identità del dipendente denunciato.
Inquieta, però, sapere delle “reiterate reticenze” dallo stesso palesate e che sono alla base della denuncia.
Quale sindaco, vicesindaco, assessore, segretario comunale avrebbe interesse a dire a un dipendente comunale di temporeggiare nella consegna di documenti chiesti dai Carabinieri? Sarà tutta colpa del dipendente comunale (categoria che nell’immaginario collettivo spesso viene etichettata come “fannullona”) o lo stesso avrà avuto ordini precisi?
Tutte ipotesi, queste, che sicuramente sono al vaglio degli inquirenti, in tempi in cui dalla Prefettura di Reggio Calabria arrivano segnali precisi: si è ricominciato a inviare le commissioni d’accesso agli atti amministrativi, per vederci chiaro in alcuni comuni.
Nei giorni scorsi è toccato a Canolo. E potrebbe non trattarsi di un caso isolato.
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