di Patrizia Massara Di Nallo (foto fonte Ansa)
Via libera dalla 7^ Commissione del Senato al disegno di legge delega che rivede le modalità di accesso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, odontoiatria e protesi dentaria e medicina veterinaria. La riforma prevede l’abolizione del numero chiuso al primo semestre, consentendo l’iscrizione aperta per tutti gli aspiranti medici senza sostenere i test d’ingresso. L’obiettivo è la riorganizzazione del sistema delle professioni medico-sanitarie in un’ottica di sostenibilità sia per gli Atenei che per l’SSN. Il disegno di legge di delega al Governo mira a garantire una selezione più equa, basata sulle competenze acquisite degli studenti. L’accesso, infatti, sarà regolato attraverso i crediti formativi e la posizione in una graduatoria nazionale raggiunta.Sarà il “modello italiano”, come ha detto la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, a sancire il nuovo ingresso degli studenti alla facoltà di Medicina e Chirurgia.
La riforma , quindi, prevede l’abolizione del test d’ingresso con la previsione di un semestre ad accesso libero e il superamento del numero chiuso, così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, con il conseguente aumento graduale dei posti disponibili: 30mila in più dal 2023 fino ai successivi 7 anni. Questo comporterà , come è naturale,il conseguente rafforzamento del Sistema sanitario nazionale.
Tra le novità rilevanti vi sono i crediti formativi che dovranno essere conseguiti nei primi sei mesi e che, per sperare di proseguire nel percorso di studi, dovranno essere almeno 18. Inoltre si potrà tentare di superare il ‘semestre filtro’ , praticamente una selezione, non più di tre volte.
La riforma prevede l’iscrizione obbligatoria e gratuita ad un secondo corso di laurea dell’area di Scienza della Salute: cioè gli studenti che si iscriveranno a Medicina dovranno iscriversi contemporaneamente ad un altro corso di laurea o di laurea magistrale a ciclo unico dell’ area biomedica, sanitaria, farmaceutica e veterinaria.
L’iscrizione al secondo corso di laurea è gratuita solo relativamente al primo semestre e lo studente mantiene comunque la facoltà di iscriversi a un corso di studio al di fuori dell’area di Scienze della Salute. La riforma include, inoltre, iniziative di orientamento già durante gli ultimi anni di scuola secondaria, con percorsi specifici per favorire l’ingresso nei corsi di laurea. Gli studenti potranno beneficiare di una formazione mirata e, in caso di mancata ammissione al secondo semestre, del riconoscimento dei crediti acquisiti per proseguire in altri percorsi di studio. Questa strategia mira a ottimizzare le risorse disponibili e garantire una preparazione di qualità in un settore cruciale per il Paese.Il Ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini ha dichiarato: 《Questa giornata rappresenta un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico. Il fabbisogno di futuri nuovi medici è di 30mila professionisti i più nei prossimi sette anni. Per soddisfarlo abbiamo già aumentato i posti disponibili per i corsi di laurea in medicina e chirurgia e veterinaria. Ma con oggi rivediamo completamente i criteri di selezione. Per il primo anno aboliamo il numero chiuso e i test d’ingresso, ma prevediamo un semestre-filtro con esami caratterizzanti, i cui risultati saranno comunque riconosciuti per percorsi formativi alternativi. In questo modo non solo investiamo nelle giuste aspirazioni dei nostri ragazzi, ma garantiamo anche una preparazione di qualità attraverso un’offerta formativa d’eccellenza》.
Naturalmente non mancano i detrattori che sostengono come questa riforma non sia altro che un ulteriore numero chiuso camuffato e come, se non dovesse andare a buon fine, non farà altro che ritardare la carriera degli studenti.