di Domenica Bumbaca
“Condividi”. Non siamo sui social network facebook, ma a Palazzo del Nieddu del Rio, in una biblioteca, dove l’odore dei libri lo annusi e ti piace. Siamo in un posto dove d’obbligo è confrontarsi, guardarsi in faccia e discutere. Questo è emerso dalle parole di quattro giovani di Locri, quattro che insieme non superano, forse, il centenario, ma parlano di anni di storia, di politica di una volta. Non parlano il politichese e nemmeno il linguaggio dei loro coetanei, proprio diverso. Parlano, affascinati di democrazia, politica, professionalità e occupazione. Parlano a volte anche troppo ideologicamente e poco contestualizzano. Ma ci sta perché il tema è di quelli forti: “Impegno o disinteresse. I giovani e la politica”. In quella biblioteca, al centro di città, dove studenti, universitari e giovani potrebbero incontrarsi, ma forse meglio condividere “like e fake news”, l’associazione culturale “Locri patria nostra”, insiste, non si accontenta dei social network e per discutere di politica ha iniziato un percorso di incontri che, dovrà portare la gente ad ascoltare e poi, perché no, a commentare anche sui social. Ma prima vogliono provarci questi ragazzi, questi uomini e donne di “Locri patria nostra” che, invitando quattro giovani impegnati in politica, chiedono proprio a loro di essere da input alle generazioni che verranno. Non ci si arrende, anche di fronte, ad una discreta partecipazione ma interessata e attenta. Si posizionano quattro poltroncine in fondo alla sala, quella che sa di cultura, e si accomodano Marco Cavaleri, consigliere comunale di maggioranza del comune di Locri, il consigliere di minoranza Carlo Previte, il segretario giovani democratici Locri, Domenico Chianese e il presidente di Gioventù nazionale di Locri, Giovanni Puro. Ringrazia i presenti il presidente di Lpn Giovanni Scarfò e poi parola all’associata di Lpn, Lucia Pugliese, che nella nuova veste di moderatrice, battezza la sua “prima” mettendo a proprio agio i partecipanti.
Il tema è complesso e la prima domanda (la politica parla ai giovani?) lo è di più, prendendo spunto da un ultimo sondaggio che analizzava il rapporto tra giovani e politica. Un fenomeno intrinseco, ricco di sfaccettature e a volte anche discordante, quello che si presenta ai giovani, soprattutto dopo le elezioni del 4 marzo che ha visto scegliere sul panorama nazionale, le forze anti sistema. Si è trattato di una rivoluzione? Un rinnovamento? Sfiducia nelle classiche forze politiche e partitiche? Trattasi di sfida contro qualcuno? Di allontanarsi e scegliere il nuovo perché va di moda?
Per Domenico Chianese, locrese e trascinato dalla passione del nonno e oggi riveste il ruolo da segretario per il giovani democratici, il problema cruciale è che «non c’è impegno perché la politica fa paura, considerandola, purtroppo, ancora come quella forza di interesse esclusivo di alcuni; dall’altra parte- dice Chianese – il disinteresse è scontato. I giovani, i miei coetanei, li vedo poco attivi ed attenti osservatori che, però, ahimè, rimangono tali e non approfondiscono nessuna tematica». «Colpa- secondo Chianese- di un linguaggio scimmiottato e fatto di slogan, temi affrontati a cuor leggero, senza programmi ma improvvisati», perché fondamentalmente – ne è sicuro Chianese, e spera che il suo partito si risvegli dal frastuono del 4 marzo, «la politica non ha parlato sulle problematiche e opportunità dei giovani, ma soprattutto non ha parlato ai giovani».
Di poca lungimiranza della classe politica parla Giovanni Puro, la parte opposta di Chianese, che pur con ideologie diverse ama confrontarsi e lavorare in sinergia con il giovane democratico. «La politica ha subìto il crollo della ideologia- e quando parla così Giovanni Puro, che vorrà fare l’insegnante di filosofia, proietta i più anziani agli anni addietro e quelli meno giovani a domandarsi perplessi quanta enfasi e studio c’è in un ragazzo ventenne- perché alla fine della prima repubblica con l’operazione “mani pulite” tanta è stata la sfiducia ( e qui si intreccia l’altra domanda sulla sfiducia delle Istituzioni che ha visto i giovani tutti d’accordo nel constatare il distacco dalla politica perché poco credibile)». «C’è stato- continua il presidente di Gioventù nazionale- un fallimento della classe politica che non è, ancora, riuscita a coinvolgere il cittadino, forse perché poco parla con esso. La delusione, dunque, è tanta mentre pochi sono i punti di riferimento e le idee a portare avanti in gruppo, nel proprio partito, perché molti vedono la politica come qualcosa di corrotto e, un sistema sporco e settario, colpa anche di un giornalismo aggressivo e spesso superficiale. Allora, come noi, che crediamo che tutto possa essere criticato e approfondito solo agendo- dai temi sulla scuola alla sanità- è necessario che si intervenga con l’educazione civica, rafforzare lo sviluppo culturale».
Cinismo è la parola chiave dell’intervento del consigliere di opposizione “Scelgo Locri”, il più giovane del gruppo di minoranza, per la prima volta sugli scranni del Consiglio, specializzando in medicina e chirurgia. «I giovani sono indifferenti e avulsi dalla politica»- chiosa Previte che, parlando della sua esperienza personale ribadisce l’impegno verso lo studio e la sua città, richiamando anche molte citazioni storiche e facendo suo il concetto che accanto alla politica deve per forza accostarsi il sapere. «È inammissibile che oggi i giovani non parlino di politica se non per contrastare o per, partito preso, opporsi. È vero che i partiti oggi sono strutturati in maniera diversa, vuoi per la globalizzazione vuoi per i tempi, ma è importante costruire un percorso ed identificarsi in esse e dedicarsi alla politica». «Serve -e concorda con Puro- l’educazione civica come strumento di avvicinamento anche alla res pubblica.
Cavaleri, che vede la politica come passione, perché, dice: «io voglio professionalmente affermarmi e allo stesso tempo vivere la politica come vita quotidiana, dove i miei problemi e gli interessi sono quelli degli altri e viceversa». Marco Cavaleri, alla sua prima da consigliere di maggioranza e capogruppo di “Tutti per Locri” in Consiglio comunale sa di avere una grande responsabilità e una altrettanta opportunità: coinvolgere i suoi coetanei a parlare con la politica. Infatti Marco, che fa anche il senatore accademico- vede oggi, l’effetto contrario: «Non è la politica che non parla ai giovani ma è il giovane a non voler parlare ed avvicinarsi. Tutto risale al pregiudizio che il politico farebbe tutto per un tornaconto. Sbagliano- afferma- perché questo concetto è solo una scusa, sperando che altri risolvano i nostri problemi, mentre l’impegno personale potrebbe allontanare ed isolare invece il comportamento scorretto di chi crede che la politica è per fini personali».
Si continua a dialogare, per non cadere nell’errore di parlare a slogan e senza approfondimento, si propongono altri incontri dove di spread, reddito di cittadinanza, sanità, scuola e formazione, si possa parlare e condividere, guardandosi negli occhi, e non nell’isolamento della piazza virtuale, aprendo magari un “book” e non solo “facebook”.
Poi le proposte, quelle per il territorio, partendo dal proprio centro, dalla propria vita e dalla propria città: dal coinvolgimento dei giovani alla vita politica nei consigli comunali, con la consulta giovanile e la proposta dello streaming durante le sedute del consiglio comunale, all’apertura di iniziative a favore dei piccoli bambini per sostenere la “cittadinanza attiva”, alla promozione del bando della commissione politiche giovanili della Città metropolitana di Reggio Calabria, con il concorso “Metropolidea. La nostra idea in Comune”. Forse da qui si inizia a”vivere il territorio”, si seguiranno le ideologie e le idee si metteranno in pratica.
Oggi, il giorno dopo del convegno: fotografie postate su facebook con molti “like”, le dirette sono state seguite e riviste, per curiosità o per interesse?