Quale futuro per i Comuni in vista della costituzione dell’area metropolitana? E’ stato questo il tema della seconda giornata della festa provinciale de L’Unità a Caulonia. Ospiti del dibattito moderato da Valentina Femia il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. Tanti i dubbi e le incertezze manifestate dai sindaci, che tuttavia ostentano un cauto ottimismo. «Non vorrei trovarmi nella condizione di dare ragione a chi dice che non siamo capaci di governare il territorio – ha evidenziato il padrone di casa Ninni Riccio – se saremo pronti non lo so, ma dobbiamo iniziare a lavorare per costruirla bene». Per il primo cittadino di Benestare Rosario Rocca «Bisogna coinvolgere i cittadini che ancora non sanno nulla di tutto ciò. O saremo pronti a cogliere questa grande opportunità o continueremo a restare indietro». Il segretario provinciale Sebi Romeo ha assicurato che non ci sarà nessun governo di Reggio sulle periferie: «La città metropolitana costituirà una grande opportunità nel momento in cui saranno protagonisti gli enti locali. Sarà un processo di costruzione e condivisione dal basso». Senza entrare nei tecnicismi Pino Vumbaca, sindaco di San Giovanni di Gerace, prova a guardare alle peculiarità di quella che sarà l’area metropolitana: «C’è attesa e paura per questa novità – ha affermato – Sono ottimista e guardo il fatto in positivo. Sfruttiamo bene questa occasione di aggregazione». Il processo di switch off dalla Provincia all’area metropolitana passa inevitabilmente dalla gestione associata dei servizi attraverso le unioni dei Comuni, più semplici in alcune zone, più complicate in altre, come la vallata dello Stilaro. Preoccupato a riguardo il sindaco di Monasterace Cesare Deleo: «Non ho trovato la disponibilità dei Comuni vicini al mio a ragionare sul tema. E’ necessario che le realtà locali si attrezzino per invertire la tendenza». Discorso diverso per l’Unione dei Comuni della vallata del Torbido, già dotata di un proprio statuto. «Si colmino le differenze di carattere storico, sociale ed economico» ha sostenuto il sindaco di Martone e presidente dell’AssoComuni della Locride Giorgio Imperitura, il quale ha auspicato l’introduzione di un sistema integrato dei trasporti per fare uscire i centri interni dall’isolamento. E Reggio Calabria? Dopo aver ascoltato le riflessioni dei suoi colleghi, Giuseppe Falcomatà ha fornito alla platea alcuni dati interessanti: «La città metropolitana di Reggio Calabria è la più piccola come numero di abitanti ma la quarta per estensione territoriale – ha spiegato il futuro sindaco metropolitano – Questo oggi ci fa sedere all’interno dei tavoli decisionali con pari dignità di altre città». Sul desolante e impietoso quadro fotografato dall’ultimo rapporto Svimez Falcomatà non si nasconde: «I dati non sono nuovi e si leggono nelle storie e negli occhi dei cittadini. La desertificazione – ha proseguito – è già in atto e riguarda l’assenza dei diritti di cittadinanza». A differenza di Falcomatà Nicola Irto sostiene che il rapporto Svimez sia stato solo un pretesto per innalzare al centro il dibattito sul Mezzogiorno. «La responsabilità dell’arretratezza del Sud non è dei governi nazionali – ha analizzato il presidente del Consiglio regionale – ma di chi ha amministrato questa regione negli ultimi 40 anni, anche nell’area di centrosinistra». A proposito di area metropolitana Irto ammette qualche perplessità: «Difficile trovare unità se non si superano i campanilismi tra Comuni. Il territorio deve essere messo insieme da vocazioni proprie. Serve ragionare in maniera organica». Stasera sulla festa provinciale dei democrat calerà il sipario. A chiudere la tre giorni cauloniese di dibattiti il governatore Mario Oliverio.