di Gianluca Albanese
LOCRI – «Sono l’agnello sacrificale della giustizia locrese». Esordisce così Domenico Audino, unico imputato esaminato nell’udienza odierna del procedimento penale a carico di nove soggetti accusati di falsa testimonianza al processo per l’omicidio dell’allora vicepresidente del consiglio regionale Franco Fortugno.
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Dunque, esattamente come in occasione dell’udienza precedente, Audino, collegato in videoconferenza dal carcere di Novara, ha dapprima chiesto (senza ottenerlo) di essere esaminato di presenza al tribunale di Locri, anziché in videoconferenza «Perchè – ha spiegato – quando ci si guarda negli occhi è un’altra cosa», e poi ha iniziato l’esame dichiarandosi ancora una volta vittima di colui che ha definito “Giuda”, ovvero il suo ex amico (e collaboratore di giustizia) Domenico Novella «Che ha venduto – ha detto Audino – la mia innocenza».
L’esame condotto dal Pubblico Ministero della DdA di Reggio Calabria Stefano Musolino non è stato per nulla facile. L’imputato, infatti, in più di un’occasione ha dato l’impressione di debordare, non limitandosi a rispondere alle domande che gli sono state rivolte, ma lasciandosi andare a qualche commento o a domande che lo stesso ha rivolto al Pm, del tipo «Dottore, dove vuole arrivare?».
In ogni caso, sebbene tutto ciò non rappresenti materiale inedito per il processo in corso, Audino ha ripercorso quando accaduto tra il tardo pomeriggio e la serata del 10 gennaio del 2005, quando dopo aver sorbito un caffè al centralissimo bar Canturi di Bianco, stava per fare ritorno nella sua abitazione di Locri quando, all’altezza della stazione ferroviaria di Bianco, è stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco, tuttora conficcato in corpo, tanto da indurlo a scendere dall’auto che stava guidando e chiedere con urgenza un passaggio al pronto soccorso dell’ospedale di Locri, laddove è stato curato da un folta equipe medica, composta, tra gli altri, dai dottori Albina Micheletti «Quasi una madre per me» – ha riferito in aula l’imputato – e Domenico Tallarida.
Il racconto è servito a dimostrare all’imputato quanto lui sostiene da tempo, ovvero che l’attentato subito a Bianco (al quale fece seguito l’incendio di un’auto che usava) è stato l’unico ad aver subito e che lo stesso non c’entra nulla con quanto avvenuto nel centro montano delle Serre, ovvero Fabrizia, quando alcuni sicari fecero fuoco – secondo la ricostruzione dell’accusa – proprio contro un’automobile condotta da lui.
E di automobili se ne intendeva Domenico Audino. Lui, operaio di una cooperativa che curava le pulizie del centro commerciale “La Gru” e l’ospedale di Locri, aveva uno stipendio mensile di circa 800 euro, che però non gli impediva, secondo quanto dichiarato oggi in aula, di cambiare spesso automobile, anche di una certa cilindrata.
«Ero fatto così – ha detto Audino – e tenevo una macchina qualche mese, poi mi stufavo, la rivendevo e con i soldi ricavati dalla vendita ne compravo un’altra».
Il Pm gli chiede se conosce la cosca di ‘ndrangheta dei Cordì e i suoi componenti, e se è venuto a conoscenza di fatti di sangue avvenuti a Locri in quegli anni, e l’imputato risponde che «Sono cose che non m’interessano e non ne so nulla».
Prima della conclusione dell’udienza, che per la verità non ha offerto ulteriori spunti di grande interesse, Audino ha inteso rilasciare l’ennesima dichiarazione spontanea.
«Quando rilascio dichiarazioni – ha detto dal carcere di Novara – non voglio la solidarietà di altri che non siano la mia famiglia. Intendo solo – ha proseguito – rilevare l’onestà intellettuale e giuridica di chi ascolta. Ho resistito tre mesi in coma, ma ora mi sento come se fossi stato ucciso dalla Procura che mi ha dato l’eutanasia».
Fin qui Audino.
Dopo aver chiesto (e ottenuto) agli avvocati difensori degli imputati Audino Domenico e Reale Maria Teresa un deciso sfoltimento delle liste dei testi a discarico, il presidente del collegio Amelia Monteleone (a latere Grassani e Natale) ha aggiornato l’udienza al prossimo 22 gennaio, quando saranno sentiti i testi a discarico degli imputati Reale e Audino per poi completare esami e controesami nella successiva udienza, fissata per il prossimo 27 gennaio.