di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
SIDERNO – «Un minuto di raccoglimento: oggi si è spento un sogno». E’ un verso, tra i più struggenti della storia della canzone italiana d’autore, della bellissima «Fammi andar via» di Claudio Baglioni. Ci è venuto in mente incrociando gli sguardi dei presenti alla conferenza stampa di Pier Domenico Mammì che ha avuto luogo oggi. Siderno celebra oggi il suo “blue day” (ovvero, il giorno più triste dell’anno) con quattro giorni di ritardo rispetto a quello individuato dai media del pianeta.
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Il sogno di un rinnovamento della classe dirigente che passi attraverso la partecipazione dei cittadini alle Primarie di coalizione sembra spegnersi di fronte a un brusco risveglio.
Che l’esito della conferenza stampa fosse quello lo si è subito capito da tante cose: dalla mestizia che si respirava nella sala consiliare ancor prima dell’entrata dei protagonisti, dalle prime sillabe dell’introduzione di Mariateresa Fragomeni, dalla lunga teoria di cittadini in fila, alla fine, per stringere la mano ed abbracciare il candidato mancato, dalle lacrime trattenute, con fatica, anche dai militanti più combattivi come Angelo Errigo, dalla rabbia dei “duri e puri” come Marcello Cordì.
E anche dall’assenza dei big di partito.
Oggi, non è sicuramente il giorno delle polemiche, ma la presenza di anche uno solo dei maggiorenti del Pd al fianco di un cittadino per bene che aveva manifestato la disponibilità a candidarsi per il bene della comunità sarebbe stato comunque un gesto apprezzabile. Ma tant’è.
Nei commenti ascoltati velocemente all’uscita dalla sala consiliare, abbiamo colto rabbia, amarezza, scoramento.
«Come possono quattro vigliacchi, imbecilli e sconsiderati, condizionare l’esercizio della democrazia?», si chiedevano in tanti.
Certo, poi bisogna ricordarsi che il candidato, prima e dopo la sua attività politica ed elettorale, è anche e soprattutto un uomo. Che ha una vita quotidiana e una famiglia. E quando ciò che di più bello hai creato ti fa capire che non è il caso di andare avanti, allora il passo indietro è quasi un obbligo.
Ora però, le forze democratiche di ogni schieramento non devono arrestarsi di fronte a un gesto deprecabile i cui autori – lo auspichiamo con tutto il cuore – dovranno essere individuati e severamente colpiti.
C’è una comunità che merita di essere amministrata da istituzioni democraticamente elette, perché ha, nel suo seno, le intelligenze, le risorse umane e le capacità per poterlo fare.
E’ un principio di autodeterminazione dei cittadini che non va disatteso.
Ci aspettiamo dal Pd e dalle altre forze politiche cittadine che avevano in animo di sostenere la candidatura di Pier Domenico Mammì che si determinino in tempi brevissimi.
E che le Primarie si facciano perché la loro celebrazione non assumerà, per la delicatezza della situazione politica cittadina, il mero significato di un metodo partecipato di selezione della classe dirigente, ma un segnale forte, teso a rivendicare il sacrosanto diritto di votare, di essere elettorato attivo e la voglia di non essere commissariati in eterno.
Anzi, più candidati ci saranno alle Primarie, e più forte sarà la risposta della Siderno per bene, della Siderno che non si arrende ai gesti vigliacchi e ai delinquenti di ogni genere.
Serve una risposta per allontanare l’incubo della mancata indizione delle elezioni comunali di primavera.
Il Pd e i sostenitori di Mammì stanno vivendo un momento di profonda sofferenza umana, che rispettiamo ma che ci auguriamo possano superare in tempi brevissimi.
Gli altri soggetti politici cittadini si stanno muovendo bene.
Fuda ha subito chiesto e ottenuto un incontro col Prefetto per esigere la normale agibilità democratica in città. Ieri ha incontrato i rappresentanti degli imprenditori cittadini iscritti all’Ali per discutere di alcune priorità programmatiche. Anche il Centrodestra ha invocato l’intervento del Prefetto e attraverso il leader forzista Vitale ha altresì formulato delle proposte utili al migliore svolgimento delle elezioni comunali.Che si dovranno fare.
In faccia ai maligni e ai superbi, in barba ai delinquenti e ai loro potenziali sobillatori.
Perché Siderno può e deve rialzare la testa. Perché l’esercizio della democrazia è uno spettacolo bellissimo. E deve andare avanti.