di Michele Iannopollo*
Anche se l’inverno dal punto di vista stagionale dovrebbe ormai essere passato, quello da poco trascorso, seppur mite, ha lasciato segnali importanti per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico, sollevando problemi importanti dal punto di vista della salute e polemiche altrettanto importanti su come affrontarli dal punto di vista sociale.
Tutti ricordano i notiziari come : “Milano è costretta al blocco totale delle circolazione dei veicoli, Napoli ne deve seguire l’esempio, a Roma si va avanti da settimane a targhe alterne“ ma tutte queste iniziative non hanno portato ad alcun risultato efficace. L’inquinamento dell’aria, espresso dalla famigerate polveri sottili, e’ sembrato infatti infischiarsene di tutte queste manovre non accennando minimamente a ridursi. Tutto questo ha scatenato parecchie polemiche sopite soltanto dalla danza della pioggia che Giove pluvio ha concesso per stemperare problemi organizzativi e contenere cosi il fallimento degli uomini, fornendo ai cittadini aria piu’ respirabile.
L’inquinamento dell’aria è un problema di salute pubblica a livello globale, si brontola perche’ si deve rinunciare ad utilizzare la propria auto e si rabbrividisce alla sola idea di ridurre un po’ il riscaldamento del proprio appartamento. Nel mondo occidentale , in questi ultimi anni, prendendo coscienza di questo grosso problema e cercando di trovare la soluzione migliore possibile, si è avuto un graduale miglioramento della qualità dell’aria e cio’ ha contribuito alla sostanziale riduzione della mortalità cardiovascolare a cui si è assistito negli ultimi cinquanta anni. Si stima che il ridotto inquinamento da solo abbia indotto un aumento di circa 6 mesi della spettanza di vita nel mondo occidentale.
Numerose altri parti del mondo sono pero’ molto indietro su questo problema.Le megalopoli di Asia , Africa ed America Latina destano grande preoccupazione perche’ i loro livelli d’inquinamento ambientale sono in costante aumento per effetto della crescita dell’industrializazzione e del numero di veicoli circolanti e questo si traduce in un conseguente aumento della mortalità cardiovascolare. Quando si parla delle ripercussioni sulla salute dell’inquinamento dell’aria, tutti quanti pensano alle conseguenze a carico dell’apparato respiratorio e cio’ è sicuramente vero, ma l’inquinamento ha effetti anche a carico dell’apparato cardiocircolatorio, aumentando il rischio d’infarto, aritmie, particolarmente in quelle persone che sono già a rischio per queste patologie.
L’inquinamento dell’aria è dovuto ad un mix di gas e particelle sottili che originano da fonti naturali o create dall’uomo. La componente piu’ nociva per l’apparato cardiovascolare è rappresentata proprio dalle polveri sottili che originano da fonti naturali o create dall’uomo come gli scarichi delle macchine, dei camion , delle industrie nonche’ dei riscaldamenti domestici. Anche l’ozono, che si forma a livello del terreno a causa delle reazioni chimiche cui sono soggetti i gas inquinanti in presenza di caldo e luce solare , è in grado di facilitare in persone a rischio la comparsa d’infarto ed ictus. Infine pure gli ambienti chiusi possono risultare inquinanti per l’effetto del fumo di sigaretta o del riscaldamento a legna o con biomasse.
Il rischio per un persona sana anche se esposta è per fortuna accettabilmente basso ma per un paziente già cardiopatico sofferente di angina, infarto , scompenso cardiaco ,aritmie, diabete mellito è molto alto per le gravi complicanze che l’inquinamento atmosferico puo’ comportare in queste persone già fragili.
In analoga condizione sono tutti coloro che, pur non avendo avuto ancora un problema cardiovascolare , hanno piu’ di 65 anni o presentano numerosi fattori di rischio, fumatori, soggetti con ipertensione arteriosa, con il colesterolo alto e quelli con familiarità precoce per malattie cardiovascolari.
Davanti al problema dell’inquinamento, le potenzialità del singolo soggetto sono limitate mentre fondamentali sono le strategie a livello governativo ed internazionale. Quello che pero’ ogni individuo puo’ fare è ridurre da un lato il proprio profilo di rischio cardiovascolare, dall’altro cercare di ridurre la propria esposizione agli elementi inquinanti.
Si ribadisce percio’l’importanza di tutti quei consigli piu’ volte riportati dai medici e dai cardiologi in particolare, come smettere di fumare, controllare la pressione arteriosa , mantenere bassi i livelli di colesterolo, calare di peso ed incrementare l’attività fisica regolare. Oltre a questo bisogna essere sempre informati ed attenti sui livelli d’inquinamento ambientale in quanto a volte la cattiva qualità dell’aria si rende visibile sotto forma di nebbiolina o smog in condizioni estreme ci puo’ essere irritazione alla gola od agli occhi. Molto spesso l’inquinamento non puo ‘ essere percepito anche quando ha ampiamente superato i livelli di sicurezza ne deriva percio’ l’importanza di consultare costantemente i mezzi d’informazione per conoscere lo stato dell’aria. E’ necessario pertanto cercare di regolare la propria attività sulla base di quando e dove i massimi livelli di inquinamento sono previsti.
Nel periodo dell’allergie, bisogna il piu’ possibile ridurre la permanenza all’aperto ed evitare di fare attività fisica nelle ore di punta e nelle zone di maggior traffico, dove è superiore la concentrazione delle sostanze nocive. E’ sicuramente importante continuare a fare l’attività fisica ma questa deve essere svolta al coperto con le finestre chiuse. Gli irriducibili amanti dell’attività sportiva all’aperto dovrebbero per lo meno ripiegare sul camminare piuttosto che sul fare jogging, in quanto in questa maniera, diminuendo il ritmo del respiro, si riduce la quantità di polveri che viene ispirata. Al momento non vi sono dati certi sull’efficacia di quelle maschere anti gas che nelle nostre città sono indossate da un numero sempre piu’alto di persone; in ogni caso è comunque consigliabile usare quelle di qualità, capaci filtrare le polveri sottili.
E’ovvio che nessuna di queste misure ci mette al sicuro, è ovvio che siamo davanti ad un ennesima prova di come il progresso non sia sempre solo benificio, è ovvio che assistiamo ad una ulteriore prova di come spesso sia l’uomo la causa dei suoi mali. E’ ovvio che nessuno ha la possibilità di risolvere da solo il problema ma è altrettanto ovvio che ciascuno di noi non si puo’ esimere dal doppio dovere di, da un lato, fare il possibile per ridurre il suo comportamento individuale all’inquinamento del pianeta, dall’altro, di porre in atto tutte quelle misure che possono diminuire gli effetti negativi sulla propria salute dell’inquinamento dell’aria. Come diceva il vecchio adagio: si faccia quel che si deve, accada quel che puo’!
*: Cardiologo e Medico dello sport