R. & P.
Continua la richiesta di calendarizzazione e approvazione della proposta di legge relativa alla “doppia preferenza di genere” in Consiglio Regionale. Una richiestaportata avantiassieme alle rappresentanti di tutti gli schieramenti politici e di moltissime Associazioni, ribadita durante l’incontroorganizzato lo scorso 18 luglio dalla Commissione Regionale Pari Opportunità.
Come ha ricordato l’Avv. Giovanna Cusumano qualche giorno fa, non bisogna perdere ulteriore tempo per portare in aula la proposta di legge poiché7 mila calabresi di ogni appartenenza politica hanno firmato per il sostegnoallaproposta, esprimendo così una precisa volontà popolare. La Calabria rimane una delle poche Regioni italiane a non avere ancora recepito le disposizioni introdotte dalla Legge n. 20 del 2016 e volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei Consigli regionali .
Onde evitare facili confusioni è bene ribadire le differenze tra le cosiddette “quote rosa” e “l’equilibrio di genere”.Le prime erano state viste come un rimedio per garantire una “quota” del sesso meno rappresentato nelle istituzioni politiche, nell’economia, nella direzione degli ordini professionali e così via. Mentre “l’equilibrio di genere” è la parità uomo-donna in ogni ambito sociale del Paese, partendo dal livello istituzionale. Il punto di riferimento costituzionale, oltre all’art. 3 sul principio di uguaglianza, è l’art. 51 della Costituzione che asserisce che “Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tale fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini”.
Non è un mero messaggio programmatico e beneaugurale del legislatore, ma una vera e propria norma antidiscriminatoria che dovrebbe comportare un obbligo di risultato. Non dimentichiamo che ancora oggi le donne non sono nei ruoli che contano, non fanno le stesse carriere di un uomo, malgrado abbiano stesse competenze, merito e valore. Le nomine dei componenti laici del CSM di questi giorni ne sono la prova lampante. Nemmeno una donna tra i componenti, in barba a qualunque rispetto delle pari opportunità!
Non fingiamo che sia già stato tutto raggiunto. La strada è ancora lunga ed in salita. Le donne ancora oggi hanno stipendi più bassi e sono le prime ad uscire dalla porta quando gli spazi si restringono. Per quanto riguarda la politica, da Udine a Caltanissetta, non sono sempre le migliori ad emergere. E’ vero, anche gli uomini che emergono lasciano il tempo che trovano e c’è da mettersi le mani ai capelli, ma poiché il numero di donne in politica, nelle amministrazioni, nelle stanze dei bottoni, è visibilmente più basso, l’auspicio sarebbe che almeno ci andassero le migliori. Invece così non è, perché, appunto, abbiamo lasciato in mano agli uomini il meccanismo di selezione.
La sollecitazione al Presidente del Consiglio, Nicola Irto, e ai Consiglieri continuerà fintanto che la proposta non andrà in aula per la discussione. Speriamo che la grande sensibilità manifestata dalla politica in tutte le occasioni in cui si è discusso di “rappresentanza di genere” diventi ora fatto concreto con l’approvazione del testo propostoper ristabilire la parità con il sesso meno rappresentato nelle istituzionipolitiche .
Poiché ci muoviamo in un contesto in cui la rappresentanza di genere è cifra del tasso di democrazia nel nostro Paese sarà fondamentale che i giochi di potere e il desiderio di autoconservazione del ceto politico lascino il passo a sanare gli squilibri che ancora esistono in spregio della nostra Costituzione.
M.Alessandra Polimeno
Fratelli d’Italia – Circolo di Bovalino
Consigliere Comunale