di Redazione
LOCRI – La formazione professionale del personale interessato nell’immediato, e la riapertura, a breve termine, di un ambulatorio di stomaterapia di base, che possa diventare un centro di riferimento di tutti i pazienti atomizzati che risiedono nella Locride o che si trovano di passaggio, o in vacanza, nel nostro comprensorio.
Sono stati questi gli obiettivi principali del costo di Stomaterapia di base che ha avuto luogo sabato mattina nella sala dell’ex scuola infermieri del presidio ospedaliero di Locri, che ha visto la partecipazione di esperti del settore e personale medico e paramedico di diversi reparti del nosocomio locrese, col supporto dell’azienda Coloplast, produttrice dei presidi sanitari che vengono impiegati nella cura di questa particolare patologia di cui sono affetti i pazienti che, per un periodo limitato della vita e in corrispondenza della fase acuta o, in alcuni casi, vita natural durante, devono ricorrere a queste sacche esterne per poter espletare le normali funzioni fisiologiche.
Una condizione molto delicata, la loro, che necessita una particolare attenzione da parte di medici e infermieri professionali e del supporto di un centro specializzato, come può essere, appunto, un ambulatorio di stomaterapia di base, che a Locri manca da qualche anno; da quando, cioè, l’infermiere Nicola Fazzari si è trasferito in un’altra struttura dell’Italia centrale.
Durante i lavori del corso di sabato mattina, che sono stati moderati dal chirurgo Luigi Brugnano, si sono registrati numerosi e qualificati interventi: dai paramedici reggini Giuseppe Sapone e Michelangelo Marino, esperti del settore, al medico Mario Mucci, fino all’infermiere professionale Giuseppe Chinè.
Quest’ultimo, in particolare, si è soffermato sulle proposte concrete per un modello di assistenza funzionale e validato, enumerate in sala con l’ausilio di alcune diapositive.
«Riapertura dell’Ambulatorio di Stomaterapia annesso alla nostra Divisione di Chirurgia Generale e d’Urgenza;
Creazione di un armadio di campionatura, per personalizzare la scelta dei presidi al momento della dimissione;
Creazione di un registro informatizzato con cartella infermieristica per ogni singolo paziente;
Creazione di una banca dati sugli eventuali effetti collaterali e difetti funzionali dei vari presidi in uso e miglioramento dei prodotti in commercio;
Disponibilità di materiale informativo per “educare” correttamente il paziente;
La prescrizione medica dei presidi scelti;
L’istruzione circa l’iter burocratico per l’invio periodico a domicilio delle forniture degli stessi;
L’assistenza post-operatoria al paziente, intesa in tutti i suoi molteplici aspetti».
«Essere infermiere – ha concluso Chinè – significa anche tenersi tutte le proprie lacrime e iniziare a disegnare sorrisi sui volti delle persone. Essere infermiere è sacrificio».
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