di Simona Ansani
ROCCELLA JONICA – L’ex assessore Gabriele Alvaro, con un intervento che ha seguito la comunicazione del sindaco Certomà sulla designazione delle deleghe durante il primo consiglio comunale celebrato ieri, marca una certa distanza sul principio politico che ha sempre ispirato Roccella Prima di Tutto.
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Polemico, ma allo stesso tempo intriso di una audacia praticamente insolita, prima chiede spiegazioni sulle motivazioni e sui criteri in base ai quali a lui non viene riconosciuto un ruolo assessorile, poi replicando al sindaco che ne spiega i motivi, rimbrotta, «io non ho mai chiesto assessorati ne li chiederò mai. Continuo a non capire se i voti saranno valutati come il massimo riconoscimento a un ruolo amministrativo».
È evidente che da ieri il ruolo di Alvaro nell’ambito di Roccella Prima di Tutto va chiarito in virtù di un ragionamento politico da affrontare direttamente con l’interessato oppure rimane uno sfogo fuori posto che spiazza ormai l’ortodossia metodologica che da anni caratterizza il movimento “Roccella Prima di Tutto”. L’ex assessore Alvaro ha condotto una campagna elettorale puntando in modo esasperato sul conseguimento del maggior numero possibile di preferenze, sapendo pure però che più volte nelle assemblee di “Roccella Prima di Tutto” si era ribadito che né accordi pre elettorali, né voti avrebbero mai potuto condizionare le scelte sugli assessori.
È evidente che alla luce di questo qualcuno ha sempre pensato erroneamente che il risultato numerico avesse potuto spianare la strada in maniera tacita ed incontestabile a riconoscimenti.
Lo ha ribadito il sindaco che le variabili su cui si stabilisce un criterio decisionale sono tante, una tra questi – si sapeva – era quella di riconoscere a quelle aeree politiche che avevano aderito al progetto un ruolo importante e decisivo. Il gioco di squadra contempla anche che non vi sono emarginazioni e che una non designazione assessorile non constituisce nè una bocciatura nè una emarginazione: se il consigliere Alvaro con il suo intervento ha indotto la platea e chi, attraverso la cronaca ne ha registrato l’intervento, a pensare di essere stato emarginato, questo e’ solo frutto della sua autonoma interpretazione di una campagna elettorale dettata solo dal suo unico principio, ovvero quello di raggiungere il maggiore numero di voti possibile.