MAMMOLA – Nell’arco di un anno – scrive Daniela Larosa – questa è l’ennesima intimidazione che subiamo io e la mia famiglia. Il portone del XIX secolo non esiste più. Chi verrà a visitare il centro storico di mammola non vedrà più il bel portone di palazzo piccolo, colpito per la seconda volta, ma a questo giro definitivamente. La prima volta io solo per un caso non ero dietro le finestre in cui hanno sparato. Anche questa volta io e la famiglia siamo salvi, solo perché mi sono accorta di quel che stava avvenendo. Questa non è terra per gente onesta e perbene. Ma io questa volta pretendo giustizia”.
Con rabbia Daniela la rosa chiede giustizia per sé e per la sua famiglia. Dopo un anno di attentati e intimidazioni, l’ennesimo attentato alla sua abitazione, un incendio che ha distrutto il portone di casa del XIX secolo e che stava per propagarsi al resto dell’abitazione. A mammola una notte incandescente: incendiata la pasticceria “Paradise” e il ristorante “La taverna del borgo”.
La Locride ancora una volta colpita, ancora una volta fiamme che bruciano e distruggono. Rabbia e indignazione per chi viene colpito direttamente ma colpiti in realtà lo siamo tutti, nessuno escluso. Questa terra deve mostrare vicinanza alle vittime di queste intimidazioni come se a bruciare fosse stata la propria casa.
Il Coordinamento Libera Locride esprime la più totale vicinanza a Daniela Larosa e alla sua famiglia, ai cittadini di mammola invitando le forze dell’ordine a compiere ogni sforzo possibile sulle indagini, sollecitando la commissione nazionale antimafia (in Calabria il 2 aprile) ha incontrare le vittime di questi attentati.