di Gianluca Albanese
SIDERNO – I capannelli di sindaci davanti al palazzo municipale di Siderno, debitamente distanti l’uno dall’altro durante la lunga attesa dell’avvio dei lavori, non lasciavano presagire un cammino facile per la riforma dello statuto dell’Associazione dei Comuni della Locride.
Tuttavia, un primo risultato, al termine della seduta di giovedì pomeriggio, è stato ottenuto dall’assemblea che ha individuato in sette primi cittadini i componenti della commissione incaricata di rivedere lo statuto e di redigere una nuova bozza da sottoporre all’assemblea plenaria, da convocare entro un mese.
Si tratta dei sindaci di Roccella Ionica (Vittorio Zito, nominato coordinatore della commissione), di Monasterace (Cesare Deleo), di Marina di Gioiosa Ionica (Geppo Femia), di Bovalino (Vincenzo Maesano), di Palizzi (Umberto Felice Nocera), di Siderno (Mariateresa Fragomeni) e di Martone (Giorgio Imperitura).
Quattro avvocati, due commercialisti e una sorta di presidente emerito dell’assemblea (Giorgio Imperitura) visto che ha rivestito tale ruolo per diversi anni.
A loro il compito di rifondare letteralmente uno statuto antecedente al Testo Unico degli Enti Locali, visto che risale al 1998 e considerato unanimemente obsoleto e inadeguato alla legislazione vigente.
Certo, le posizioni di partenza emerse durante il dibattito che ha fatto seguito all’introduzione del presidente facente funzioni Bruno Bartolo, si sono rivelate molto distanti, tra chi (specie tra i sindaci dei piccoli Comuni) tiene a tutelare il principio di “una testa, un voto” in seno all’assemblea e chi vorrebbe introdurre dei sistemi di ponderazione assimilabili a quelli adottati per le elezioni di secondo livello come quelle del Consiglio metropolitano, in modo da fare pesare maggiormente il voto dei Comuni più popolosi, a cominciare da Siderno.
La stessa bozza dello statuto distribuita ai sindaci prima dell’assemblea ha destato non poche perplessità, apparendo come piena di appunti a penna che testimonierebbero la volontà di una mano ignota di “suggerire” le modifiche principali da apportare.
Lo ha detto a chiare lettere lo stesso Imperitura, rifiutando questa metodologia e affidando tutto il lavoro alla costituenda commissione, anticipando altresì, a margine, che “il prossimo 5 novembre, a Martone, in occasione della sagra della castagna, stiamo organizzando un incontro col neo senatore di Azione Marco Lombardo, eletto a Milano ma originario di Martone, e invito tutti gli amici sindaci – ha concluso – a presenziare a quello che si preannuncia come un costruttivo incontro”.
Nel frattempo, il presidente uscente del comitato esecutivo Giuseppe Campisi ha rimesso sul tavolo il proprio mandato in scadenza e non è emerso alcun orientamento chiaro e univoco da parte dell’assemblea sulla volontà di mantenere i due livelli di assemblea e comitato esecutivo (coi rispettivi presidenti) o unificare tutto attorno a un unico presidente affiancato da un esecutivo ristretto da eleggere coi criteri che si andranno a definire nel nuovo statuto.
Insomma, se ne occuperà la commissione ristretta, il cui organico (relativamente pletorico) preannuncia tempi di redazione ed emendamento della bozza che sarà partorita non brevissimi, tanto che l’impressione diffusa è che ci saranno delle difficoltà a rispettare la scadenza prefissata del 20 novembre per l’approvazione in plenaria, nonostante le ripetute raccomandazioni in tal senso esternate dal presidente facente funzioni Bruno Bartolo.