RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:
Jacques Benveniste, immunologo francese, pubblicò nel 1988 una ricerca rivoluzionaria dal titolo La memoria dell’acqua con cui dimostrava la possibilità dell’acqua, in forma liquida, di mantenere una “impronta” delle sostanze con cui è venuta in contatto. Successivamente altri laboratori ripresero queste ricerche ma tutti portarono alla scoperta di conflitti di interesse tra il medico francese e industrie di prodotti omeopatici. La premessa per significare che non è dimostrato che l’acqua abbia memoria ma l’uomo si!
Nel leggere la replica dell’ArpaCal in merito alla sua assenza nel corso dei prelievi effettuati l’11 aprile scorso, questo Osservatorio si rammarica che l’Agenzia regionale, abbia preso consapevolezza soltanto adesso del concetto di conflitto d’ interesse. Verrebbe da chiedersi infatti, come mai nei prelievi effettuati dall’Osservatorio nel maggio del 2014, come da foto allegate, il controllore ArpaCal, su richiesta della SoriCal, abbia eseguito, senza batter ciglio, i prelievi in sei tra i maggiori impianti acquedottistici della Locride, non ravvisando allora tale condotta “censurabile”? Eppure nel 2014, il D.Lgs31/2001 sulla salubrità dell’acqua e quindi sulla disciplina dei controlli interni ed esterni, era già in vigore da 13 anni.
Nella mail inviata a Francesca Pedullà, responsabile dell’ufficio Alimenti e Bevande dell’ArpaCal di Reggio Calabria, il sottoscritto invitava l’Agenzia a presenziare alle operazioni, soprattutto nei siti dell’Acqua Bianca dello Zomaro e di una fontanina posta nel centro abitato di Cittanova, menzionando in tale richiesta anche la sorgente Limina, in quanto già oggetto di un preventivo invito di personale Sorical. Nell’immaginario di una Associazione di Promozione Sociale, come la nostra, prima dei presunti conflitti d’interesse vengono le esigenze della collettività ed in questo caso l’ArpaCal non veniva coinvolta per certificare regolarità per conto terzi ma solo per essere parte terza in un civile confronto, così come è stato nel maggio 2014 senza che si sia gridato allo scandalo. E proprio in seguito a quella iniziativa l’Osservatorio organizzò un partecipatissimo convegno in cui la qualità dell’acqua di rete ne è uscita rivalutata, anche grazie alla gradita partecipazione ArpaCal, perché fu l’occasione per fugare le paure dei cittadini e sfatare le tante leggende metropolitane su cui lucrano le aziende dell’acqua e della plastica.
Relativamente ai due punti prelievo di Cittanova, verrebbe spontaneo chiedersi in che misura si sarebbe configurato il conflitto d’interesse, visto che non c’entravano nulla col gestore SoriCal?
L’Osservatorio Ambientale avrebbe voluto interagire con i tecnici ArpaCal, soprattutto in virtù della nuova strumentazione pervenuta all’Ente che permette, solo adesso, di rilevare la radioattività così come prevista nel citato decreto legislativo. Si evidenzia che lo stesso Osservatorio Ambientale, nel corso dell’indagine radiometrica condotta nel 2014 aveva messo a nudo la difficoltà di ArpaCal nell’effettuare le analisi dei parametri radiometri normati e che, anche grazie al suo piccolo contributo, ha reso possibile lo sblocco di alcuni fondi accantonati per l’acquisto dell’attuale strumentazione. Ci auguriamo, comunque fuor di polemica, che l’Asp, preposta all’uopo, si attivi per coinvolgere l’ArpaCal e procedere alle analisi radiometriche, dato che adesso vi sono i mezzi, e che finalmente arrivi da un organismo terzo e autorevole un giudizio sulla qualità dell’acqua delle citate fonti.